Gravina, la mossa disperata per tornare in sella: pioggia di critiche

Il presidente della Federcalcio dopo il rifiuto di Ranieri ha dovuto ripiegare su altri nomi e sta per chiudere l’accordo con tanti ex: ma è la soluzione giusta?

L’Italia è a un passo dal baratro per l’ennesima volta. La sconfitta con la Norvegia ha sancito, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che il calcio italiano è in una crisi infinita, ma non tanto per la debacle con Haaland e compagni quanto per le scelte che vengono fatte da persone che, invece, di dire basta e dimettersi, sono ancora lì a decidere come fare e disfare non tanto e solo della nazionale, quanto soprattutto sul calcio italiano.

Gabriele Gravina
Gravina, la mossa disperata per tornare in sella: pioggia di critiche (Ansa Foto) Lalazio.com

Dirigente che sono lì, a via Allegri, da anni, dal presidente federale Gabriele Gravina a tanti altri che, invece di capire che hanno fatto il loro tempo, persistono nel rimescolare nomi illustri o pseudo tali per il ruolo da Ct, quando in realtà si dovrebbe cercare di fare una rivoluzione dal basso, cercando per davvero di valorizzare i giovani, andarli a scovare come si faceva un tempo, soprattutto nel far capire quanto sia importante indossare la maglia della nazionale, dai più piccoli ai più grandi.

Tanti, in riferimento all’ultima gara, che sono tante e troppe le gare disputate quindi si arriva a fine campionato con la lingua di fuori, ma è anche vero che Haaland e compagni, tanto per restare in tema, hanno fatto bene o male le stesse partite dei vari Barella, Di Marco e così via.

E invece si commette l’errore di sempre, ovvero mettere un toppa a un buco che ogni volta diventa sempre più grande, ma mai nessuno se ne accorge oppure tanti se ne sono accorti, soprattutto quelli che l’hanno creato, ma fanno i vaghi perché conviene così, perché la poltrona è più importante di tutto e in barba al prendersi le proprie responsabilità. Dall’alto c’è un certo Andrea Abodi, ministro dello Sport, che sta zitto e guarda dall’alto e per ora non fa nulla. Ma qualcosa a breve farà perché tutto quello che vede lì sotto non gli piace per niente.

 

Con Gattuso disoccupati di lusso come Zambrotta, Bonucci o Prandelli: la toppa peggio del buco

Il tanto criticato e compianto Carlo Tavecchio dopo appena tre anni da presidente, alla prima e storica mancata qualificazione al mondiale si è dimesso, Gravina alla seconda mancata partecipazione al mondiale e ancora lì, eletto per la terza volta. Un caso unico. Qualcosa che non va c’è, eccome, ma stanno tutti zitti anzi perseverano e continuano a mettere toppe su toppe andando a prendere vecchi campioni, con alcuni di loro che hanno fallito la qualificazione al mondiale, e gli danno un posto nella nuova nazionale, quella del futuro, quella dei giovani, almeno così sbandierano ai quattro venti i dirigenti della “old generation”.

Esonerato Luciano Spalletti, forse il meno responsabile di tutti, la “old generation” ha guardato avanti e ha supplicato Claudio Ranieri che, evidentemente, dopo attenta riflessione, forse ha capito con chi aveva a che fare e alla fine quando tutti lo celebravano, ha salutato e ha fatto spallucce, chissà magari ha intuito che il rischio di rovinarsi la sua immagine di salvatore della Patria e aggiustatutto era troppo alta, quindi arrivederci. E così ecco che sono cominciati i casting con Gennaro Gattuso, grande campione ma non certo grande allenatore, in pole e vicinissimo all’annuncio di nuovo Ct azzurro.

Gennaro Gattuso
Con Gattuso disoccupati di lusso come Zambrotta, Bonucci o Prandelli: la toppa peggio del buco (Ansa Foto) Lalazio.com

Ma non è tanto e solo il nome di Gattuso che fa pensare, soprattutto se accostato alla rinascita, quanto quelli di gente come Zambrotta, Bonucci, Barzagli (che era vicino al ritorno alla Juve per la verità ndr) e l’ex Ct Prandelli che dovrebbe essere il responsabile di tutte le nazionali. Ecco da questi più altri, che sembrano più che altro gli “amici degli amici“, dovrebbe ripartire il rilancio azzurro, ma a tanta gente tutti questi ritorni, che sanno tanto di voler vendere lucciole per lanterne, non entusiasmano, tanto che sui social c’è stato un vero massacro di critiche e polemiche. E non potrebbe essere altrimenti.

Invece di fare passi avanti, si torna sempre più indietro con regole vecchie e niente di nuovo. Nel resto dell’Europa ci sono nazioni come la Spagna, Francia e la Germania, ad esempio, che hanno sradicato tutto dal basso, puntando sulle scuole federali e su tecnici che, invece di insegnare la tattica, come fanno la maggior parte degli allenatori italiani, ai ragazzini di 8,10 anni in su li educano a giocare a pallone a divertirsi e ad amare questo sport, anche a sacrificarsi, gli insegnano come si palleggia, come si tira e come si fanno i colpi di testa, non certo la diagonale o il fuorigioco.

Era una cosa che aveva in testa un certo Roberto Baggio, campione assoluto non tanto e solo di calcio ma anche di onestà, che nel 2010 da responsabile e presidente del settore tecnico di Corverciano, portò e presentò una relazione e un progetto di 900 pagine per rifondare totalmente la FIGC, con scouting, centri federali, giovani e talento al centro di tutto. Gli dissero che era troppo dispendioso e se ne andò dopo nemmeno due ore. E non è forse un caso che da gente e campioni come Baggio fuggiamo sempre e torniamo a persone come Gattuso e così via. Niente di male, solo che serve gente con coraggio e fantasia e non mediani dal concetto vecchio.

 

 

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