Accadde oggi 5 giugno: il giorno dello spogliarello in campo

Le gare, i personaggi e i momenti più iconici accaduti nella storia della Lazio il 5 giugno, giorno in cui i biancocelesti sono protagonisti di un evento unico

Ci sono gare destinate a restare nella storia per l’importanza della posta in palio che rappresentano o semplicemente per la bellezza dei gesti tecnici che l’accompagnano. E altre che vengono ricordate per episodio particolari o per alcuni eventi storici che l’accompagnano. Lazio – Brescia, disputata allo stadio Olimpico di Roma il 5 giugno del 1988 è certamente una gara destinata a restare nel cuore e nella mente di tutti i tifosi della squadra biancoceleste.

5 giugno
Accadde oggi 5 giugno: il giorno dello spogliarello in campo – LALAZIO.COM

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Sul campo gli uomini di Eugenio Fascetti conquistano un successo importante e prestigioso, che a poche giornate dalla fine spalanca alla Lazio le porte della promozione in serie A. Ma gli occhi dei tifosi e degli appassionati sono tutti sugli spalti. A causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico in vista dei Mondiali di calcio di Italia 90, le ruspe hanno abbattuto la Curva Nord, lasciando le macerie al posto del cuore pulsante del tifo biancoceleste. Il settore che ospita gli Eagles Supporters, gli Irriducibili e i Viking (per citare i tre gruppi di riferimento del pubblico laziale di quegli anni) è il primo ad essere abbattuto. Nel giro dei mesi successivi la stessa sorte toccherà anche agli altri settori.

5 giugno 1988, il giorno dello spogliarello in campo

I tifosi biancocelesti espongono diversi striscioni: “Forza vecchio cuore biancazzurro, risorgi con la tua Curva”, campeggia sul tartan della Nord, accompagnato da “Lazio, lotta, vinci e torna grande”. La tifoseria organizzata si trasferisce in Curva Sud, dove viene esposto un enorme bandiera raffigurante un paio di occhiali celesti, con la scritta: “Noi vediamo solo biancazzurro”. Lazio e Brescia scendono in campo in questa atmosfera, in una gara destinata ad essere ricordata per un altro episodio.

Lazio-Brescia 1988 spogliarello
5 giugno 1988, il giorno dello spogliarello in campo – lalazio.com

Una scena che non si è mai ripetuta nella storia recente della Lazio. A metà primo tempo l’arbitro Nicchi ordina alla squadra di Fascetti di cambiare il colore dei calzoncini, che era identico a quelli indossati dai calciatori bresciani (entrambi avevano optato per il bianco). Dagli spogliatoi arrivano dei calzoncini blu, che vengono consegnati ai calciatori dal Team Manager Manzini e dai massaggiatori. Nel giro di pochi secondi, tutti i calciatori si muovono verso la panchina e iniziano un mini spogliarello: svestono i calzoni bianchi e indossano quelli blu, tra la curiosità del pubblico. La Lazio si impone 2-0 (reti di Piscedda e Rizzolo) e guadagna un successo fondamentale per la promozione in A.

Tanti auguri a Juan Pablo Carrizo… l’uomo della Gambeta

Personalida, suerte, gran arquero. L’estate del 2007 le radio laziali non facevano altro che mandare in onda stralci delle radiocronache effettuate dai cronisti argentini che esaltavano le doti di Juan Pablo Carrizo. La Lazio aveva individuato nell’estremo difensore, titolare della nazionale argentina, il sostituto naturale di Angelo Peruzzi, che dopo una carriera straordinaria e sette anni a difesa dei pali biancocelesti, aveva deciso di appendere scarpini e guanti al chiodo. L’allora Direttore sportivo Walter Sabatini aveva individuato in Carrizo il portiere giusto a cui affidare i pali laziali. Lo aveva seguito da vicino in un viaggio in Sudamerica e dopo averlo visto all’opera con la maglia del River Plate aveva deciso di portarlo in Italia.

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Tanti auguri a Juan Pablo Carrizo… l’uomo della Gambeta – lalazio.com – La Presse foto

A colpire il dirigente laziale fu l’enorme personalità con la quale Carrizo dirigeva la difesa e i suoi modi (decisamente poco tradizionali) di interpretare il ruolo di numero uno. Carrizo infatti, non solo era il dominatore assoluto della propria area di rigore, ma si divertiva anche ad affrontare in veri e propri duelli gli attaccanti avversari. Juan Pablo si faceva servire il pallone dai compagni, aspettava il pressing degli avversari e si esaltava in dribbling ai danni dei malcapitati attaccanti: un gesto chiamato Gambeta. Giocate che lo esaltavano e che mandavano in delirio il pubblico di casa. Carrizo era amato da tutto il popolo argentino. Molto più acclamato e osannato degli attaccanti che si mettevano in luce in patria.

Dalla “Carrizomania” ai fischi dell’Olimpico

La Lazio lo aspetta un anno (in quell’estate non riesce a tesserarlo a causa delle regole sugli extracomunitari) poi lo ufficializza l’estate del 2008. Nell’ultimo anno in Argentina vince il titolo con il River Plate. Quando arriva in Italia lo fa da protagonista assoluto. In pochi lo hanno visto all’opera, tra tifosi e addetti ai lavori. Eppure intorno alla sua figura si è costruito ormai un vero e proprio mito. Il giorno della sua presentazione a Formello il centro sportivo biancoceleste viene invaso da quasi 2000 tifosi impazziti. L’esaltazione continua durante tutta l’estate. I tifosi lo riempiono di attenzioni durante tutto il ritiro pre campionato. Intorno alla sua figura si è creato un interesse talmente alto da coinvolgere anche i calciatori delle altre squadre. “Mi incuriosisce molto Carrizo della Lazio – arriva a dire Gigi Buffon, numero uno azzurro – ne ho sentito parlare tanto. Vorrei vederlo all’opera”.

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Dalla “Carrizomania” ai fischi dell’Olimpico – lalazio.com – LA Presse foto

E’ ufficialmente esplosa la Carrizomania. Purtroppo sul campo il numero uno argentino sarà incapace di confermare le lusinghiere attenzioni. Dopo una buona partenza, Juan Pablo ripeterà gli imbarazzi mostrati da Muslera la stagione precedente. Per un portiere sudamericano l’ambientamento nel nostro calcio è molto complicato. Il suo modo autoritario e le sue intenzioni, mal si sposano con i risultati personali. Carrizo è tanto coraggioso nei suoi dribbling, quanto impacciato tra i pali. Tanto spavaldo nei comportamenti, quanto timido negli interventi. Gioca tutto il girone d’andata, non riuscendo a lasciare il segno. Il 25 gennaio 2009 la Lazio crolla in casa contro il Cagliari. Sembra una partita stregata per i biancocelesti, che sbagliano due rigori con Rocchi e Zarate. Carrizo è colpevole in almeno un paio di goal rossoblu e quando, sull’1-4 si mette a dribblare un attaccante cagliaritano il pubblico si imbufalisce e lo fischia sonoramente. Rossi decide che è arrivato il momento di sostituirlo tra i pali. Dalla successiva trasferta di Genova contro la Sampdoria Muslera, che parerà un rigore a Bellucci, diventerà il numero uno e trascinerà la Lazio alla vittoria della Coppa Italia.

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