La clamorosa sconfitta casalinga nell’ultima giornata contro il Lecce, non soltanto ha escluso i biancocelesti dalle competizioni europee, ma potrebbe avere dei risvolti pesanti sulla gestione tecnica della squadra
Inutile girarci intorno. L’ambiente laziale è ancora sotto shock per l’assurdo, quanto imprevedibile, ma soprattutto umiliante finale di campionato che si è consumato domenica sera allo stadio Olimpico. Nessuno, né la gente laziale, che aveva ancora una volta risposto presente arrivando in massa allo stadio, né squadra, staff tecnico e società, avevano mai pensato di riuscire a rovinare l’intera stagione con gli scellerati novanta minuti finali da giocare in casa contro una squadra invischiata nella lotta per non retrocedere.

Invece l’incapacità di rimontare lo 0-1, giocando più di un tempo addirittura in superiorità numerica, ha di fatto non soltanto impedito alla Lazio, dopo otto anni consecutivi, di non qualificarsi per le competizioni europee, ma ora apre una voragine tecnica ed economica che probabilmente rischia di risucchiare la società e dalla quale non sarà per niente facile uscire, soprattutto per una società abituata a gestire in maniera oculata ogni euro che serve per allestire una rosa e da dare come ingaggio ai giocatori che la compongono.
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Un fallimento dai risvolti drammatici
Anche se la Lazio in questi 20 anni della gestione Lotito non ha mai fatto vedere lungimiranza nel cercare di programmare le cose per un periodo più lungo dell’annata calcistica, la sconfitta nell’ultima giornata in casa contro il Lecce, non soltanto non ha permesso ai biancocelesti di qualificarsi in Conference League e proseguire quindi l’avventura europea per il nono anno consecutivo, ma molto probabilmente costringerà la società a stringere ancora di più la cinghia in una spending rewiew già iniziata lo scorso anno e che ora, senza la ribalta della coppe, potrebbe diventare ancora più pesante. Un progetto fallito sul nascere, dopo soltanto un anno dall’averlo sbandierato come un programma triennale di ripartenza e dopo aver salutato la scorsa estate alcuni dei giocatori della vecchia guardia che tanta gloria e onori avevano portato alla causa biancoceleste.

Un nuovo corso che, insieme a un allenatore scelto proprio per determinate caratteristiche, avrebbe dovuto accompagnare i nuovi vecchi arrivati negli ultimi due anni e tutta la campagna acquisti portata a termine dal direttore Fabiani il 31 agosto scorso. Tutto già concluso, finito, interrotto sul più bello. Allenatore già esautorato e messo alla porta, giocatori deprezzati da un’annata non certo brillante, e la ricerca di un nuovo tecnico che come al solito porterà tempo prezioso per intavolare possibili trattative di mercato. Mercato ecco! Che giocatori adesso la società sarà in grado di portate nella Capitale per un’annata che vedrà i biancocelesti impegnati soltanto sul fronte campionato più l’appendice Coppa Italia?
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La Lazio ora ha perso appeal
La mancanza della ribalta europea potrebbe innescare un’escalation di situazioni molto difficili da gestire e risolvere per la società. Meno soldi a disposizione, perchè mancheranno inevitabilmente tutti gli introiti che sicuramente sarebbero arrivati al termine della campagna europea da poter già inserire in un bilancio futuro. La società ad esempio è già chiamata a pagare alcuni acquisti che erano stati dilazionati negli ultimi due anni, Rovella, Pellegrini e Tavares su tutti. Inoltre c’è la concreta possibilità che uno o più dei giocatori che hanno rappresentato l’asse portante della squadra in questa stagione possano chiedere di andare via di fronte a offerte più allettanti sia dal punto di vista tecnico, la possibilità di giocare ancora in Europa ad esempio, sia dal punto di vista economico, che costringerebbero la società a tornare sul mercato anche per sostituirli. Ma rimane sempre anche la questione di persuadere nuovi giocatori ad accettare la destinazione romana, sponda Lazio, pur senza disputare le coppe e la sempre prestigiosa ribalta europea.

Oramai nel calcio moderno la visibilità è tutto, va oltre anche la scelta tra diversi livelli tecnici di due squadre, e una squadra che milita in Europa avrà sicuramente più appeal e la possibilità di dare uno stipendio migliore di una fuori dalle coppe. Figuriamoci per la Lazio che da sempre ha sempre mostrato una certa “attenzione” negli ingaggi dati ai propri tesserati. Anche la questione rinnovi potrebbe essere influenzata dalla mancata qualificazione europea e da tutto quello che ne consegue. Intanto dovendo disputare soltanto una quarantina di partite, non servirà una rosa così larga il prossimo anno, ecco che quindi alcuni dei giocatori, che attendevano da tempo un adeguamento promesso dell’ingaggio, potrebbero non essere accontentati e scegliere di guardarsi altrove. Insomma un deciso passo indietro dalle molte incognite che non lascia ben sperare per il futuro prossimo della squadra biancoceleste.