Dibattito aperto sui problemi evidenziati dalla Lazio nei match casalinghi: “Senza un fantasista, in grado di sbloccare le gare più complicate, la squadra non va da nessuna parte”
Una vittoria in dieci gare disputate allo stadio Olimpico: questo il magro bottino casalingo della Lazio di Baroni nel corso degli ultimi sei mesi. Numeri che non possono certamente essere accostati ad una squadra costruita per raggiungere posizioni di prestigio in campionato. Il black out casalingo ha condizionato in modo evidente il cammino dei biancocelesti, incapaci di ottenere i risultati decisivi per scalare la classifica.

Dalla vittoria casalinga contro il Bologna, datata 24 novembre, Zaccagni e compagni hanno sconfitto solo il Monza, ultimo in classifica: nelle restanti gare hanno ottenuto sette pareggi e due sconfitte. Pensare ad un caso o ad un fatto isolato è ormai riduttivo. La Lazio ha un problema serio, emerso in tutta la sua franchezza negli ultimi incontri. Ma cosa succede alla squadra quando si trova a preparare le gare casalinghe?
“Manca un numero dieci in grado di inventare gioco e risolvere le gare più difficili”
“Per me il motivo è prevalentemente legato alla costruzione di questa squadra – è stato ribadito nel corso di un’accesa diretta su Radio Olympia – alla quale manca un numero dieci. Un fantasista in grado di accendersi e di sbloccare le gare più complicate. Perchè la Lazio va meglio in trasferta che all’Olimpico? Semplice, perchè quando gioca fuori casa, spesso incontra avversari che tendono a non arroccarsi. E alla fine, con spazi più ampi, il risultato arriva. Quando invece all’Olimpico arrivano avversari più attenti a coprirsi, servirebbe l’estro di un fantasista, di un numero dieci in grado di accendersi e inventarsi una giocata”.

Nasce un confronto con la Lazio dello scorso anno. “Tutti hanno rimpianto l’assenza di Immobile, ma andrebbe fatto un ragionamento diverso: la Lazio non ha perso il Ciro Immobile che segnava trenta gol a stagione; bensì un giocatore che l’ultimo anno ne aveva fatti sette in campionato e che anche in questa stagione in Turchia è stato protagonista di alti e bassi. Numericamente, Dia ha fatto meglio dell’ultimo Immobile. Il problema è che questa squadra non ha sostituito Luis Alberto e Felipe Anderson. I due calciatori di fantasia che ti permettevano dal nulla di creare un’occasione da gol. Quello, per me, è stato il problema. E non è un caso che all’Olimpico si faccia più fatica”.
“Non abbiamo centrocamopisti che segnano: quello è il problema principale”
Di tutt’altro avviso Armando Fioretti, cronista del Tg 56: “Io non sono d’accordo: secondo me a questa squadra mancano centrocampisti che segnano. Guendouzi ne ha fatto uno, Rovella nessuno. Non è questione di numero dieci. E’ proprio questione che ti mancano mezzale in grado di inserirsi. Guardate Vecino: quando entra, si sa che dal nulla può creare i presupposti per un’occasione da go. Il Napoli ha Mctominay, l’Inter Frattesi: alla Lazio i due centrocampisti non segnano e non tirano mai in porta”, ha dichiarato a Radio Olympia.

“Ma la Lazio – ribadisce Mauro Simoncelli – gioca in modo diverso. Se ha quattro attaccanti, i due mediani sono obbligati a fare un lavoro diverso. Se attaccassero pure loro, non coprirebbe più nessuno. Infatti loro due si propongono solo nel finale di alcune partite quando c’è l’arrembaggio, o magari, come ha fatto Rovella, facendo qualche assist. E’ un modo di giocare diverso”. Concetto ribadito in studio: “Teoricamente, noi dovremmo considerare i gol di Dia, come quelli di un centrocampista, visto che fa il trequartista nella Lazio. O se la immaginiamo con il 4-4-2, allora dovremmo annoverare tra i gol dei centrocampisti, quelli segnati da Zaccagni e Isaksen. E’ proprio un modo diverso di giocare. Per me alla Lazio manca un numero dieci, un giocatore di fantasia”.
Ribadisce Simoncelli: “La Lazio ha segnato 59 gol, più del Bologna, del Milan, della Juve, della Fiorentina, del Napoli e della Roma: è il terzo attacco del campionato. Non credo che il problema di quest’anno sia il gol. Magari lo è stato l’equilibrio e i tanti errori difensivi. Ogni partita ne contiamo uno. Guardate il movimento di Romagnoli sul gol di Kolo Muani…”.