Accadde oggi 20 maggio: addio al calcio di un vero numero uno

Il 20 maggio nella storia della Lazio si celebra il saluto ad uno dei portieri più forti della storia: che lascia il calcio dopo sette anni a difesa della maglia biancoceleste

Il 20 maggio del 2007 lo stadio Olimpico si riunisce per celebrare un numero uno eccezionale. Uno dei portieri più forti e completi che abbiamo mai vestito la maglia biancoceleste. Un portiere che ha chiuso la sua carriera con un palmares eccezionale, fatto di scudetti, Coppe e un titolo Mondiale.

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20 maggio
Accadde oggi 20 maggio: addio al calcio di un vero numero uno – lalazio.com – La Presse foto

Angelo Peruzzi, arrivato nella capitale a giugno del 2000, per difendere i pali di una Lazio che ha appena vinto lo scudetto, lascia il calcio giocato, tra gli applausi dello stadio Olimpico di Roma: sul campo i biancocelesti affrontano il Parma, in una gara che ha poco da dire dal punto di vista tecnico. La Lazio di Delio Rossi ha già conquistato matematicamente la qualificazione in Champions League al termine di un percorso eccezionale. Una stagione iniziata con la penalizzazione post Calciopoli e conclusa tra gli applausi. Peruzzi è uno dei leader della squadra, e poche settimane prima della sfida casalinga contro il Parma, ultimo impegno casalingo, disputato il 20 maggio, ha annunciato la volontà di appendere al chiodo scarpini e guanti da portiere.

20 maggio 2007, tutti in piedi per Angelo Peruzzi

Quarantamila persone si ritrovano allo stadio Olimpico. Solo per lui. Peruzzi si trascina un infortunio e parte dalla panchina: al suo posto c’è Tommaso Berni, all’esordio in campionato. Ma tutto lo stadio aspetta solo il momento giusto per tributargli il giusto applauso. Angelo Peruzzi entra in campo a meno di dieci minuti dalla fine. Per lui è il giorno della passerella finale. Il primo a corrergli incontro e ad abbracciarlo è proprio Berni, poi arrivano gli altri compagni.

Peruzzi
20 maggio 2007, tutti in piedi per Angelo Peruzzi – lalazio.com – La Presse foto

Al triplice fischio finale, l’Olimpico gli dedica applausi e un omaggio particolare. Peruzzi prende sulle spalle il figlio Mattia (che a distanza di una decina d’anni vestirà la maglia della Lazio, difendendo i pali della squadra Primavera), gli mette i suoi guanti e lo porta con se per un applauditissimo giro di campo. Si gode fino all’ultimo istante i cori e l’entusiasmo del pubblico, che lo ha difeso ed idolotrato per sette anni.

L’arrivo alla Lazio e il mancato feeling con Mancini

Nei quali ha messo in evidenza tutta la sua straordinaria classe. Peruzzi era un portiere completo: forte fisicamente, agile come un gatto, spesso imbattibile quando si trovava di fronte ad un avversario lanciato a rete. Attento nelle uscite basse e con i piedi, era una vera e propria sicurezza per tutti i suoi compagni. Il tallone d’Achille erano i tanti infortuni che lo hanno spesso condizionato, bloccandolo in alcuni momenti chiave. Ma ci troviamo di fronte ad uno dei portieri più forti e completi dell’intero panorama calcistico italiano. Arriva nella capitale l’estate del 2000 e difenderà i pali biancocelesti per sette anni: stagioni intense, dove vivrà emozioni di ogni tipo: la lotta scudetto, i rischi legati al fallimento, la vittoria della Coppa Italia, il ritorno in Champions League, stagioni anonime con il rischio di una cocente retrocessione e vicissitudini di ogni tipo.

Peruzzi
L’arrivo alla Lazio e il mancato feeling con Mancini – lalazio.com – La Presse foto

Nella prima gara in maglia biancoceleste vince la Supercoppa italiana prendendosi la rivincita sull’Inter, ma quello resterà di fatto il suo unico trionfo con la Lazio. Nel 2003 è tra i primi a firmare il “piano Baraldi”, che consisteva nel dilazionare gli stipendi arretrati che il club doveva ancora pagare ai calciatori. Una mossa che permise alla società di potersi iscrivere al campionato. La firma di Peruzzi, uno dei leader dello spogliatoio, servì da sprone per tanti compagni. La stagione successiva però, iniziarono i dissapori con il tecnico Mancini. Peruzzi fu uno dei primi a non gradire l’atteggiamento di un tecnico che, da una parte chiedeva ai suoi giocatori di ritardare l’incasso degli stipendi arretrati, e dall’altra si faceva quadruplicare l’ingaggio. I rapporti tra i due furono tesi, fino al giorno in cui Mancini lasciò la Lazio per trasferirsi all’Inter.

L’addio al calcio e l’arrivederci alla Lazio.

L’estate del 2004 Peruzzi parte per gli Europei. Quando torna, trova un nuovo presidente e una squadra rivoluzionata. Con Lotito, inizialmente i rapporti sono buoni, poi negli ultimi mesi qualcosa si rompe. L’estate del 2006 sembra intenzionato a chiudere con il calcio, ma dopo aver parlato col tecnico Delio Rossi e col direttore sportivo Sabatini, decide di restare ancora un anno. La Lazio infatti era stata coinvolta nello scandalo calciopoli e avrebbe iniziato la stagione con una forte penalizzazione.

Peruzzi
L’addio al calcio e l’arrivederci alla Lazio. – lalazio.com – La Presse foto

Peruzzi non lascia la nave, nonostante sia spesso limitato da infortuni. Gioca un ultimo, straordinario campionato e trascina la Lazio al terzo posto e al ritorno in Champions League. Gioca partite incredibili, tanto da portare i tifosi e i dirigenti a chiedergli di continuare. Ma la decisione ormai è stata presa e contro il Parma, il 20 maggio 2007, gioca la sua ultima gara in serie A. Lascia la Lazio, con la quale tornerà a lavorare da dirigente una decina di anni dopo. Occupa un ruolo dirigenziale, a stretto contatto con la squadra. Sono anni importanti per lui e per la Lazio, che con la sua guida fuori dal campo e quella di Simone Inzaghi in panchina, vince tre coppe in cinque anni.

 

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