Vivai “poveri” e pochi italiani in campo: la Figc vuole aiutare la Nazionale

Inutile nasconderlo, la vittoria straordinaria dell’Europeo all’ombra del Big Ben non ha lenito il dolore per la doppia, incredibile, esclusione dell’Italia dai Mondiali di calcio in Qatar. Mentre il globo osserverà i calciatori sfidarsi per il torneo più ambito, da lunedì 21 novembre 2022 alle 11 italiane (13 secondo il fuso orario del Qatar) allo stadio Al Bayt a domenica 18 dicembre, gli azzurri li osserveranno dal divano o chattando sui social, nella peggiore delle ipotesi.

Roberto Mancini non ha masi messo di lanciare allarmi sulle difficoltà di costruire una nazionale importante, leggi in particolare le ultime parole sull’impossibilità di rinunciare a Immobile in attacco, sancendo di fatto la mancanza di eredi per la punta di Torre Annunziata.

Vivai “poveri” e pochi italiani in campo: la Figc pensa ad una norma per aiutare la nazionale
Il ct azzurro, Roberto Mancini

Tutto nasce ovviamente da un movimento che investe poco sui settori giovanili, ad esclusione di realtà consolidate come Atalanta, Verona ed Empoli e in serie B il Brescia, sono poche le squadre che nella massima serie investono una parte significativa del bilancio nei vivai. Tutto questo si riflette sul numero dei calciatori eleggibili per la nazionale che ogni weekend calcano i campi della massima serie. Come riporta Il Messaggero, in ogni turno, a scendere in campo è il 61% di stranieri, ovvero sei su dieci. Un dato questo che dovrebbe far riflettere ma che diversamente non sembrerebbe toccare i padroni del vapore, ovvero i presidenti dei club di serie A. Sono loro che alla fine decidono cosa fare e cosa no, se puntare sul made in Italy o riempire la categoria Primavera di nomi spesso ignoti e dal futuro ancora più incerto. Nelle prime sette giornate di campionato sono scesi in campo 301 stranieri, per un totale di 1.278 presenze complessive; in media abbiamo una media di 183 non italiani impiegati in campo in ciascun turno. Andando alla ciccia, se stimiamo che per ogni turno vengono schierati 300 atleti (15 per squadra, cambi inclusi), l’incidenza dei 183 stranieri è pari al 61% del totale. Passando al dato complessivo, sono 363 gli stranieri tesserati in Serie A: 18 per rosa, il 62,3% dell’intero torneo. Un anno fa, erano 432 e gli utilizzati nelle 38 giornate erano stati 418, circa 20 per club per un conto globale di 197 schierati per turno; vale a dire il 65,7%.

L’idea di Gravina: modificare la composizione della lista dei 25 da utilizzare in serie A

Se ci riferiamo all’età media di chi gioca nella massima serie, la stessa è scesa da 26,6 a 26 anni tondi, includendo anche chi ha preferito lidi stranieri come Scamacca, Lucca, Viti, Esposito, Gnonto, Casadei. Passando al minutaggio, in 13 su 34 dei più utilizzati hanno il passaporto tricolore, stesso dato della passata stagione. Gli under 25 sono una manciata: più o meno cinque.

Vivai “poveri” e pochi italiani in campo: la Figc pensa ad una norma per aiutare la nazionale azzurra
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina

Se la Lega di A non sembra scomporsi, Gabriele Gravina vuole dare uno scossone al sistema. Per farlo vorrebbe modificare la composizione della lista dei 25 calciatori da poter schierare nella massima serie. Come funziona ora? Come da comunicato ufficiale 29/A del 4 agosto scorso, in questo elenco possono esserci al massimo 17 calciatori che alla data del 31 dicembre 2021 abbiano già compiuto 22 anni, per quelli con meno di 22 anni il tesseramento resta libero, fermo restando il limite dei due extracomunitari per ogni stagione, di cui solo uno con l’obbligo di sostituzione con un altro extracomunitario che vada all’estero o che vada in scadenza di contratto. A questi 17 anni, dice la norma potranno, ma non dovranno, essere aggiunti quattro calciatori formati in Italia e altrettanti formati nei club. Andando a tradurre, in teoria un club potrebbe iscrivere nella lista solo 17 calciatori over 22, anche tutti stranieri, rimanendo la libertà di tesserare Under 22 senza limiti. Due le strade che potrebbe percorrere l’inquilino di Via Allegri: imporre che un numero minimo di giocatori italiani venga inserito nella lista dei 17 Over 22; obbligare tutti club a schierare, al fischio d’inizio, almeno tre o quattro giocatori eleggibili per la nazionale. Ipotesi che non incorrerebbero nelle grinfie dell’Ue, dato che queste decisioni non limiterebbero l’accesso in Italia di giocatori dell’Ue. Non sarà facile per Gravina, serve un gesto di buona volontà da parte dei presidenti della massima serie, altrimenti il rischio di vedere Europei e Mondiali dal divano crescerà, con conseguente perdita di appeal della nostra serie A, con il valore dei diritti Tv a rischio collasso.