La Lazio continua a lavorare sul ritorno al Flaminio. Progetto quasi pronto, restano nodi su mobilità e burocrazia. Lotito vuole evitare rischi: tutto dipende dalla conferenza dei servizi
Next stop, Flaminio. Non è l’annuncio di una stazione della metro, ma il piano della Lazio per il nuovo stadio. Siamo ancora in una fase interlocutoria, fatta di attese, incastri da sistemare, incontri da calendarizzare. Ma la conferenza dei servizi – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – è ormai dietro l’angolo.

I tecnici biancocelesti continuano a lavorare senza sosta per presentare al Comune un progetto solido, funzionale e immediatamente attivabile. L’obiettivo è chiaro: tornare a casa.
L’ultimo faccia a faccia pubblico risale a metà maggio, durante la cena per i 25 anni del secondo scudetto, nella suggestiva cornice della Casina di Macchia Madama. C’erano Claudio Lotito, il deputato dem Claudio Mancini – molto vicino al sindaco Gualtieri – e l’Assessore ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato.
Si è parlato anche del Flaminio, progettato da Nervi per le Olimpiadi del 1960 e abbandonato da anni, ma che la Lazio vuole riportare a nuova vita. La conferenza dei servizi, attesa entro l’inizio di giugno, non è ancora partita. Colpa dell’ennesimo rallentamento burocratico: troppi attori coinvolti, ognuno con le proprie esigenze. Ma il club non si ferma: proseguono le valutazioni tecniche e le modifiche al piano originario, per rispondere a tutte le richieste delle sovrintendenze.
Progetto Flaminio e tempistiche
A oggi, rispetto a un mese fa, la situazione è praticamente invariata. L’unico tassello ancora in bilico è quello legato alla mobilità: collegamenti, parcheggi, trasporto pubblico, compatibilità urbanistica. Dettagli fondamentali, che devono essere risolti prima del passo decisivo.

La linea strategica è chiara: Lotito vuole ridurre al minimo il margine di errore. Un parere negativo informale può essere corretto in fretta. Uno ufficiale, invece, comporterebbe lunghi tempi di attesa. Per questo, prima di presentare formalmente il progetto, si lavora su ogni singolo punto, in anticipo.
Il sogno è riportare la Lazio nel cuore della Capitale, nella sua storica casa. Ma anche restituire vita a un impianto che oggi somiglia più a un rudere che a uno stadio. Un progetto ambizioso, che può diventare un valore aggiunto per il club e per tutto il quartiere.
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L’intesa con il Comune è una priorità: si cerca una soluzione condivisa, funzionale e sostenibile. Lotito ci crede. I tifosi anche. E quella “Next stop” scritta sul muro del tempo potrebbe davvero trasformarsi in realtà.