Lazio, Provedel a sorpresa: “Ho scelto di fare il portiere grazie a…”

Ivan Provedel ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni ufficiali della Lega Serie A ed ha svelato il momento in cui ha capito di voler fare il portiere

Provedel è sicuramente una delle note positive della prima parte di stagione della Lazio. Il classe ’94, arrivato in estate dallo Spezia, ha sfruttato l’errore di Maximiano alla prima giornata contro il Bologna e dal 6′ di quel match si è preso il posto da titolare.

Provedel
Ivan Provedel, portiere della Lazio – Lalazio.com

Le sue prestazioni sono state sempre più convincenti, tant’è che Mancini lo ha convocato in Nazionale sia per i match di ottobre che per quelli di novembre. Portiere affidabile tra i pali e qualità non indifferenti con il pallone tra i piedi.

Nelle ultime ore, il portiere friulano ha rilasciato un’interessante intervista ai canali ufficiali della Serie A. Il classe ’94 si è raccontato sotto vari aspetti ed ha svelato di aver sempre voluto fare il portiere, ma che un ex del ruolo è stato per lui fonte di ispirazione.

Lazio, Provedel sulla scelta di diventare un portiere: “Nel 2000…”

Provedel ha spiegato come ad influenzarlo, fino al punto di intraprendere la strada del portiere, è stato Francesco Toldo nel campionato europeo del 2000. Queste, nel dettaglio, le sue parole: “Ho sempre voluto fare il portiere. Mi sono innamorato di questo ruolo vedendo Toldo agli Europei contro l’Olanda: quel momento mi ha fatto scattare la scintilla. Da piccolo però ho sempre fatto l’attaccante e sono arrivato a un punto in cui ho detto: ‘o gioco in porta o smetto’. Una piccola società vicino a casa mi ha dato la possibilità di cambiare ruolo e ho avuto la fortuna di ricominciare”.

Toldo
Francesco Toldo – Lalazio.com

Il portiere biancoceleste ha poi ha analizzato il ruolo nel dettaglio: “È vero, siamo soli, alla fine vivi la tua partita con una condivisione diversa rispetto ai compagni e hai una visuale diversa, ti alleni a parte e anche la frustrazione e la gioia per un bell’intervento o un gol subito è abbastanza personale. Poi facciamo l’unica cosa che non possono fare gli altri, prendere la palla con le mani. È un ruolo unico”.

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