Le sfide più avvincenti disputate dalla Lazio il 19 maggio nella sua storia. Un successo prestigioso, il primo in Europa e una gara che segna l’addio di un grande bomber
Un successo atteso da tempo, un sogno che si avvera. Il 19 maggio del 1999 la Lazio vince l’ultima edizione della Coppa delle Coppe, il suo primo trofeo internazionale, in una notte che rimarrà nella storia della più antica e gloriosa società della capitale. Per un capolavoro del genere era obbligatoria una serata di gala: lo scenario è il Villa Park di Birmingham, i protagonisti sono i calciatori scelti e diretti dalla coppia Eriksson – Cragnotti e gli attori non protagonisti sono rappresentati dai giocatori del Mallorca, avversari di turno, capaci di giocare una gara tutto cuore con la quale hanno messo in difficoltà i biancocelesti.
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La vittoria proietta la Lazio in una dimensione mai vista: con il successo in Coppa delle Coppe infatti, la Lazio entra nel gotha del calcio europeo, realizzando i sogni del presidente Cragnotti che dal suo ingresso nel pacchetto azionario biancoceleste sperava di poter portare la sua squadra in vetta alle classifiche mondiali. Per una notte l’Europa del calcio ha ammirato e festeggiato con i biancocelesti.
19 maggio, Birmingham si colora di bianco e celeste
La Lazio parte fortissimo: al settimo Pancaro effettua un lancio lunghissimo che taglia in due la difesa avversaria; Vieri studia la traiettoria, si avventa sulla palla e con un salto imperioso anticipa tutti colpendo di testa. La palla prende una traiettoria fantastica, impennandosi prima, per poi abbassarsi di scatto alle spalle del portiere Carlos Roa. E’ il goal del vantaggio. Fantastiche le immagini di esultanza dei tifosi laziali presenti in curva: i replay mostrano i volti dei supporters che seguono il viaggio del pallone verso la porta, per poi lasciarsi andare alla gioia più sfrenata. Ma è una gioia illusoria: dopo quattro minuti infatti Stankovic (quello del Mallorca) sfugge a Pancaro, entra in area e serve un pallone invitante al centro sul quale Dani si avventa come un fulmine e pareggia.

La gara è dura, equilibrata: Vieri si infortuna alla testa e torna in campo con un turbante. Nesta, nella ripresa, salva sulla linea un tentativo degli spagnoli.Al trentaseiesimo arriva la svolta. La Lazio attacca in maniera confusa: Salas prova a girare un pallone al limite dell’area per Vieri. Il gigante laziale (incurante della fasciatura) si avventa sulla palla in contrasto con Marcelino, creando una carambola che porta la sfera dalle parti di Nedved. Il centrocampista ceko non ci pensa su due volte: si gira velocemente e lascia partire un destro dal limite dell’area di rara potenza e precisione che si va ad insaccare alla sinistra di Roa.
Il Villa Park è scosso da un boato imperioso. I tifosi giunti da Roma capiscono che il sogno sta per materializzarsi e si lasciano andare ad un’esultanza sfrenata. E’ il goal che proietta la Lazio nell’Olimpo del calcio europeo e che regala una serata di festeggiamenti, in Inghilterra e nella capitale.
Giordano saluta la Lazio: la gara d’addio
La sfida tra Lazio e Juventus, ultima giornata del campionato 84-85, disputata allo stadio Olimpico il 19 maggio del 1985, non verrà certo ricordata come una delle più importanti della storia dei due club, ma per un aspetto sentimentalmente indimenticabile: l’ultima apparizione di Bruno Giordano con la maglia biancoceleste. La gara d’addio di un calciatore amato, apprezzato e che si è permeato nella storia del club capitolino: arrivata al termine di una stagione complicata, nel bel mezzo di una crisi societaria, con l’ombra del fallimento dietro l’angolo e con una squadra (originariamente costruita per lottare per la parte della classifica) retrocessa all’inizio del girone di ritorno. Bruno Giordano si congeda dal mondo biancoceleste dopo anni di gol, numeri di alta scuola, giocate di prestigio e momenti da ricordare. Affronta i bianconeri sapendo che da li a breve avrebbe messo fine ad una delle pagine più importanti e romantiche della sua carriera da calciatore.

Chiude la sua avventura laziale tra reti e rimpianti, conscio di non aver mai avuto l’opportunità di confrontarsi con le big del calcio italiano e di aver sempre dovuto fare i conti con problemi di varia natura. Lo spirito d’animo con il quale affronta l’ultimo turno è significativo e viene confermato dalla reazione alla rete del vantaggio, che Giordano segna dopo neanche tre minuti: Calisti si invola sulla destra e crossa un bel pallone al centro, sul quale Garlini si avventa; il colpo di testa è parato da Tacconi, ma il centravanti della Lazio si precipita sulla ribattuta e ribadisce in rete da due passi. Una volta segnato il gol del vantaggio, Giordano reagisce con rabbia. Agita per due volte il pugno verso il basso, mostrando ai tifosi tutto il suo stato d’animo.
Gli ultimi gol di Bruno Giordano con la Lazio
Sa perfettamente che sta per lasciare la Lazio, la sua città, il suo mondo. E lo fa dopo una delle stagioni più complicate; nella quale anche lui avrebbe voluto fare di più. Il resto della gara è un turbinio di emozioni. Prima dell’intervallo la Juventus ribalta il risultato, con le reti di Platini (su calcio di punizione) e Brio (su corner). Poi, nella ripresa, arriva anche la terza rete bianconera, siglata da Scirea con un bel colpo di testa in tuffo.

Ma Giordano non ha nessuna voglia di chiudere la sua avventura laziale con una brutta sconfitta e suona la carica: è lui a realizzare dal dischetto il rigore che riapre la partita (con un tiro secco e centrale) e a servire a Podavini l’assist per il definitivo 3-3. Un risultato pirotecnico, al termine di una stagione negativa: l’ultimo regalo ad una piazza che ha amato e che ha segnato una parte indelebile della sua crescita sportiva.