I fatti, i personaggi, le storie e le partite disputate dalla Lazio nella sua storia il 7 maggio. Il racconto di una gara rimasta nella storia: decisiva per la corsa allo scudetto
Ci sono torti arbitrali destinati ad essere ricordati per sempre. Ci sono partite che non verranno mai accantonate, che resteranno indelebili nelmente di chi le ha vissute. Il 7 maggio del 2000, la Lazio sale a Bologna, con la speranza di agganciare la Juventus in testa alla classifica. Una settimana prima i biancocelesti di Sven Goran Eriksson hanno vissuto una domenica incredibile, coincisa con l’inaspettata e per certi versi clamorosa riapertura del campionato.
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A tre giornate dalla fine la Lazio si trovava a meno cinque dalla vetta della classifica, occupata dalla Juventus. Mentre i biancocelesti battevano il Venezia allo stadio Olimpico, i bianconeri crollavano a Verona, sotto i colpi di Cammarata. L’attaccante gialloblù segnò una doppietta che permise alla Lazio di riportarsi a meno due. La penultima giornata vedeva i biancocelesti impegnati sul campo del Bologna, mentre la Juve ospitava il Parma, ancora in corsa per l’Europa. Oltre quindicimila tifosi raggiungono la squadra in Emilia Romagna, per sostenere Salas e compagni.
7 maggio del 2000: la Lazio batte il Bologna, a Torino accade di tutto
Il Dall’Ara si colora di bianco e celeste. I tifosi accompagnano la squadra e la sostengono, giurando fedeltà e passione fino al termine del campionato. Le due gare partono in contemporanea. Dopo venti minuti i biancocelesti sbloccano il risultato con Sergio Conceiçao, che sfrutta un assist di Mancini e insacca da sotto misura. La Lazio aggancia momentaneamente la Juve in testa alla classifica. Ma nel giro di pochi minuti, la situazione cambia: la Juve segna con Del Piero e Beppe Signori (ex dal dente particolarmente avvelenato) pareggia per il Bologna. All’intervallo la Juve è virtualmente campione d’Italia, con quattro punti di vantaggio sulla Lazio.

Nella ripresa accade di tutto: la Lazio si getta all’attacco e trova il vantaggio con Diego Pablo Simeone, che devia da sotto misura un calcio di punizione di JJuan Sebastian Veron. Dopo pochi minuti Salas svetta di testa e insacca il pallone del 3-1. Ad un minuto dalla fine, mentre Signori segna il suo secondo gol, i tifosi della Lazio esplodono in un urlo disumano. Il Parma trova a Torino il gol del pareggio con Fabio Cannavaro. Una rete che porterebbe all’aggancio in vetta alla classifica.
Scandalo a Torino: i tifosi in rivolta
Ma la gioia dei tifosi della Lazio dura pochi secondi. L’arbitro De Santis, tra lo stupore generale, annulla il gol del difensore del Parma. Una decisione imbarazzante. Rivedendo le immagini, è facile verificare come nell’area di rigore della Juventus non sia accaduto assolutamente nulla: nessun contatto, nessuna spinta, nessun fallo di confusione (come se ne vedono tanti nei sedici metri). De Santis annulla la rete, tra lo stupore di Cannavaro e di Malesani, tecnico del Parma, che in panchina non si capacita della scelta del direttore di gara.

Una scelta assurda, che manda su tutte le furie i giocatori, i dirigenti e i tifosi della Lazio. Uno dei torti arbitrali più clamorosi della storia del calcio. Una scelta che spalanca alla Juve le porte dello scudetto e che porta i tifosi biancocelesti ad accumulare una rabbia senza precedenti. Che nella settimana successiva si tramuta in una serie di manifestazioni. I tifosi della Curva Nord scendono in Piazza sotto Via Allegri, poi interrompono una tappa del Giro d’Italia che passa per la capitale. Urlano al mondo intero la voglia di non assistere ad un epilogo simile a quello della stagione precedente. Le proteste continueranno anche la settimana successiva, prima dell’inizio di Lazio-Reggina, ultimo turno di campionato. Una storia che racconteremo tra sette giorni…