La stagione è appena andata in archivio e c’è da metabolizzare il mancato risultato finale che deve però portare la società a una profonda analisi di quello che non ha funzionato, ripartendo però da un unico dato certo
Dopo la grande delusione subita nell’ultima giornata di campionato, con l’incredibile sconfitta casalinga che ha impedito di fatto alla Lazio di disputare le competizioni europee del prossimo anno, l’intero ambiente biancoceleste si interroga sul futuro prossimo della società alla luce del grande attestato di fede e passione mostrato dalla gente laziale nel corso dell’intera stagione, dove ha fatto registrare la quinta media spettatori paganti d’Italia, sopra la Juventus e poche migliaia di spettatori in meno del Napoli Campione d’Italia.

Una stagione che alla fine si è rivelata solo un brutto sogno, partita tra la contestazione e lo scetticismo generale per l’operato della società sul mercato e nella scelta del nuovo allenatore, per concludersi con un pugno di mosche in mano, per la prima volta dopo otto anni fuori anche dalle coppe europee, dopo aver cullato a lungo la possibilità addirittura di qualificarsi alla Champions League. Ma la clamorosa disfatta casalinga contro il Lecce nell’ultima giornata ha riportato tutti alla realtà.
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Una stagione difficile da giudicare
Una sconfitta brutta, inaspettata e mortificante. La stagione della Lazio si è conclusa con una delusione enorme che ha impedito alla squadra biancoceleste di centrare la qualificazione a una competizione europea, traguardo mancato dopo 8 partecipazioni consecutive. E pensare che oltre 55mila spettatori domenica scorsa erano accorsi allo stadio Olimpico addirittura cullando una difficile, ma matematicamente ancora possibile qualificazione addirittura alla Champions League. Una partita iniziata nel solito grande entusiasmo della gente laziale, ma finita tra i fischi di una piccola contestazione che questa volta non ha preso di mira come sempre la società, ma ha coinvolto anche tecnico e giocatori. Un’annata quasi difficile da commentare, un vorrei ma non posso che ha caratterizzato tutte le competizioni alle quali la Lazio ha partecipato.

Anche lo stesso cammino in Europa League ha visto un percorso entusiasmante fermarsi soltanto ai calci di rigore, dopo aver accarezzato la rimonta contro il Bodo/Glimt. Una stagione che ha visto però la gente laziale sempre al fianco della propria squadra, sia in casa sia in trasferta, quando non hanno impedito, chiudendo il settore ospite, di seguirla. La media delle presenze della Lazio infatti è risultata al termine della stagione la quinta assoluta con 44390 mila spettatori a partita, 843000 spettatori totali, dietro soltanto a Milan, Inter, Roma e Napoli, ma davanti a Juventus, Fiorentina e Bologna. Sorprende il dato dell’ultima giornata dove contro il Lecce si sono presentati allo stadio Olimpico ben 55mila laziali, contro i 53mila tifosi del Napoli che hanno festeggiato lo scudetto contro il Cagliari.
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Un patrimonio da custodire
La gente laziale ha quindi risposto presente ancora una volta, nonostante una stagione che non prometteva grandi cose, vista la campagna acquisti e cessioni operata dalla società, ma la passione resta tanta e la voglia di gioire insieme ai propri beniamini anche. Tante le partite che sono state caratterizzate da oltre 60mila spettatori paganti, senza considerare le sei partite di Europa League che hanno visto sempre oltre 40mila presenze sugli spalti, con il picco dei quasi 70mila che hanno provato a spingere la squadra alla remuntada nei quarti di finale, che poteva aprire le porte a una storica semifinale. Un patrimonio da conservare gelosamente, anzi da coltivare, una passione da cavalcare con una gestione importante della società, allestendo una rosa competitiva per portare sempre più entusiasmo. Intento comunque ampiamente ribadito in un comunicato ufficiale che la società ha emesso all’indomani della delusione contro il Lecce.

“Prima ancora di ringraziarvi per il sostegno costante, sentiamo il dovere di chiedervi scusa per questo finale di stagione che ha compromesso, irrimediabilmente, quanto di buono era stato costruito”, ha scritto la società assumendosi la responsabilità della debacle finale, “in un campionato dalle due facce, con una prima parte anche esaltante, il risultato contro il Lecce ci ha lasciato fuori dalle competizioni europee dopo otto stagioni di qualificazioni consecutive. Le responsabilità sono nostre: Società, allenatore e squadra. Di tutti, tranne voi tifosi che, ancora una volta, avete dimostrato un sostegno straordinario, appassionato e instancabile” si legge ancora nella nota. Poi la promessa finale, “noi esistiamo perché ci siete voi. Questa delusione sarà il punto di partenza per tornare più forti, più uniti e più motivati che mai, con l’obiettivo di riportare la Lazio dove merita di stare. Continueremo a lottare insieme – squadra, Società e tifosi – per onorare i nostri colori e conquistare nuovi traguardi”, ma prima c’è da allestire una squadra adeguata per affrontare al meglio la prossima stagione e non tradire di nuovo la fiducia della gente laziale.