Le partite, i fatti e i momenti più significativi vissuti dalla Lazio nella sua storia il 3 giugno. Giorno in cui si festeggiano un paio di giocatori storici e dove si ricorda una vittoria prestigiosa
Giocatori che hanno lasciato il segno, campioni d’Italia e calciatori nati nel settore giovanile biancoceleste ma capaci di mettersi in evidenza altrove, imponendosi e diventando leader di altre formazioni. Il tre giugno il mondo biancoceleste festeggia diversi compleanni. Su tutti quello di un centrocampista diventato un pilastro della Nazionale, ma che si è imposto solo dopo aver lasciato il club biancoceleste. Con il quale ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile, prima di esordire in A.
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Stiamo parlando di Luigi Di Biagio, centrocampista romano approdato giovanissimo alla Lazio grazie al talent scout Volfango Patarca e che ha esordito in prima squadra nella stagione 88-89, sul campo della Juventus. Non certo una gara come tutte le altre: Di Biagio venne lanciato nella mischia nel finale di gara da Giuseppe Materazzi. Sembrava l’inizio di un’avventura destinata a durare a lungo. Ma restò confinata in quella data. A giugno il presidente Calleri lo cedette al Monza, in cambio del cartellino di tal Massimiliano Nardecchia. Fu un grave errore. Di Biagio ha giocato campionati importanti in serie A, con Foggia, Roma, Inter, Brescia e Ascoli ed è diventato un pilastro della Nazionale.
3 giugno 2023, la Lazio agguanta il secondo posto
Il 3 giugno del 2023 la Lazio di Maurizio Sarri si impone 2-0 sul campo dell’Empoli, nell’ultima giornata di campionato. Un risultato che permette alla formazione biancoceleste di chiudere la stagione al secondo posto, alle spalle del Napoli di Spalletti. Uno dei migliori piazzamenti nella storia della società romana. Un risultato arrivato al termine di una stagione esaltante, che ha visto Felipe Anderson e compagni, toccare vette di gioco impressionanti. La Lazio di Sarri vince entrambi i derby con la Roma di Mourinho, sconfigge Inter, Milan e Juve all’Olimpico e il Napoli al Maradona.
Al Castellani di Empoli la Lazio gioca una gara autoritaria: sblocca il risultato nel primo tempo grazie ad un perentorio colpo di testa di Alessio Romagnoli su corner e trova il raddoppio nella ripresa, grazie ad un guizzo di Luis Alberto, che si inventa un gran tiro dal limite dell’area di rigore che batte il portiere avversario. L’ultima perla di una stagione esaltante, che riporta i biancocelesti in Champions League.
Tanti auguri ad Emanuele Concetti, campione d’Italia…e di pazienza
Romano, laziale, cresciuto calcisticamente a Trigoria ma esploso a Formello; miglior portiere di un edizione del torneo di Viareggio; campione d’Italia con la maglia biancoceleste; in panchina a Torino nel giorno in cui Simeone affossa la Juventus e il 14 maggio, giorno in cui i sogni si trasformano in realtá; in campo nella trasferta di Piacenza, diventata per tutti la gara della nebbia; titolare nella bolgia di Belgrado in una delle trasferte europee più calde della storia baincoceleste. Specialista dagli undici metri, capace in ben due occasioni, di pararne due nella stessa partita e di respingerne uno a Sergio Cragnotti.
Eccola in sintesi la storia calcistica di Emanuele Concetti, nato a Roma il 3 giugno del 1978. Solo due presenze in campionato con la maglia biancoceleste, sette in totale racchiuse in un’unica stagione: 2002-03. L’anno della Banda Mancini. La stagione in cui i calciatori si strinsero in gruppo superando mille difficoltà e riportando la Lazio in Champions. Il suo nome è scritto a chiare lettere nella maglia bandiera che porta gli autografi di tutti i firmatari del famoso “piano Baraldi” che ha permesso alla Lazio di iscriversi al campionato 2003-04 dilazionando il pagamento degli stipendi arretrati. Concetti ha fatto una discreta carriera. Non straordinaria come qualcuno poteva immaginare vedendolo protagonista nelle sfide dei giovani, ma certamente positiva. Ha aspettato pazientemente il suo turno, e quando è toccato a lui, non si è tirato indietro.
