Il centravanti argentino ha già migliorato lo score dello scorso anno, ma non segna in campionato da tempo. E c’è un dato che va assolutamente modificato
Marco Baroni vuole rilanciare Taty Castellanos. Il tecnico biancoceleste non ha mai nascosto il suo apprezzamento per l’attaccante argentino: attraverso le parole, e con i fatti: Castellanos è un titolare inamovibile della Lazio: ha collezionato fino ad oggi dodici presenze in campionato e cinque in Europa League. Ha saltato solo la gara di Firenze per un infortunio rimediato contro il Verona, gara successiva alla convocazione con la nazionale argentina.
Dopo un inizio di campionato eccezionale, Castellanos sembra essersi smarrito: non segna in campionato allo stadio Olimpico dallo scorso sedici di settembre, quando mise a segno il gol vittoria contro i gialloblù, nella stessa gara in cui si procurò l’infortunio: una spaccata in area di rigore, che gli permise di deviare un corner battuto da Zaccagni e che ha regalato ai biancocelesti il successo. Quella data rappresenta una sorta di spartiacque della stagione di Castellanos.
Castellanos, una stagione a due facce: inizio super, poi lo stop
Fino a quell’infortunio era stata una delle armi a disposizione di Baroni per scardinare le difese avversarie. Da quel match in poi, il centravanti sembra sparare a salve. L’inizio di stagione è stato super: il centravanti argentino ha realizzato tre gol nelle prime quattro giornate di campionato: Taty ha messo a segno le reti del pareggio contro il Venezia e contro il Milan e il gol del sorpasso contro il Verona. A distanza di pochi giorni e nel giorno del suo compleanno (il tre di ottobre) fu protagonista di una splendida doppietta che piegò il Nizza.Sembrava destinato ad una stagione eccezionale, ma dall’inizio di ottobre, si è fermato. Al suo attivo ha solo la doppietta di Como: una rete su calcio di rigore e una in contropiede. Poi, il vuoto. Nessun gol, poche occasioni create e tanti errori di misura.
Il dato più preoccupante, è legato alle tante (o forse sarebbe meglio dire troppe) partite in cui non è riuscito ad andare a rete. In questa stagione ha disputato 17 gare, 15 delle quali dal primo minuto. Considerando la doppietta con il Como e quella con il Niza, emerge un dato piuttosto chiaro: Castellanos ha timbrato il cartellino in sole cinque gare, un terzo dei match in cui è sceso in campo: numeri troppo bassi se pensiamo che l’argentino è il titolare fisso di una delle squadre che crea più occasioni in ogni partita. E che vanta il terzo miglior attacco del campionato (alle spalle di Atalanta e Inter). Anche la media delle conclusioni è calata in modo netto. Ad agosto, nelle 3 gare giocate aveva una media di 1,7 tentativi a match. Nei due mesi successivi la media è rimasta alta: ha giocato 3 e 6 incontri, con 3 e 10 tentativi collezionati (media di 1 e 1,7): poi è arrivato il maledetto novembre a rovinare la scia e far abbassare la media a 0,6, frutto dei soli 3 tiri in porta in 5 sfide.
Il gol fallito in Argentina e con il Bologna
Una situazione che inizia a preoccupare. La crisi del gol ha colpito Castellanos sia nella sua esperienza in biancoceleste, che con la maglia dell’Argentina. Il ct Scaloni lo aveva lanciato nella trasferta sul campo del Paraguay, per provare a pareggiare una sfida che la Celeste perdeva 2-1: Castellanos ha avuto l’occasione del pari nel finale, ma l’ha sprecata: è saltato su un corner di Messi, che aveva scavalcato anche il portiere, ma ha mandato il pallone sopra la traversa. Un’occasione simile a quella fallita con il Bologna, quando sullo 0-0 si è avventato su un cross di Vecino, ma con la porta spalancata, a causa della maldestra uscita del portiere rossoblù, Taty non è riuscito a trovare lo specchio della porta, spedendo il pallone sul fondo.
Se è vero che, numeri alla mano, l’argentino ha già migliorato i numeri dello scorso anno (chiuse con sei gol totali, quattro in campionato e due in Coppa Italia), è altrettanto vero che i digiuno inizia a farsi sentire. Il gol gli manca. Come a tutti gli attaccanti che passano periodi più o meno lunghi senza andare a segno. “C’è poco da girarci intorno: un attaccante vive per il gol e quando lo cerca e non lo trova, soffre”, ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni Antonio Rizzolo, attaccante della Lazio alla fine degli anni 80.
Baroni cerca risposte da Castellanos
“Lui quest’anno può confidare su un aspetto importante. Quando si gira in panchina – continua Rizzolo – non c’è un giocatore ingombrante come Immobile. Castellanos è un attaccante moderno, che lega la squadra, che lavora per tutti: è chiaro che se non fa gol, la critica si fa sentire. So che nella testa di un centravanti, quando non si segna, sorgono dei problemi: lui non deve sentire nessuno e deve stare tranquillo. Ha la fiducia dell’allenatore e dell’ambiente: i gol torneranno. Ne sono convinto”.
Lo spera anche Baroni, che si affiderà a lui nella trasferta di Parma. Molto probabilmente non potrà sfruttare i movimenti senza palla di Dia, con il quale aveva trovato una grande intesa nelle prime giornate di campionato. Baroni tenterà di innescarlo, grazie ai movimenti di Isaksen e Zaccagni sugli esterni e di un trequartiata (Pedro o Noslin), che si muoverà alle sue spalle. Castellanos deve ritrovare gol e fiducia: il destino della Lazio in questa stagione dipende anche (se non soprattutto) dalla sua ritrovata vena realizzativa.