Sarri torna alla Lazio: come sono andati tutti i tecnici richiamati in panchina?

Da Lorenzo a Reja, da Zoff a Lovati: ecco come sono andate le seconde avventure dei tecnici che sono tornati ad allenare la Lazio prima di Maurizio Sarri

Tutto pronto per la seconda avventura di Maurizio Sarri sulla panchina biancoceleste. Il tecnico toscano ha dato l’ok definitivo al direttore sportivo Angelo Fabiani, che lo ha raggiunto a Figline Valdarno, per limare gli ultimi dettagli. Tra martedì e mercoledì arriverà nella capitale e metterà la firma sul contratto che lo legherà al club biancoceleste per i prossimi due anni (più opzione per il terzo).

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Ritorni in panchina
Sarri torna alla Lazio: come sono andati tutti i tecnici richiamati in panchina? – LALAZIO.COM

Il tecnico tonerà a sedersi sulla panchina della Lazio, che aveva lasciato a marzo del 2024, dopo due anni e mezzo. Ha voglia di rilanciarsi e di riprendere il cammino interrotto bruscamente. E’ carico, voglioso e stimolato da tanti fattori: conosce alla perfezione l’ambiente e gran parte della rosa che si ritroverà ad allenare; non avrà impegni europei, che ha sempre mal digerito, e rispetto a quindici mesi fa, ha avuto ampie garanzie da parte del club. Ritrova una Lazio che ha ottenuto due settimi posti e che ha voglia di rilanciarsi, con un nuovo progetto. Il Sarri bis stimola i tifosi, che sperano di rivevere le emozioni delle prime due stagioni nelle quali il Comandante era alla guida della squadra.

Quelli che non sono riusciti a ripetersi: due nomi su tutti

Ma come si sono comportati tutti i tecnici che prima di Sarri sono tornati a sedersi sulla panchina della Lazio dopo un primo addio? Il tecnico toscano è solo l’ultimo, in ordine cronologico, ad aver avuto una doppia esperienza sulla panchina della Lazio. Il primo in assoluto fu Mario Sperone, che guidò la squadra per due stagioni (dal 1949 al 1951) ottenendo per due volte il quarto posto in classifica. Il tecnico lasciò la capitale, per tornarci nel 1953. La sua seconda avventura però non fu particolarmente fortunta e si concluse con l’esonero dopo 25 giornate.

Juan Carlos Lorenzo
Quelli che non sono riusciti a ripetersi: due nomi su tutti – lalazio.com

La storia si ripete agli inizi degli anni sessanta. Nel 1963 il club biancoceleste chiama in panchina Juan Carlos Lorenzo, giovane allenatore argentino molto quotato. La Lazio chiude la stagione all’ottavo posto e saluta il tecnico, che tornerà nella capitale l’estate del 1968: tre stagioni (una promozione dalla B alla A e l’esordio di Giorgio Chinaglia) e il nuovo addio, che coincide con l’avvento di Tommaso Maestrelli in panchina. Sarà proprio Chinaglia, una volta tornato in Italia e diventato presidente del club a richiamarlo, nella stagione 84-85. Lorenzo, ormai agli sgoccioli della sua carriera, regala il peggio di se: tra risultati negativi (la Lazio chiude la stagione con la retrocessione in B) e gesti scaramantici ai limiti dell’assurdo, Lorenzo lascia un pessimo ricordo, rovinando quanto di buono era stato in gradio di fare negi anni precedenti.

Gli allenatori che hanno lasciato il segno nella loro seconda avventura alla guida del club

Negli anni novanta è toccato a Dino Zoff vivere una doppia, anzi una tripla, avventura sulla panchina della Lazio. Dal 1990 al 1994 guida i biancocelesti, poi viene trasformato in presidente del club da Sergio Cragnotti (desideroso di non perdere un uomo della sua capacità ed esperienza). A gennaio del 1997, con la Lazio ad un passo dalla zona retrocessione, Zoff torna in panchina e trasforma la squadra, chiudendo al quarto posto. La storia si ripete nel 2001: dopo l’addio di Eriksson (che l’anno precedente aveva vinto lo scudetto, ma si era già accordato con la Federazione inglese per guidare la nazionale), Zoff torna alla guida dei biancocelesti, realizzando un miracolo eccezionale e sfiorando lo scudetto. Tre avventure incredibili.

Reja e Zoff
Gli allenatori che hanno lasciato il segno nella loro seconda avventura alla guida del club – lalazio.com – La Presse foto

Avventura simile per Edy Reja, chiamato da Lotito nel febbraio del 2010 per risollevare una squadra seriamente impelagata nella lotta per non retrocedere. Il friulano salva la Lazio e nelle due stagioni successive ottiene due quarti posti, sfiorando la qualificazione in Champions League. Lascia la capitale nel 2012, per poi tornare a gennaio del 2014, al posto di Pektovic (che lo aveva sostituito in panchina), dopo che quest’ultimo (come accadde tredici anni prima con Eriksson) si era accordato con la federazione svizzera. Reja rimette le cose a posto, allontanando la Lazio dalle sabbie mobili e sfiorando la qualificazione in Europa League.

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Un capitolo a parte lo merita Bob Lovati, che tra gli anni sessanta e i primi anni ottanta, si è trovato più volte a sedersi sulla panchina dei biancocelesti: per sostituire tecnici allontanati, per superare momenti di difficoltà e traghettare la squadra o per gestire in prima persona il club. Difficile elencare quante volte è stato chiamato a subentrare in corsa: l’unica certezza è che lo ha sempre fatto con la massima serietà e con l’amore che ha sempre messo a guida della Lazio. Sarri sarà chiamato a

 

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