D’Onofrio, nuovo choc arbitri: Trentalange verso le dimissioni

Trema l’Associazione Italiana Arbitri, concluse le indagini della Procura Figc su Rosario D’Onofrio. A farne le spese anche il numero uno dei fischietti italiani.

Il Procuratore federale, Giuseppe Chiné, ha depositato l’avviso di conclusione indagini riguardanti l’ex capo della Procura Arbitrale, Rosario D’Onofrio. Quest’ultimo è stato arrestato il 10 novembre scorso in un’operazione antidroga. Prima di finire in manette l’uomo già era stato deferito il 28 ottobre agli organi di giustizia sportiva dalla procura della Federcalcio.

Nel dispositivo la motivazione:  “Per la mancata apertura di un procedimento disciplinare e la messa in opera di attività inquirenti in assenza dell’instaurazione di un formale procedimento e di qualsivoglia garanzia procedurale e difensiva”.

Alfredo Trentalange: probabili le sue dimissoni.
Il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Alfredo Trentalange (Ansa)

In sostanza il pm delle giacchette nere, secondo Chiné, invece di aprire un fascicolo sul tesserato Roberto Avalos, gli dava consigli su come difendersi dall’accuse del designatore, Gianluca Rocchi, ritenutosi leso dalle parole di Avalos stesso.

La Procura: “Trentalange responsabile primo della nomina di D’Onofrio”

Nelle pagine depositate dall’inquilino di Via Campania, accuse pesantissime rivolte ad Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia. Come riporta gazzetta.it, si evidenzia la responsabilità diretta dell’ex arbitro torinese nel nominare D’Onofrio a Capo della Procura.
Nel dispositivo si legge: “Aveva la diretta responsabilità delle nomine dei vertici degli organi di giustizia Aia ed ha poi omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, volta e finalizzata ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D’Onofrio prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale Aia a Procuratore arbitrale dell’Aia”.

Rosario D'Onofrio, ex capo della Procura Arbitrale, in manette per droga.
Rosario D’Onofrio, l’ex capo della Procura Arbitrale, arrestato per droga (Ansa)

Chiné va giù pesante, zero sconti e aggiunge: “Comportamento omissivo, seguito da quello commissivo di proposta, che ha determinato la nomina del D’Onofrio ad una carica di vertice di un importante Organo di giustizia domestica Aia (Procuratore nazionale Aia) mentre il nominato era detenuto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Garbagnate Milanese perché condannato alla pena definitiva di anni 2 e 8 mesi di reclusione ed alla multa di 6.000 euro per gravissimi reati concernenti la detenzione di circa 44 Kg. di sostanze stupefacenti”.
In merito all’ultima circostanza, giova ricordare come Rosario D’Onofrio sia stato arrestato due volte: la prima il 21 maggio 2020, la seconda e ultima il 10 novembre scorso. In mezzo, l’11 marzo 2021, la nomina a Capo della Procura Arbitrale, firmata Trentalange, divenuto successore di Marcello Nicchi solo il 14 febbraio precedente.

L’accusa più pesante: “ Protesse D’Onofrio telefonando al vicepresidente della Commissione Disciplinare”

Gabriele Gravina chiederà con forza le dimissioni di Trentalange.
Gabriele Gravina, presidente Figc (LaPresse)

Giuseppe Chiné sottolinea un altro fatto che se confermato basterebbe per le dismissioni di Trentalange: un suo illecito intervento per proteggere D’Onofrio in seno all’Aia.
“Aver contattato telefonicamente il vicepresidente della Commissione Disciplinare Nazionale Andrea Santoni”.

Quest’ultimo, prosegue il Procuratore Figc, “riscontrando negligenza ed inadeguatezza professionale in capo al D’Onofrio quale componente della predetta Commissione, aveva invitato D’Onofrio, per iscritto, a tenere comportamenti più consoni alle funzioni svolte, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio, e così facendo – per proteggere il D’Onofrio, al quale era evidentemente legato da consolidato rapporto personale – interferiva con l’attività, le prerogative, l’autonomia e l’indipendenza di un Organo di giustizia sportiva”.

L’Aia va verso il commissariamento

Gravina già aveva chiesto un passo indietro a Trentalange che non aveva sospeso D’Onofrio dopo il deferimento, avvenuto 13 giorni prima del suo arresto. Dopo queste contestazioni per Trentalange restare al suo posto appare decisamente una mission impossibile. L’Aia va verso un commissariamento, non sembrano esserci altre strade.