La società in questi giorni sta studiando insieme all’ex tecnico di Juventus e Napoli la strategia giusta per allestire la rosa adeguata per la prossima stagione
Il Sarri bis oramai è realtà. Il ritorno di Maurizio Sarri è arrivato come un fulmine a ciel sereno nell’empireo biancoceleste, dopo la clamorosa sconfitta interna nell’ultima giornata di campionato contro il Lecce, che ha di fato estromesso la Lazio, dopo otto partecipazioni consecutive, dalle coppe europee del prossimo anno. Una mossa che la società ha voluto fare appena possibile, per anticipare le strategie degli altri club interessati a Sarri, ma anche per dare un segnale finalmente diverso a tutto l’ambiente.

Tutto va più velocemente del solito. Soltanto due settimane fa terminava un campionato apertissimo, che ha deciso praticamente tutti i suoi verdetti proprio all’ultima giornata, e in questi giorni già si sta chiudendo una prima inedita finestra di mercato, nata per agevolate tutte quelle squadre impegnate nel nuovo Mondiale per Club che scatterà negli Stati Uniti a metà giugno, ed è stato anche già varato il calendario della stagione 2025-26. Anche la Lazio sta già pianificando le prime mosse in entrata e in uscita per programmare al meglio il primo campionato del Sarri bis.
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Le scelte del Comandante
Risolto il contratto con Marco Baroni, la Lazio ha scelto Sarri per ripartire con un nuovo corso, ben sapendo però che il tecnico toscano predilige un modulo molto diverso da quello adottato in campo in questa stagione dai biancocelesti. Il Comandante non deroga dal suo 433, vero marchio di fabbrica del sarrismo, ecco perchè la Lazio deve rimodellare la rosa per poter mettere in campo i giocatori adatti. La prima cosa da tenere in considerazione è che, senza il torneo europeo, i biancocelesti saranno chiamati a disputare soltanto le 38 giornate di campionato più almeno una di Coppa Italia, servirà quindi una rosa più snella tra i 19-20 giocatori, quindi primo sfoltire quella attualmente sotto contratto.

Poi ovviamente ci sarà da seguire le indicazioni del mercato e provare a valutare le eventuali richieste che altri club potrebbero fare per i cosiddetti big in rosa. Tavares ad esempio, appena riscattato dall’Arsenal per 5 milioni, proprio in questi giorni ha ricevuto un’ importante offerta dalla nuova squadra di Simone Inzaghi, offerta che la Lazio sta valutando. Sarri non ha posto veti sul laterale portoghese, per lui può partire, ovviamente per poi essere sostituito, perchè il terzino portoghese, al di là dei problemi fisici palesati nel corso dell’ultima stagione, rappresenta un portento in fase di attacco, ma molto meno attento in quella difensiva e sappiamo bene quanto invece l’ex tecnico del Chelsea tenga agli automatismi difensivi.
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Il futuro del Taty e di Isaksen
Castellanos e Isaksen potrebbero essere gli altri due cosiddetti big che, davanti all’offerta ritenuta congrua dalla società, potrebbero lasciare Roma. Anche per loro Sarri non opporrebbe resistenza, non perchè non li reputa all’altezza, ma soltanto in relazione alle caratteristiche tattiche che dovrebbero avere il centravanti e l’esterno d’attacco del suo 433. E’ innegabile che Sarri sia rimasto folgorato dalla soluzione “alla Mertens” per le sue squadre, un centravanti atipico, capace di muoversi per creare spazio agli inserimenti dei compagni, ma allo stesso tempo con un tiro secco e preciso se dovesse capitare di battere a rete. L’esperimento perfettamente riuscito per una decina di partite di Felipe Anderson, falso centravanti nella stagione del secondo posto quando Immobile ebbe un lungo infortunio, è lì a confermare questa teoria di gioco. Il nome di Raspadori infatti non è uscito a caso in questi giorni, un profilo perfetto per interpretare in maniera diversa il ruolo di centravanti.

Per Isaksen vale più o meno il discorso fatto per Nuno Tavares. Fermo restando l’integrità fisica completamente diversa dell’esterno danese, in grado infatti di disputare oltre 40 partite con Baroni nell’ultimo anno, è la sua anarchia tattica a preoccupare il Comandante. Isaksen è un bravissimo attaccante esterno, molto istintivo che ha anche imparato moltissimo al secondo anno di Serie A dal punto di vista tattico, ma l’indole è diversa, e a Sarri serve più un Felipe Anderson, soldatino perfetto a tutta fascia, quello che anche è diventato Zaccagni sulla corsia opposta. Attenzione meticolosa alla fase di non possesso, ma sempre pronto poi a provare le giocate in attacco.