Nel giorno delle prime dichiarazioni ufficiali di Maurizio Sarri dopo il ritorno sulla panchina biancoceleste, la società ha emesso il comunicato ufficiale del rinnovo dell’attaccante spagnolo
Lui se lo è sicuramente meritato sul campo a suon di gol decisivi, di doppiette da subentrato, di una voglia di sentirsi ancora decisivo che in pochi possono davvero dimostrare sul campo. Ecco perchè era giusto che la Lazio e Pedro allungassero di un altro anno il loro rapporto e che, uno dei giocatori più vincenti ancora in attività, ritrovasse anche uno degli allenatori a lui più caro, come Maurizio Sarri, che tre anni fa gli fece fare il salto sull’altra sponda del Tevere, una decisione che in effetti gli ha allungato la carriera.
Una tendenza davvero particolare. La Nazionale di calcio arranca, rischia di rimanere fuori per il terzo mondiale consecutivo, ha esonerato, tra una partita ufficiale e l’altra, Luciano Spalletti per promuovere Rino Gattuso per dare quello scossone a un torpore che sta lentamente, ma inesorabilmente sotterrando il calcio italiano. Le prime mosse delle squadre più in vista della serie A sono state quelle per assicurarsi le prestazioni di giocatori non ultratrentenni, ma addirittura quarantenni.
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Le mosse in controtendenza delle società italiane
L’ultima è notizia di oggi: Edin Dzeko torna in Italia, la fiorentina lo ha prelevato dal Fenerbahce a parametro zero e pagherà soltanto l’ingaggio di 1,8 milioni di euro al giocatore. Il fatto è che l’ex attaccante della Roma ha oggi ben 39 anni e non si capisce quale logica possa aver spinto la Viola ad affidarsi a un giocatore così avanti con l’età, in barba a tutte quelle idee e buoni propositi sul progetto giovani. Probabilmente la incredibile quanto pazzesca stagione di Pedro con la Lazio ha fatto capire a molti che l’usato sicuro in Italia fa ancora tanta differenza.
L’attaccante spagnolo si è infatti reso protagonista a 38 anni di una stagione quasi irripetibile, tra le migliori di una carriera mostruosa con ben 25 trofei vinti. 14 i gol dell’ex Chelsea tra campionato ed Europa League, quasi tutti decisivi e tutti subentrando dalla panchina, mostrando una freschezza fisica davvero invidiabile. “La S.S. Lazio comunica il rinnovo del contratto del calciatore Pedro Rodríguez, che resterà in maglia biancoceleste fino al 30 giugno 2026″, questo il comunicato ufficiale con cui la Lazio ieri ratificava il prolungamento del contratto fino al 2026, quando Pedrito avrà 39 anni. Sulla scia di Pedro ecco che il primo acquisto del nuovo corso del Milan, dopo la stagione più deludente del nuovo millennio, all’alba dell’ennesima rivoluzione che ha visto cambiare allenatore e direttore sportivo, è stato Luka Modric dal Real Madrid, che a 40 anni suonati sveste la maglia dei blancos per cimentarsi nel campionato di serie A.
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La rivoluzione dei quarantenni
Impossibile non aver ammirato il leggendario centrocampista del Real Madrid e della Nazionale croata, ma pensare che Allegri scelga un giocatore quarantenne per puntellare il centrocampo del nuovo Milan fa un effetto strano. Oltre Dzeko alla Fiorentina, l’altro grande arrivo nella nuova Serie A è quello di Kevin De Bruyne, che a 34 anni ha scelto il Napoli di Antonio Conte, fresco Campione d’Italia. Un giocatore fortissimo, con una straordinaria carriera al Manchester City di Guardiola dove ha vinto tutto, ma che appunto l’allenatore spagnolo ha deciso di lasciare andare via per ringiovanire la rosa, mentre arriva in Italia per dare lustro con la sua classe a un centrocampo già molto efficace. Un giocatore molto avanti con l’età, che se reggerà l’urto di oltre 50 partite potrà fare davvero la differenza.
Se pensiamo poi che l’ultima polemica dell’ormai ex commissario tecnico dell’Italia Spalletti, prima di essere sollevato dall’incarico, è stata quella per il rifiuto di Francesco Acerbi di rispondere alla convocazione a 37 anni, dopo una strepitosa stagione con la maglia neroazzurra, fa capire che il calcio italiano ha imboccato una china davvero pericolosa. Certamente non saremo mai come in Spagna o in altre nazioni dove uno Yamal, a 17 anni, ha già 100 presenze tra Barcellona e nazionale spagnola o tutti gli straordinari ventenni del PSG che hanno appena annientato l’Inter nella finale di Champions League. Noi ci accontentiamo di essere diventati un cimitero degli elefanti per provare ad arrivare prima degli altri a raccogliere le briciole che cadono dalla tavola dei grandi campionati europei.