Contro Viktoria Plzen e Udinese, la Lazio ha palesato delle difficoltà fisiche, cedendo nella ripresa. Il tecnico ha evidenziato le difficoltà legate alle assenze e alle tante gare.
Che Lazio-Udinese fosse una partita complicata era abbastanza scontato. Che i biancocelesti (reduci da due maratone estenuanti contro Milan e Viktoria Plzen) evidenziassero problemi fisici e alla lunga andassero in difficoltà contro una formazione che aveva avuto nove giorni di riposo per preparare questa gara, era altrettanto pronosticabile; che la Lazio non affrontasse l’avversario più semplice del momento, reduce da quattro vittorie e un pareggio (sul campo del Napoli), nelle ultime cinque gare, è un dato di fatto.
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Che una squadra senza Rovella, Nuno Tavares, Castellanos, Hysaj, e con qualche elemento reduce da un vero e proprio tour de force, faticasse a trovare il giusto assetto, era ampiamente previsto. Tutte motivazioni che portano il tecnico e molti calciatori che si sono presentati davanti ai microfoni a fine gara a non disdegnare il punto guadagnato contro i friulani. Baroni ha giustamente evidenziato le difficoltà fisiche della squadra, rimarcando l’assenza dei titolari e la poca brillantezza.
Le domande al tecnico Marco Baroni
Il tecnico ha tutte le ragioni del mondo per giustificare il secondo tempo della squadra, ma allo stesso tempo, dovrebbe provare a spiegare che tipo di lavoro sta facendo per provare a far ritrovare brillantezza e freschezza alla sua squadra. Come pensa il tecnico di uscire da questo momento? Quale accortezze sta prendendo? Come sta gestendo la situazione e la rosa a disposizione? Baroni ha in mano l’intero gruppo e meglio di chiunque altro può trovare le soluzioni giuste per ritrovare la sua Lazio. Ma ci sono alcune domande che nascono spontanee.
- Perchè non cercare una nuova brillantezza attraverso un utilizzo maggiore di alcuni calciatori lasciati in naftalina? Belahyane ha giocato due scorci di gara (con Venezia e Udinese) e non è stato preso in considerazione quando Rovella era out. Si capisce che al momento sembra un pesce fuor d’acqua.
- E’ stato giusto continuare a lasciare fuori squadra Luca Pellegrini, nel momento in cui Hysaj si è infortunato, costringendo Nuno Tavares, Lazzari e Marusic ad uno sforzo esagerato?
- Rimanendo sull’argomento: ieri a domanda specifica sull’utilizzo di Patric a centrocampo, il tecnico ha detto: “Non avevo nessuno in panchina”, spiegando poi che Dele Bashiru non era disponibile. Dichiarazioni che confermano un dato chiaro: nella sua testa Basic non è proprio contemplato. E’ stato quindi giusto inserirlo in lista? Se il centrocampista croato ha davanti Rovella-Guendouzi-Vecino-Dele Bashiru-Belahyane e anche Patric, ha avuto senso preferirlo ad un terzino, nel momento in cui sulle fasce si era infortunato Hysaj?
- Nel girone d’andata il tecnico era solito ruotare gran parte della rosa in vista del doppio impegno; da gennaio ad oggi questa cosa è venuta meno. Rovella ha giocato 926 minuti su 1170, Guendouzi 1170 su 1260, Castellanos, prima dell’infortunio, era stato spremuto. La stessa cosa sta accadendo ora con Isaksen, che nelle ultime cinque partite ha saltato solo diciassette minuti. Non c’è il rischio di un eccessivo utilizzo per certi calciatori?
- Vecino nel girone d’andata si è infortunato dopo aver giocato sette gare consecutive (cosa che non accadeva da anni). Sapendo che sarebbe stato titolare con il Viktoria Plzen (per l’esclusione di Rovella), è stato saggio schierarlo anche ieri dal primo minuto?
Domande che ne nascondono una: al di là della speranza di recuperare qualche calciatore al momento infortunato, quale altra soluzione si sta studiando per far ritrovare brillantezza alla squadra?