I fatti, le gare, i momenti più significativi e i personaggi che si sono messi in evidenza il 22 giugno nella storia della Lazio. Giorno in cui i biancocelesti conquistano un titolo
Chiudere un campionato al primo posto non è mai scontato. Nella sua storia, la Lazio c’è riuscita solo tre volte: nella stagione 73-74, quando la squadra di Maestrelli si aggiudicò il primo scudetto, guidata in campo da Giorgio Chinaglia e da una serie di calciatori che hanno fatto la storia del club; nella stagione 99-00, quando i biancocelesti di Eriksson vendicarono il titolo sfumato in extremis l’anno precedente, sconfiggendo la Juventus in un’emozionante volata che si è conclusa con il secondo titolo italiano, e nella stagione 68-69.
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Quell’anno la Lazio allenata da Lorenzo, chiude in testa il campionato cadetto, ottenendo la promozione in Serie A e disputando una grande stagione, nella quale riuscì ad esprimere un calcio divertente e per certi versi rivoluzionario. Il tecnico argentino infatti stupì tutti, diventando un vero e proprio idolo per i tifosi. Che due anni più tardi contestarono il suo esonero e criticarono aspramente la società, che lo sostituì con Tommaso Maestrelli.
22 giugno, la Lazio chiude il campionato al primo posto
La Lazio chiude la stagione 68-69 affrontanbdo e pareggiando nell’ultimo turno contro la Reggiana per 1-1. Per capire bene la portata e l’importanza del risultato raggiunto dalla Lazio in quel campionato, basta leggere l’incipit dell’articolo pubblicato il giorno seguente dal Corriere dello Sport a firma di Mario Pennacchia: “Alla sua romanzesca, epica storia che è giunta alla soglia del settantesimo anniversario, la Lazio ha aggiunto ieri ufficialmente un’altra data degna di essere tramandata. L’ha vissuta e scolpita – questa data – con un eempio di dedizione alla bandiera e uno scrupoloso atto di onestà sportiva che, se non sono stati i primi, neppure resteranno sicuramente gli ultimi”.

La Lazio infatti, già certa del primo posto in campionato, non fa sconti alla Reggiana, che era invece in corsa per la promozione. Alla vigilia dell’ultimo turno, la classifica (che avrebbe portato in serie A le prime tre) era la seguente: Lazio, 49, Brescia e Bari 46, Reggiana 45. I biancocelesti (già certi del primo posto) non hanno però nessuna intenzione di fare sconti agli avversari e, soprattutto, vogliono chiudere la stagione lasciando un bel ricordo ai propri tifosi, che riempiono l’Olimpico per la festa finale. La Lazio attacca e sblocca il risultato con Massa, abile a sfruttare un perfetto assist di Giancarlo Morrone. Ad inizio ripresa la Reggiana pareggia con Pienti, ma si tratta di una rete inutile per il risultato e la classifica finale. A fine gara si consuma la festa biancoceleste e il dramma sportivo degli emiliani.
La Lazio vola in finale di Coppa delle Alpi
Il 22 giugno del 1971 la Lazio (reduce dalla retrocessione in serie B, dall’esonero di Lorenzo e dalla nomina di Maestrelli), raggiunge la finale della Coppa delle Alpi, un trofeo internazionale che si disputava negli anni settanta. I biancocelesti vengono guidati in panchina da Bob Lovati, in attesa della nomina ufficiale di Tommaso Maestrelli.

In semifinale la Lazio batte 5-2 il Winterthur, grazie ai gol di Manservisi, Facco, Fava, Dolso e Morrone. Un successo netto e travolgente, che porta i romani a raggiungere la finalissima della manifestazione, contro il Basilea.