Abodi stoppa Lotito: no alla rateizzazione debito Irpef

Il Governo di Giorgia Meloni, per voce del ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha emesso la sentenza: niente rateizzazione al calcio per i debiti Irpef da saldare entro il 22 dicembre.

L’ex presidente del Credito Sportivo, almeno per ora, pone fine all’intenzione di tutta la serie A (solo la Fiorentina è in regola, ndr), di chiedere una dilazione, senza sanzioni, per la somma da versare all’erario.

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi ha stoppato l'emendamento salvacalcio.
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi (Ansa)

I club della massima serie, a causa del Covid, negli ultimi tre anni avevano visti sospesi i tributi Irpef da pagare. La somma che lo Stato dovrà incassare sarebbe vicina ai 500 milioni di euro, un balzello che tutti presidenti avrebbero volentieri evitato.

L’emendamento negato prevedeva anche una scudo penale

Andrea Abodi ha quindi respinto l’emendamento presentato nel decreto Aiuti Quater. L’atto proposto, bipartisan a firma di Fi, FdI, Pd, M5S, Autonomie e Misto, prevedeva il pagamento a rate dei versamenti tributari e contributivi sospesi in 60 rate mensili. A spendersi in prima persona era stato Claudio Lotito, presidente della Lazio,  senatore di FI e vice presidente della Commssione Bilancio in Senato

Lotito ha visto respinto l'emendamento per rateizzare il debito Irpef della serie A.
Claudio Lotito in Senato (Ansa)

L’emendamento prevedeva inoltre che le prime tre rate sarebbero state pagate entro il 22 dicembre. Il versamento inoltre sarebbe dovuto avvenire non solo senza sanzioni e interessi fiscali ma anche “senza sanzioni penali e sportive”. Insomma, Abodi ha detto no allo dilazione e allo scudo giuridico.

Il ministro dello Sport: “Non ci sono le condizioni e l’opinione pubblica non capirebbe”

“Siamo contrari, perché riteniamo che il settore sportivo, quello calcistico, il massimo livello professionistico, possano e debbano trovare soddisfazione nelle loro esigenze all’interno del corpo normativo e con parità di trattamento e condizioni rispetto al sistema delle imprese». Questo l’esordio di Abodi, rispondendo in Aula alla Camera a un’interrogazione Azione-Italia Viva, contraria all’emendamento, nel corso del question time.

Il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, anche lui favorevole all'emendamento bocciato.
Il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini (Ansa)

«Viene chiarita definitivamente una posizione già espressa nelle commissioni Cultura e confermata formalmente anche del deposito del parere negativo all’emendamento, avvenuta in giornata sull’emendamento proposto – ha proseguito l’ex presiodente della Lega di B – Non riteniamo ci siano le condizioni e saremmo male interpretati e non compresi dall’opinione pubblica, per mettere a disposizione strumenti che siano esclusivi del settore».

Abodi: “La decisione è presa e la difenderò ad ogni costo”

Il ministro dello Sport, in passato presidente della Lega di B, in passato arrivato ad un passo dalla presidenza Figc (fermato proprio da Lotito, ndr), ha parlato anche dell’ordinamento sportivo. «Esiste un’autonomia relativa dell’ordinamento sportivo, del quale dobbiamo tenere conto, ma l’autonomia relativa si inserisce all’interno delle norme dello Stato.

Riteniamo che ci siano queste condizioni per fare in modo che possano essere soddisfatte nell’ambito delle esigenze delle società professionistiche, in particolare della serie A, nell’ambito del quadro esistente, anche nel rispetto, tra l’altro, di un concetto che è più sportivo che di vita, ma forse anche di vita, dell’equa competizione», ha ribadito il ministro.

Giorgia Meloni sostiene il no all'emendamento per rateizzare i debito Irpef.
La premier Giorgia Meloni (Ansa)

«Quindi – ha proseguito – ci sono società virtuose, che pagano in maniera puntuale tutti i loro adempimenti, che investono sulle infrastrutture sociali e magari fanno un acquisto di un giocatore in meno per rispettare le regole, e altre invece che hanno un paradigma gestionale diverso, e noi dobbiamo garantire principi, i valori.

Quindi non posso che confermare che la decisione è presa e formalizzata, e cercherò di difenderla a qualsiasi costo, nei limiti di quello che mi è consentito, per il ruolo che mi è stato affidato, anche facendo parte di un Governo che ha una posizione unitaria sul tema e non equivocabile», ha concluso.