I numeri della difesa spaventano i tifosi. La Lazio, tra le squadre che lottano per l’Europa, ha mostrato dei limiti evidenti in difesa. “Baroni deve per forza cambiare rotta”
Nelle trentaquattro giornate di campionato, la Lazio ha subito quarantacinque gol. Un numero impressionante, se paragonato alle dirette concorrenti per la zona Champions. La Juventus, che attualmente occupa la quarta posizione, ne ha presi trentuno, come l’Atalanta; un gol in più lo ha subito la Roma (trentadue, quasi tutti nella prima parte di stagione, prima dell’arrivo di Ranieri), mentre il Bologna ne ha subiti trentasette. Anche Fiorentina e Milan hanno fatto meglio: trentaquatro le reti subite dai viola, contro i trentotto del Milan.
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La difesa resta il tallone d’Achille della squadra di Marco Baroni. I tanti gol subiti hanno infatti spesso vanificato il lavoro effettuato dagli attaccanti e i tanti gol segnati (la Lazio ha il terzo miglior attacco della serie A, con cinquantasette reti, alle spalle di Inter e Atalanta). Il problema è di natura tattica o di caratura generale della squadra? Il dubbio infiamma tifosi, cronisti e addetti ai lavori.
Baroni e la difesa: “Se giochi con quattro attaccanti, non vai lontano”
Nel corso di una lunga diretta su Radio Olympia, i toni si sono accesi, con divisioni nette e prese di posizione chiare. “La Lazio non può permettersi di giocare con quattro attaccanti e almeno un terzino che spinge”, viene ribadito in studio. “Con soli tre difensori bloccati e due mediani, la difesa è sempre messa sotto pressione. La Lazio gioca con due centravanti (Dia e Castellanos), due attaccanti esterni (Isaksen e Zaccagni) e sempre un estreno difensivo che attacca: Nuno Tavares, Pellegrini o Lazzari. Se sdtai bene fisicsamente, come accadeva nella prima parte della stagione, puoi anche permettertelo. Ma oggi, con più di quaranta partite giocate e con la stanchezza che emerge, vai in difficoltà”.

I numeri sono eloquenti. “Questo tipo di atteggiamento lo stai pagando soprattutto nelle gare casalinghe. Quando sei chiamato a fare la partita e per forza di cose attacchi e ti esponi. Se giochi con questo atteggiamento, un gol lo prendi sempre. Quello che mi chiedo è: la Lazio è in grado oggi di fare sempre due gol agli avversari per vincere? La risposta è sotto gli occhi di tutti. Basta guardare il cammino casalingo della squadra. Diverso è invece il discorso in trasferta, quando spesso la Lazio affronta formazioni che provano a fare la partita”.
“La difesa e gli schemi contano poco. Il problema è la cilindrata mentale”
Cosa è cambiato rispetto all’inizio della stagione? “Semplice – viene ribadito in studio – ad inizio stagione la Lazio era più fresca e se prendeva gol aveva la capacità di risegnarli. Fateci caso: anche nel periodo migliore, sono pochissime le gare in cui la Lazio ha vintop le sue gare casalinghe senza prendere gol. Ricordo solo il Bologna, quando i rossoblù restarono in dieci dopo venti minuti e il Genoa. Per il resto tu hai spesso dovuto recuperare: penso a Lazio-Venezia, Lazio-Empoli, Lazio-Milan, Lazio-Verona. Se stai bene fisicamente ce la fai, ma a maggio inoltrato, con la stanchezza che incombe, diventa più complicato”.

Di diverso parere è Armando Fioretti, cronista del Tg 56, che ribadisce. “Io non credo che se la Lazio si fosse messa bassa, avrebbe vinto 1-0 in stile Reja. Il problema non è tattico. Ma è di cilindarata mentale. Non credo che il problema della Lazio sia dettato da aspetti tattici. Io prendo in prestito le parole di mister Sarri. Anche in quell’occasione c’erano dei black out. Lui parlava di cilindrata mentale. Noi abbiamo dei buoni giocatori, ma non con una cilindrata mentale da top club. La differenza tra una grande squadra e una di medio livello è tutta nella concentrazione, nell’attenzione. La Lazio ha tanti calciatori che hanno momenti di amnesia. E quello lo paghi alla fine. Io non credo che il problema della Lazio sia tattico. Ma che sia un discorso di rosa”.
La difesa e l’attacco al centro della discussione: “Ma se non giocavi così….”
“Il problema è uno – ribatte Mauro Simoncelli – se questa squadra non ha un bomber prolifico o un trequartista eccezionale, in grado di inventarsi il gol in ogni momento, avrebbe la forza di andare a segnare almeno un gol a partita? Baroni ha sempre ripetuto che la nostra difesa è l’attacco e lo dice perche se non attacca con intensità, questa squadra il gol non lo tira fuori. Io non ho la certezza che giocando in modo diverso, i risultati sarebbero arrivato ugualmente”.

Dichiarazione che accende ulteriormente il dibattito: “Ma a Napoli, contro l’Atalanta, contro lo stesso Genoa, la Lazio come ha giocato? Non è stata più equilibrata in campo? In queste partite poi, non hai mai giocato con quattro punte: con Atalanta e Napoli c’era Dele Bashiru trequartista, a Genova Marusic esterno alto. Ribadisco: se stai bene, puoi provare anche a giocare con quattro punte. Ma se i tuoi attaccanti sono leggermente appannati, allora i rischi sono più alti dei vantaggi. E oggi, Isaksen, Dia e Zaccagni non vivono certamente il loro momento di forma migliore. Schierarli tutti insieme, soprattutto nelle gare in casa, non è fruttuoso”.