Il ritorno del Comandante è stato accolto molto favorevolmente dall’ambiente, sempre molto legato al tecnico toscano che soltanto due anni fa riuscì a issare la Lazio fino al secondo posto in classifica
Tutto in poco tempo. Sette giorni dopo l’amara sconfitta casalinga contro il Lecce, che ha mestamente chiuso il campionato della Lazio condannandola a rimanere dopo anni fuori dalle competizioni europee, la società aveva già trovato l’accordo con l’ex tecnico Marco Baroni per la rescissione del contratto prima di annunciare il ritorno di Sarri sulla panchina biancoceleste, soltanto 15 mesi dopo che l’ex tecnico di Juventus e Napoli rimise il suo mandato nella mani del presidente Lotito.

L’attesa è grande soprattutto sulla campagna acquisti e cessioni, perchè è indubbio che il Sarri bis deve portare a un rimodellamento della rosa a disposizione sia per le sole 38 partite di campionato che sarà chiamato ad affrontare, sia per il classico 433 che verrà adottato, schema che per essere messo in pratica ad oggi manca come minimo una mezzala, se non addirittura due. Ma sono altre le spine che questa nuova rosa sarriana dovrà gestire, a partire da qualche big che vorrebbe veder sistemato il contratto.
Un ritorno sorprendente
Il presidente della Lazio Claudio Lotito ci ha abituato a essere sorpresi, qualche volta in negativo, magari senza chiudere il colpo giusto in una finestra di mercato, ma altre volte anche in positivo con una mossa a sorpresa che lascia spiazzata anche una piazza sempre abbastanza poco paziente con l’operato della società. Aver pensato di richiamare Maurizio Sarri sulla panchina biancoceleste è proprio una di quelle mosse spiazzanti che ha avuto il potere di far calare la contestazione dopo un campionato che sembrava dover promettere molto, ma che invece ha lasciato tutti con un pugno di mosche in mano.

“Tornare alla Lazio è come tornare a casa, ritrovo un popolo che mi ha voluto bene. Non è stata una scelta furba, perché torno in un posto dove sono arrivato secondo, ma è stata una scelta da un punto di vista di sentimenti estremamente facile”, sono bastate queste parole, rilasciate durante il weekend dallo stesso Sarri, per far fare un salto indietro nel tempo, quando l’arrivo del tecnico toscano aveva destato grande entusiasmo nella piazza da sempre poco abituata a vedere sulla panchina biancoceleste allenatori già famosi e vincenti. La speranza è che con il Sarri bis si possano anche ripetere certe imprese che la sua Lazio è stata in grado di compiere.
Una rosa invariata
L’ex tecnico del Chelsea è sembrato in sintonia con le mosse della società per questa sessione di mercato, i rinnovi di Pedro (ufficiale) e di Vecino (quasi) sono il segnale che i big non dovrebbero essere ceduti e che l’allenatore toscano abbia proprio chiesto questo compromesso. Non possiamo, per problemi di budget, fare un mercato aggressivo, almeno proviamo a trattenere i migliori e farli giocare bene, allenandoli alla grande tutta la settimana, visto che la Lazio quest’anno, purtroppo o per fortuna a questo punto, avrà soltanto un impegno a settimana.

Le parole di elogio per i big dello stesso Sarri infatti spiegano proprio questa strategia, “Nuno Tavaresè l’unica incognita della difesa che troverò, è forte ma anarchico, se riusciamo a inquadrarlo diventa fortissimo. Rovella?Avevo detto che dopo 50 partite da vertice basso, sarebbe diventato un top. Gli manca un po’ di palleggio, ma è molto forte. Guendouzi è un animale contagioso per chi gli gioca accanto, ha bisogno del guinzaglio perché non riesce a fermarsi al 100%, deve andare oltre”. Insomma Sarri sembra avere le idee molto chiare, la società, dopo aver rifiutato già alcune offerte molto più che interessanti per Gila, per Castellanos e per lo stesso terzino portoghese, ecco che siamo arrivati alla chiave di volta della possibile campagna acquisti biancoceleste. Trattenere tutti i big, cedere gli esuberi e tutti quelli che non sono funzionali al 433 dell’allenatore, una rosa snella di 19-20 giocatori e poi ci penserà il Comandante a lavorare sul campo. Settimana dopo settimana, domenica dopo domenica.