La gara di domenica sera potrebbe rappresentare ancora molto per i colori biancocelesti alla rincorsa del miglior piazzamento nelle coppe europee del prossimo anno, ma per alcuni protagonisti potrebbe anche essere la gara dei saluti
La volata finale di un campionato mai così equilibrato, emozionante e incerto per tutte le posizioni di classifica, comincerà stasera con le due partite che assegneranno lo scudetto, ma avranno poi un’importante appendice domenica sera con le altre gare che dovranno stabilire le squadre che disputeranno le competizioni europee la prossima stagione e determinare le ultime due società che saranno costrette a seguire il Monza in serie B. Anche per i biancocelesti sarà una gara fondamentale perchè al momento devono tenersi stretti il posto in Conference League senza compiere passi falsi contro il Lecce, ma anche con la concreta possibilità di giocare competizioni anche più prestigiose se Juventus e Roma non riuscissero a loro volta a fare bottino pieno.

Per gli uomini di Baroni comunque finirà sarà stata una stagione positiva, partita tra mille incognite e più di un mugugno da parte della piazza, alla fine la squadra ha sempre mantenuto una posizione di assoluto rilievo in classifica, ha sfiorato la semifinale di Europa League, persa soltanto all’ultimo rigore, mettendo in mostra sempre un gioco coraggioso e propositivo. E quella di domenica sera potrebbe essere per alcuni giocatori l’ultima passerella in maglia biancoceleste.
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Per alcuni sarà l’ultima all’Olimpico
Ancora novanta minuti e poi si chiuderà un’altra stagione. Lazio-Lecce dovrebbe ratificare ai biancocelesti una posizione in classifica che permetterà di disputare le coppe europee anche nel prossimo anno, l’obiettivo minimo probabilmente a inizio stagione, ma visti i presupposti estivi, neanche così scontato. Quella di domenica sera potrebbe essere comunque l’ultima gara in maglia biancoceleste per alcuni giocatori, tra rumors di mercato e problematiche di rinnovo contrattuale. Ecco perchè tutti vorrebbero essere in campo contro il Lecce, per onorare fino all’ultimo la maglia che hanno indossato.

Chi, molto probabilmente più di tanti altri, avrebbe desiderio di scendere ancora una volta per difendere i pali della porta laziale, è Ivan Provedel, il portiere partito titolare a inizio stagione, che ha finito per perdere il posto a fine marzo, dopo il pareggio interno contro il Torino, e lasciare lo spazio a Mandas. Provedel è arrivato alla Lazio nella stagione 22-23 con Sarri in panchina, mettendo subito in mostra le sue grandi doti che lo avevano portato, dopo tanta gavetta alla soglia dei 30 anni, a giocarsi la chance di una grande squadra in una grande piazza. Portiere completo, dedito al lavoro, pochissimi errori e tante partite da grande protagonista con parate quasi impossibili. Uno dei tasselli fondamentali per le stagioni che hanno portato la Lazio al secondo posto in classifica e alla conseguente qualificazione in Champions League con la terza difesa del campionato.
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La solitudine dei numeri Uno
Una certezza in quegli anni, una titolarità neanche minimamente messa in discussione anche grazie a una continuità di rendimento eccezionale. Indimenticabile il suo esordio nella competizione europea più importante. Potrebbe essere diversamente per un portiere che all’ultimo minuto, di quelli concessi come recupero dall’arbitro, si avventura in area di rigore avversaria come mossa della disperazione e trova di testa il gol del pareggio nella prima partita casalinga di Champions League? Ivan Provedel è stato anche questo, un gol che ha fatto la storia del calcio italiano ed europeo, un gol bellissimo e importantissimo contro l’Atletico Madrid del Cholo Simeone, che ha consentito ai biancocelesti di iniziare bene quel percorso che li porterà poi fino agli ottavi di finale della competizione.

Nel secondo anno anche l’ex portiere dello Spezia ha risentito della strana stagione, il cambio di allenatore in corsa e tutto quello che ne concerne. Poi quest’anno chissà perchè i giudizi su di lui sono cambiati, nonostante la squadra continuasse a stupire sia in campionato che in Europa, Provedel per tutti era l’anello debole del nuovo giocattolo di Baroni. Alcuni gol più sfortunati che altro, alcune sconfitte roboanti non certo completamente per demerito suo, ma soprattutto quel brusio tipico di questa città, come se qualcosa nella considerazione comune si fosse rotto. Il pareggio subito nei minuti finali contro il Torino all’Olimpico a fine marzo, era la giornata numero 30, gli è costato il posto. Dentro Mandas e all’apparenza tutti contenti. La Lazio ha continuato il suo bel percorso anche grazie alle parate del portiere greco, ma alla fine i numeri dicono altro. 51 i punti conquistati dalla Lazio in 29 partite con Provedel titolare, per una media di 2,68 a partita, con 15 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. 14 invece quelli ottenuti dai biancocelesti con Mandas tra i pali, 3 vittorie e 5 pareggi, media 1,75 a partita!

Mandas non ha conosciuto ancora la parola sconfitta, però non possiamo affermare con certezza che quelle subite prima erano tutte per colpa di Provedel. Mai una polemica, mai una parola fuori posto, probabilmente però l’avventura alla Lazio di Ivan è ai titoli di coda. Forse in questi casi è meglio separarsi per il bene di tutti, il mercato potrebbe riservare tante sorprese e allora domenica sera sarebbe bello vedere Provedel tornare a difendere la porta biancoceleste un’ultima volta, magari sotto quella curva Nord che è saltata in aria come un vulcano quel giorno contro l’Atletico Madrid, per festeggiare comunque insieme una meritata qualificazione europea.