Accadde oggi 12 maggio: uno scudetto, una Coppa e un compleanno storico

I fatti, i personaggi e le gare più importanti vissute dalla Lazio nella sua storia il 12 maggio. Giorno in cui il mondo biancoceleste ha festeggiato un tricoore, una Coppa Italia. E giorno del compleanno di un tecnico rimasto nella storia

Ci sono date impresse nella memoria. Giornate che rimarranno scolpite per sempre nella storia di un club. Il 12 maggio resterà per sempre un giorno speciale per la Lazio e per tutto l’ambiente biancoceleste. E’ il giorno in cui la squadra di Tommaso Maestrelli conclude una stagione trionfante, portando a casa uno scudetto unico. Il primo nella storia del club ed arrivato dopo un biennio eccezionale. Il 12 maggio del 1974 otre ottantamila spettatori hanno atteso la vittoria del titolo, accompagnando in una sorta di lunga seduta spiritica, la fine di una sfida rimast nella leggenda.

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12 maggio
Accadde oggi 12 maggio: uno scudetto, una Coppa e un compleanno storico – lalazio.com

La Lazio di Giorgio Chinaglia batte il Foggia 1-0: da una parte i biancocelesti alla ricerca di un successo che regalerebbe loro lo scudetto, dall’altra i satanelli, che cercano disperatamente punti salvezza. E’ la sfida del cuore per Tommaso Mastrelli e per Luciano Re Cecconi, che a Foggia hanno passato alcuni tra gli anni più belli ed esaltanti della loro storia calcistica. Il match è duro, equilibrato, e nel primo tempo gli attacchi della Lazio sembrano inconcludenti.

12 maggio 1974: “Una partita allucinante”

La difficoltà della gara è spiegata con dovizia di particolari da Giancarlo Oddi, stopper della Lazio di Maestrelli, che in un’intervista che ci ha concesso in esclusiva, ha ricordato: “Fu una partita allucinante. Ancora oggi sono convinto di non aver mai faticato così tanto in tutta la mia vita come in quei novanta minuti. Io non avevo saliva in bocca. Ho giocato tutto il tempo in apnea. Un caldo torrido, tutto lo stadio biancoceleste, la grande emozione, l’attesa di un’intera città. Ancora mi chiedo come ho fatto a reggere per novanta minuti”.

Lazio-Foggia 1974
12 maggio 1974: “Una partita allucinante” – lalazio.com

La svolta arriva nelripresa: il difensore del Foggia Scorsa, colpisce il pallone con un braccio e porta l’arbitro Panzino a fischiare il calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Chinaglia: “Giorgio i rigori li batteva sempre allo stesso modo: male! Ma alla fine faceva gol. Contro la Juventus tirò un rigore vergognoso, che se Zoff resta fermo lo para senza fatica. Noi ogni volta che Chinaglia andava sul dischetto eravamo preoccupatissimi, ma sapevamo che non potevamo dire niente. Se ne avesse sbagliati tre di fila, avrebbe comunque tirato il quarto. Alla fine quello contro il Foggia fu anche calciato meglio di altri. E fece gol,come sempre”. Una rete decisiva per il titolo.

Corradi e Fiore show: la Lazio vince la Coppa Italia

A distanza di trent’anni, i biancocelesti si aggiudicano un trofeo indimenticabile: la Coppa Italia. I biancocelesti, guidati da Roberto Mancini in panchina, sconfiggono nella doppia finale la Juventus di Marcello Lippi. La gara d’andata termina 2-0 per la Lazio, trascinata da una splendida doppietta di Stefano Fiore.

Juve-Lazio 2004
Corradi e Fiore show: la Lazio vince la Coppa Italia – lalazio.com

Nel ritorno la Juve parte forte e pareggia i conti ad inizio ripresa (gol di Trezeguet e Del Piero, viziato da un fallo di mano clamoroso). Ma proprio nel momento più difficile, la Lazio esce fuori: Corradi si avventa su un corner di Sinisa Mihajlovic e segna il gol del 2-1, poi è ancora Fiore a battere il portiere bianconero. Il gol che chiude i conti ed apre la festa biancoceleste.

Tanti auguri a Zdenek Zeman

Il 12 maggio del 1974 nasce a Praga Zdenek Zeman. Un tecnico che, come forse nessun altro, è stato capace di dividere tifosi ed opinione pubblica. Per la sua visione calcistica e per le sue battaglie fuori dal campo. Zeman non è tipo da compromessi o mezze misure. O si odia o sia ama. O si è con lui, o contro di lui. Ancora oggi, tra i tifosi biancocelesti e gli appassionati di calcio, ci si divide tra chi lo considera un maestro e chi invece ne mette in dubbio le reali capacità. Zeman è il tecnico capace di trionfi straordinari (4-0 a Milan e Juventus, 8-2 alla Fiorentina, 6-3 alla Sampdoria, 7-1 al Foggia, 5-0 al Napoli in 45’) e di incredibili scivoloni. E’ l’allenatore capace di esaltare al massimo le qualità offensive dei suoi attaccanti, ma di curare solo in minima parte la fase difensiva.

Zeman
Tanti auguri a Zdenek Zeman- lalazio.com

I tifosi laziali sapevano benissimo che le partite non potevano mai ritenersi chiuse, se non al fischio finale. Una volta la sua Lazio fu capace di recuperare tre gol di svantaggio contro l’Ajax. La leggenda narra di uno Zeman che durante l’intervallo si è rivolto ai suoi giocatori con semplici e dirette parole: “Ora cominciamo a giocare”. Finì 4-4. Allo stesso tempo, in una trasferta a Torino contro la Juventus di Lippi, la sua Lazio fu capace di uscire sconfitta 4-2, dopo essere andata al riposo sul vantaggio di 2-0. I numeri in biancoceleste di Zeman sono impressionanti: nella sua prima stagione alla guida della Lazio portò a casa un secondo posto, le semifinali di Coppa Italia e i quarti di finali di Coppa Uefa, segnando, nelle tre competizioni, 98 gol.

La crisi, l’addio e il passaggio alla Roma

Il secondo anno chiuse al terzo posto in campionato, deludendo nelle coppe (fuori al secondo turno in Coppa Italia e in Uefa) ma non nei gol segnati: 76 in 42 gare. La crisi arrivò al terzo anno. La sua avventura si chiuse a Gennaio, dopo la rovinosa sconfitta casalinga (1-2) contro il Bologna, che portò la sua Lazio al quart’ultimo posto in classifica. Cragnotti lo sostituì con Zoff, suo predecessore in panchina. Il vecchio Dino non solo riequilibrò una nave che sembrava destinata alla deriva, ma portò la Lazio in Europa dall’alto del quarto posto, al termine di una cavalcata esaltante. Da quel momento in poi il rapporto intenso tra Zeman e la Lazio si è deteriorato per sempre.

Zeman
La crisi, l’addio e il passaggio alla Roma – lalazio.com

I tifosi che erano scesi in piazza per lui e che avevano organizzato una raccolta firme per confermarlo alla guida della squadra, subirono l’onta più grande: il passaggio del loro idolo sulla panchina della Roma. Lo stesso Zdenek, probabilmente come forma di rivincita personale nei confronti di una società che lo aveva esonerato, sposò il progetto Roma, immedesimandosi in un ambiente completamente diverso da quello laziale. Anche nelle dichiarazioni e nelle prese di posizione successive all’esperienza romana, Zeman si è sempre professato più vicino al mondo giallorosso che a quello biancoceleste. La rivincita laziale si è consumata sul campo. Nel suo primo anno alla guida della Roma, Zeman perse quattro derby consecutivi, tra campionato e Coppa Italia. Un record difficilmente raggiungibile e che ancora oggi rappresenta un vanto per la tifoseria laziale.

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