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Lazio: se sarà Sarri bis, c’è un intero centrocampo da ricostruire

La Lazio, dopo la clamorosa sconfitta casalinga nell’ultima giornata contro il Lecce, che ha escluso i biancocelesti dalle coppe europee, si appresta per l’ennesima volta a voltare pagina 

Il primo incontro è andato in scena ieri sera in un noto ristorante della zona a Nord della Capitale. Una cena che doveva servire all’entourage del tecnico toscano e al direttore sportivo della Lazio per parlarsi e provare a sondare quanto fosse concreta la possibilità di un ritorno di Maurizio Sarri e spianare così la strada a un successivo vertice tra lo stesso Sarri e il presidente Claudio Lotito. Un déjà vu inimmaginabile soltanto 15 mesi fa, quando l’ex tecnico di Juventus e Napoli decise di rassegnare le dimissioni dalla panchina biancoceleste.

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La clamorosa sconfitta nell’ultima giornata di campionato, in casa contro il Lecce per 0-1, ha sancito il fallimento finale di una stagione partita in sordina e con tanta diffidenza da parte di tutto l’ambiente, ma che invece ha finito per coinvolgere ed entusiasmare tutti i tifosi, felici di vedere una squadra giocare bene, vincere sia in Italia che in Europa, restando stabilmente tra le posizioni di vertice della classifica. Ma non tutto poi è filato per il verso giusto e la settima posizione finale, che ha condannato i biancocelesti, per la prima volta dopo otto partecipazioni consecutive, a restare fuori dalle competizioni europee, ha di fatto interrotto il rapporto di fiducia della società con l’allenatore Marco Baroni.

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Un possibile clamoroso ritorno

Impossibile dimenticare la spasmodica attesa di quei giorni. La più che ventennale storia di Simone Inzaghi alla Lazio si era conclusa in malo modo dopo quel colpo di clacson all’uscita di Villa San Sebastiano che sembrava precludere alla fumata bianca di un rinnovo di contratto, ma che invece era soltanto l’ultimo saluto prima del trasferimento sulla panchina dell’Inter e che portò all’iniziò della suggestione Maurizio Sarri. Un nome finalmente importante, un allenatore famoso, conosciuto, vincente, internazionale, una risposta giusta da parte della società a una piazza che si era cominciata a fare tante domande sul dopo Inzaghi. Un quinto e uno strepitoso secondo posto che voleva significare ritorno in Champions League nei primi due anni del vate toscano, una splendida utopia che ha rapito la tifoseria biancoceleste.

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Poi le cose in casa Lazio s’incrinano all’improvviso, i rapporti cambiano, i risultati diventano più impellenti e Sarri nel marzo del suo terzo anno dice basta e rimette il suo mandato a un sorpreso presidente Lotito. 15 mesi dopo tutto potrebbe ricominciare, Sarri torna a essere quell’allenatore in grado di ridare un po’ di speranza a una tifoseria disperata, ma in attesa della firma che sancisca un back to back clamoroso. Serve individuare anche i nomi dei giocatori che l’allenatore toscano dovrà avere a disposizione per giocare il suo 433. Due sono le certezze, la vecchia guardia che nei primi due anni aveva e si era esaltata nel tiky taka sarriano praticamente non c’è più e un centrocampo da ricostruire quasi interamente, reparto nevralgico del gioco dell’allenatore toscano.

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Un reparto da rifondare

Immobile, Luis Alberto, Milinkkovic Savic, Felipe Anderson, Cataldi, tutti giocatori indispensabili a Sarri per applicare al meglio le sue teorie di gioco, non ci sono più. Il nuovo corso della Lazio è stato inaugurato la scorsa estate proprio con le partenze eccellenti di questi giocatori straordinari, persino leggendari, ma arrivati a fine corsa dal punto di vista fisico e degli stimoli. Se Castellanos e Dia in attacco, e Isaksen con Zaccagni sugli esterni, possono provare a ricreare le trame offensive del tecnico toscano, è a centrocampo che il buco è diventato una voragine. Rovella e Guendouzi potrebbero essere anche funzionali al centrocampo a tre che chiede Sarri, playmaker basso o all’occorrenza mezzala, entrambi potrebbero surrogare un Cataldi, ma sicuramente nessuno dei due  potrà mai essere né Luis Alberto né tantomeno Milinkovic Savic. Quantità, tecnica, visione di gioco, assist e gol. Quei due avevano tutto, era perfetti per l’ex tecnico del Chelsea e si integravano alla perfezione.

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Non sarà facile per la società trovare sul mercato un paio di giocatori dalle stesse caratteristiche in grado di garantire le due fasi di gioco e la finalizzazione dello stesso. Ci sarebbe anche Vecino, molto utilizzato da Sarri sia come mezzala sia come centrale dei tre a centrocampo, che ha sempre mostrato duttilità, esperienza e la capacità di arrivare a riempire l’area di rigore, doti sempre apprezzate dal mister, ma l’uruguaiano ad agosto compirà 35 anni e soprattutto è in scadenza di contratto e la società per ora ha sempre glissato sulla possibilità di un rinnovo. Insomma se sarà un Sarri bis la palla passera a Lotito e Fabiani che dovranno scovare sul mercato gli uomini giusti per un reparto da sempre nevralgico nelle idee di calcio del mister toscano.

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