Al termine di una partita dalla lucida follia, i biancocelesti tornano a vincere a San Siro contro il Milan dopo tanti anni al termine di una gara, prima dominata, poi quasi gettata via per poi vincerla all’ultimo secondo
Una partita pazzesca, incredibile, emozionante, infinita e proprio quando sembrava di averla anche buttata via dopo averla dominata in lungo e largo, i biancocelesti la portano a casa grazie all’ennesima accelerazione di un indemoniato Isaksen, falciato in piena area di rigore dalla disperata uscita di Maignan che concede a Pedro l’onore di calciare il rigore che fa la storia. Una vittoria fondamentale per dare una decisa sterzata alla stagione che stava prendendo una piega poco favorevole.

Dal famoso autogol di Maldini nel 1989, che regalò una rocambolesca vittoria alla Lazio allenata all’epoca da Materazzi, sono passati 35 anni, tante sconfitte e pochi pareggi nelle partite disputate a Milano contro i rossoneri. Soltanto Simone Inzaghi nel 2018 era riuscito a strappare l’intera posta in palio contro il Milan a domicilio prima della Lazio di Marco Baroni oggi. Ecco in sintesi dimostrata la grandezza dell’impresa compiuta dall’allenatore toscano e dai suoi ragazzi.
La vittoria della svolta
Una grande impresa, non soltanto nei tre punti ottenuti, cosa che sembrava oramai impossibile per la Lazio contro il Milan, ma per la capacità di creare tante occasioni e di sprecarne poi troppe, di mettere in difficoltà un Milan con tanti problemi e di evidenziarli ancora di più fino a credere di poter ancora vincere dopo il pareggio beffa a 5 minuti dalla fine. Ma Baroni vuole ancora di più, anche se la soddisfazione emerge nelle interviste del post partita. “Quando ho detto che siamo una bella squadra, con un buon gioco, e che dobbiamo lavorare, penso che la squadra lo stia facendo. Ci servono queste partite. Serviva una gara di personalità, come siamo noi. Abbiamo fatto 20 tiri e 5 falli solamente. Siamo puliti. Dobbiamo crescere nella consapevolezza, nel credere.

Oggi sono contento per la prestazione, una vittoria meritata. L’unico errore è quando loro sono rimasti in 10, non abbiamo la struttura, dobbiamo giocare pallone su pallone”. Per Baroni la squadra deve sempre pensare a giocare e mai mettersi li a pensare. “Quando parlo di crescita parlo di gestione della gara. Nel primo tempo devi fare più di un gol perché abbiamo avuto tante occasioni, ma la squadra non deve pensare, portare una testa non conservativa, ma propositiva e quando lo fa arrivano i risultati. Sono contento perché ci serviva la vittoria, era importante”.
A testa bassa senza guardare la classifica
Era la sua gara 150 con la maglia biancoceleste e l’ha bagnata con un gol, ma soprattutto con una prestazione straordinaria tanto da farlo eleggere come migliore in campo, Mattia Zaccagni. “Noi non guardiamo la classifica, eravamo concentratissimi per la gara, abbiamo fatto una grande partita forse dovevamo chiuderla prima ma siamo felici di questi tre punti, li abbiamo sudati e ora pensiamo alla gara di giovedì. Pedro? Era l’uomo perfetto per battere un rigore a un minuto dalla fine, Pedrito è una campione, ha vinto tutto, sa cosa vuole dire segnare un gol all’ultimo. Abbiamo fatto tutti una grandissima prestazione, sono orgoglioso della squadra”.

Anche Baroni ha speso parole al miele per campione di Santa Cruz de Tenerife, “quando si calcia un rigore si sa che si può sbagliare. Ma Pedro è giusto che prendesse quel pallone, è straordinario, quando gioca, quando si allena, quando non gioca. Doveva tirarlo lui quel rigore e io ero fiducioso. In allenamento non sbaglia mai, ma dice che i rigori non si devono sbagliare in uno stadio importante di fronte alla gente”.