Dopo i contrasti con Tudor e la stagione senza coppe, Guendouzi ritrova Sarri e prepara una nuova rinascita. Continuità, numeri e voglia di restare alla Lazio.
Fa sempre caldo nell’estate di Guendouzi. Prima Sarri, poi Tudor, ora di nuovo Sarri. I cambi in panchina, nel suo caso, significano anche sbalzi d’umore. Un anno fa – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – l’estate era stata agitata, segnata da un messaggio chiaro alla società: «Scegliete tra me e Tudor». Nessuna ambiguità, poi il tecnico croato ha facilitato la scelta con le sue dimissioni.

Pace ritrovata per il centrocampista, dopo i vecchi dissapori mai sanati vissuti ai tempi del Marsiglia. Il ritorno in coppia alla Lazio aveva solo riacceso vecchie ruggini. La convivenza era diventata impossibile. Adesso è tornato il Comandante, può fare da garante per una nuova ripartenza. La parentesi si era chiusa bruscamente a marzo con il ko contro l’Udinese. Ma Guendouzi vive e gioca di emozioni forti, che si accendono e si spengono in fretta. Segue il carattere: vincente, istintivo, mai domo.
Avevano lasciato il segno le sue dichiarazioni dopo il pari di San Siro, il 2-2 con l’Inter che aveva mantenuto in vita il sogno europeo, ma con la Lazio appena sorpassata dalla Roma in classifica e scivolata al sesto posto. Il crollo con il Lecce, poi, ha aggravato i giudizi. Il mancato approdo in Europa – nemmeno alla Conference – ha lasciato strascichi.
«Il mio futuro? Speriamo di qualificarci per la Champions o per l’Europa League. Sono felice, darò tutto, poi vedremo. Dipende da tante cose…», aveva detto Guendouzi dopo San Siro. Tra quelle “tante cose”, oggi, c’è anche Sarri. L’allenatore che lo ha voluto e valorizzato. Una certezza che può cambiare la prospettiva.
Guendouzi, ritorno al passato con Sarri
Guendouzi tornerà al vecchio ruolo: da mediano del 4-2-3-1 si risposterà mezz’ala, in una posizione più dinamica e più offensiva. Dovrà migliorare nelle incursioni e, soprattutto, aumentare il contributo in zona gol. È il vero tallone d’Achille della sua carriera.

Anche all’Arsenal e al Marsiglia, il feeling con la rete è sempre stato intermittente: 4 gol nella Ligue 1 2021-22 resta il suo record. Alla Lazio ne ha segnati 3 nella prima stagione (2 in campionato, 1 in Coppa Italia), poi solo 1 nella stagione appena conclusa, a Torino, il 29 settembre. Da allora più nulla. Ma i suoi numeri più solidi restano quelli delle presenze.
Sono già 94 le partite in biancoceleste. Nell’ultima Serie A ha saltato solo Atalanta-Lazio, causa squalifica. Sempre presente nelle altre 37, sempre titolare, sempre dentro la partita. In Europa si è fermato tre volte. Le gare totali saltate in stagione sono state solo quattro.
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Pure l’anno prima, con tutte le tensioni del caso, aveva risposto sempre presente tranne che in tre occasioni: una squalifica e un problema al polpaccio. Un esempio di continuità rara, a cui oggi la Lazio non può più rinunciare. Le vacanze sono cominciate lunedì, dopo le fatiche con la Francia in Nations League: appena un minuto in campo nella finalina con la Germania. Ma ora può respirare. C’è Sarri, c’è Roma, c’è la voglia di restare e aiutare a tenere unito un gruppo pieno di interrogativi.