Lazio, 16 numero perfetto: cifra ricorrente del periodo magico. E nella smorfia rappresenta il ‘c**o’

Sedici non è un numero dettato dal caso quando si parla della Lazio di Maurizio Sarri, numero ricorrente dopo 11 giornate di campionato e non solo perché tutto parte dalla scorsa estate per i biancocelesti.

Questa è una Lazio da 16 in pagella. Non un numero casuale e spropositato per porre l’accento su come la squadra allenata da Maurizio Sarri stia facendo bene in questo momento della stagione. Sedici, infatti, è un numero che dopo 11 giornate di campionato, ricorre eccome nelle statistiche dei biancocelesti.

Maurizio Sarri allenatore della Lazio (foto LaPresse)

Questione di numeri, appunto, anche se sappiamo come al Comandate interessino poco, se non quelli legati ai chilometri percorsi in campo dai suoi ragazzi. È presto per volare con la fantasia, il tecnico ha già ‘ammonito’ chi ha provato a parlare apertamente di scudetto.

Sedici, come i punti nelle ultime 6 partite. Sedici come i goal segnati dal Verona all’Atalanta

Sono passate soltanto 11 partite e non dobbiamo pensare a queste cose. Un mese buono riesce a tutti, sei mesi riescono a pochi e dieci-undici mesi solo a chi vince. Noi ancora rientriamo tra i tutti. La strada è lunga. Dobbiamo dimostrare ancora di essere una squadra di alta classifica“.

I calciatori della Lazio festeggiano tutti insieme dopo la vittoria di Bergamo
La festa dei calciatori della Lazio in mezzo al campo (foto LaPresse)

Eppure non ci si può scostare dal numero 16. Perché 16 sono le reti segnate da Immobile e compagni hanno messo a segno dall’11 settembre a oggi. Cinque vittorie, e un pareggio, in 6 partite. Goal che hanno fruttato sedici punti, e questo è tutto tranne che frutto del caso, e il terzo posto in classifica (insieme all’Atalanta, raggiunta dopo la vittoria di Bergamo). A sole due lunghezze dal Milan secondo e cinque punti dal Napoli capolista.

La sestina ‘vincente’ e 16 milioni spesi

Sono i numeri che come al solito fotografano la situazione, meglio di tante parole. Il 2-0 al Verona, i 4-0 allo Spezia, alla Cremonese e alla Fiorentina (tris da record prima di allora mai avvenuto in A), lo 0-0 con l’Udinese e lo 0-2 con l’Atalanta. Una sestina vincente, che ha proiettato la Lazio tra le grandi.

Sedici, come i milioni spesi in estate per rifare la difesa. Dopo la fine della scorsa stagione, infatti, Maurizio Sarri aveva perso Strakosha, Reina, Luiz Felipe e Acerbi, più Lucas Leiva, giocatori di spessore tecnico, tattico e di personalità.

Tutti titolari compresi i due portieri che si sono alternati all’inizio dello scorso campionato. Rivoluzione estiva, perché servivano gli uomini, ma anche per trovare maggiore solidità lì dietro. Detto fatto: Provedel (2 milioni dallo Spezia), Gila (7 milioni dal Real Madrid Castiglia), Romagnoli (parametro zero), Casale (7 milioni dal Verona). A cui si aggiunge Vecino (parametro zero), diventato anche un’importante alternativa da regista.

Il 16, nella smorfia napoletana, rappresenta (testualmente) ‘il culo’, inteso come fortuna. Beh, speriamo che la fortuna sostenga la squadra di Sarri ancora per diverso tempo. Intanto gli esperti della cabala sono in fermento.