Iran, calciatore condannato a morte: “La situazione è preoccupante”

L’ex calciatore iraniano, Amir Nasr-Azadani, è stato condannato a morte per aver preso parte a delle proteste contro il regime. Sull’accaduto si è espresso il giornalista iraniano Saman Javadi

In Iran è scattato il processo per l’ex calciatore Azadani, il quale è stato arrestato il 27 novembre. E’ accusato di tradimento e di far parte di un gruppo armato e organizzato che opera con l’intenzione di colpire la Repubblica islamica del Paese.

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Iran, calciatore condannato a morte: “La situazione è preoccupante” (Foto web)

In merito si è espresso il giornalista iraniano Saman Javadi che, ai microfoni di calciomercato.it in diretta su TVPlay, ha fatto il punto della situazione descrivendo come “grave” la situazione in Iran. Il Governo, infatti, ha il controllo dell’informazione e blocca anche Internet per ben 16 ore al giorno.

Amir Nasr-Azadani condannato a morte: le parole di Saman Javadi

Javadi a TvPlay (Screen)

Saman Javadi, nel corso della diretta su TVPlay, ha cercato di spiegare qualcosa in più in merito agli ultimi avvenimenti in Iran e le sue dichiarazioni hanno colpito gli utenti del canale. Queste, nel dettaglio, le sue parole: “L’arresto di Azadani si configura in tutta una serie di arresti, lui colpisce di più perché è un calciatore ed è giovane. La notizia della sua condanna a morte si è diffusa circa quattro giorni fa. Da quel momento è partita una campagna social, e non è facile in Iran perché il governo blocca internet per 16 ore al giorno e bisogna usare le VPN, in cui si chiede di non condannarlo a morte”.

Il giornalista iraniano ha poi aggiunto: “Ieri il capo giudiziario che si sta occupando dei fatti ha detto che la sentenza non è stata ancora emessa, il calciatore quindi non è stato condannato a morte. Ma hanno aggiunto una serie di particolari che rendono il quadro preoccupante. Non sarebbe stato arrestato solo perché ha protestato, ma avrebbe preso parte a un gruppo armato che ha ucciso tre agenti di polizia. Dopo la morte di due di questi agenti è stato arrestato, ci sono nove sospettati e cinque di loro sono stati rinviati a giudizio al tribunale rivoluzionario, che si occupa dei fatti più gravi. Tra questi c’è anche Azadani. Le accuse è quella di essere nemici di dio”.