Il contatto in area di rigore tra Delprato e Romagnoli, al quarto minuto di recupero, grida vendetta. E non si tratta dell’unico episodio controverso che riguarda la Lazio
Quanti punti mancano in classifica alla Lazio in questo campionato per colpa delle sviste arbitrali? Quanti errori hanno visto penalizzare i biancocelesti? La domanda assilla i tifosi della squadra capitolina, all’indomani dell’ennesimo episodio controverso che si è verificato nei minuti finali di Lazio-Parma. Il contatto in area di rigore tra Delprato, difensore gialloblù e Romagnoli, che stava provando a controllare la sfera in area gialloblù, grida vendetta.
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Ma non si tratta dell’unico episodio che ha visto i biancocelesti lamentare errori o interpretazioni del tutto soggettive del regolamento. Perchè una delle grandi piaghe che hanno condizionato il cammino della squadra di Baroni risulta essere proprio la mancanza di uniformità nel giudizio. Episodi simili sono stati spesso interpretati in modo diverso. E nella stragrande maggioranza dei casi, con decisioni avverse alla Lazio.
Stesso episodio, valutazioni diverse: Lazio sempre penalizzata
Prendete ad esempio il contatto tra Dodò e Nuno Tavares nel recupero di Fiorentina-Lazio. Il giocatore della Fiorentina effettua il cross e il laziale, non potendo fermare la sua corsa, gli frana addosso: ma dopo che aveva già giocato il pallone e quando era anche fuori dal campo. L’arbitro, richiamato dal Var, punì il contatto con il penalty: scelta opposta durante Lazio-Torino, quando Maripan franò su Rovella, dopo che il laziale aveva giocato il pallone in area granata. La spiegazione data al mancato intervento, fu che il granata non si sarebbe potuto fermare e che il contatto è stato quasi involontario. Qual era la differenza rispetto al rigore assegnato contro i biancocelesti a Firenze?

Il contatto tra Delprato e Romagnoli è identico ad almeno altri tre episodi episodi che sono stati valutati diversamente: l’intervento di Caicedo su un giocatore della Fiorentina in una gara disputata nel 2018, quello di Huijsen su Castellanos lo scorso anno e quello di Theo Hernandez su Dodò in Fiorentina-Milan di questa stagione. Tre episodi puniti con il penalty: discorso inverso per la Lazio. La cosa che ha indispettito i calciatori biancocelesti e i tifosi, è che nell’occasione, non c’è stato neanche un silent ceck: nessun controllo, nessuna voglia di provare a capire cosa fosse realmente accaduto.
Due derby, stesso episodio, valutazioni diverse
Tra gli episodi simili e giudicati in maniera diversa, se ne registra un altro: nel derby d’andata Taty Castellanos fu (giustamente) espulso per aver reagito con un calcio ad un intervento di Hummels. Il laziale venne punito con due giornate di squalifica. Nella sfida di ritorno Saelemaekers ha fatto lo stesso con Gigot: nessun calcio, ma un pugno sferrato sulla coscia del laziale dopo un battibecco. In quel caso nessuna sanzione.

Quantificare quanti punti ha in meno in classifica la Lazio è un’esercizio quasi impossibile. Troppi i fattori che potrebbero far variare questa valutazione: i rigori, qualora concessi, andrebbero comunque segnati (particolare di non poco conto visto anche Lazio-Bodo e la poca precisione al tiro dei biancocelesti), e non si può definire con certezza cosa sarebbe accaduto nelle sfide in cui certe decisioni non sono state prese (in Parma-Lazio è impossibile stabilire l’esito finale della gara se al primo minuto il gol, regolare, di Rovella non fosse stato annullato).
Quanti punti mancano alla Lazio? L’elenco degli episodi
Senza cadere troppo nel vittimismo e senza esagerare (non consideriamo quindi il rigore non concesso a Zaccagni in Lazio-Udinese e quello non assegnato a Rovella con il Torino), prendiamo solo in esame tre gare: Fiorentina-Lazio, Juventus-Lazio e Lazio-Roma. Il rigore assegnato a Dodò è arrivato nel recupero ed è stato decisivo per il risultato finale. Se Douglas Luiz, che ha colpito in modo evidente con una gomitata Patric, fosse stato espulso (eravamo all’83’), è lecito pensare che la Juve non avrebbe sbloccato il risultato due minuti più tardi, con il brasiliano protagonista a centro area. Così come, in caso di espulsione di Saelemaekers (episodio arrivato un minuto dopo il gol del vantaggio laziale di Romagnoli) è probabile che i giallorossi, sotto di un gol e in inferiorità numerica, avrebbero fatto molta più fatica a trovare il pareggio.

Provate a rileggere oggi la classifica assegnando quattro punti in più alla Lazio (uno a Firenze, uno a Torino e uno nel derby) e togliendone due alla Fiorentina, due alla Juve e uno alla Roma. In un campionato in cui le distanze sono nettamente ridotte, la graduatoria sarebbe decisamente diversa e il calo (seppur evidente) mostrato nel ritorno, avrebbe avuto effetti decisamente meno pesanti sulla classifica. E sulle ambizioni della squadra di Marco Baroni.