Dele Bashiru riuscirà a convincere Sarri e a trasformarsi nella mezzala che serve alla Lazio per completare il reparto mediano? Il centrocampista nigeriano è di fronte ad un bivio
“Dele Bashiru l’ho sempre visto giocare come trequartista, ma tutti mi dicono che non è un trequartista”. Con queste parole Maurizio Sarri si è espresso sul centrocampista nigeriano. Dichiarazioni rilasciate al termine del meeting organizzato a Castiglion della Pescaia la scorsa settimana. Dele Bashiru è uno dei calciatori più discussi e difficili da giudicare dopo la sua prima stagione biancoceleste. Per alcuni tratti della stagione è riuscito a sfornare prestazioni positive, poi si è concesso lunghe pause: ha alternato delle belle giocate (e qualche gol) ad errori grossolani.
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L’ex tecnico Baroni lo ha lanciato titolare nel ruolo di mezzala, poi lo ha messo in naftalina. Nel passaggio al 4-2-3-1 ha faticato a trovargli una posizione: lo ha utilizzato davanti alla difesa, trequartista e anche esterno sinistro. La critica non gli ha risparmiato giudizi negativi, al pari delle tante discussioni sul suo ruolo. Eppure, nonostante tutto, i numeri della sua prima stagione italiana non sono affatto negativi. Anche alla luce delle aspettative. Dele Bashiru è stato acquistato a giugno scorso. Fabiani e Lotito lo hanno pagato meno di cinque milioni e mezzo di euro dai turchi dell’Hatayspor.
Dele Bashiru, l’incognita ruolo ed il futuro
Era arrivato per regalare peso e muscoli alla linea mediana e diventare un’alternativa ai centrocampisti titolari. Ha totalizzato ventinove partite, segnando cinque reti e sfornando tre assist. Ha messo in mostra delle qualità, che potrebbero servire a Sarri: il fisico, la capacità di inserimento, un buon fiuto del gol e una buona progressione. Doti che si sposano bene con l’idea che il tecnico ha della sua mezzala ideale. Tutti elementi sui quali poter contare.

La sua grande pecca (oltre alla discontinuità e all’incapacità di mantenere alta la concentrazione nei momenti chiave della gara) è il palleggio. Un elemento sul quale Sarri dovrà provare a lavorare. “Io non lo so com’è Dele-Bashiru nel palleggio, vediamo, ho visto un giocatore giocare trequartista che tutti mi dicono che non è un trequartista, vediamo di riportarlo a centrocampo e che evoluzione possa avere. Io dagli addetti ai lavori extra Lazio ne ho sentito parlare bene. E non sto parlando dell’ambiente Lazio, ma di direttori sportivi di altre società. Probabilmente qualche qualità ce l’ha”.
Dimenticato per settimane, poi titolare nei big match: la strana storia di Dele Bashiru
Starà al tecnico provare a trovarle. Dele Bashiru verrà valutato con attenzione nel corso del ritiro. Sarri, parlando delle mancanze della rosa, ha fatto chiaramente riferimento al “centrocampo, reparto dove siamo corti”. Aveva chiesto almeno un’altra mezzala. Un giocatore che completasse con Guendouzi, Rovella, Belahyane e Vecino, il reparto centrale. Il mercato, attualmente bloccato non lo aiuta di certo. A meno di novità, sarà costretto a lavorare con quelli che attualmente compongono la rosa. E trovare delle risorse interne. Dele Bashiru rappresenta una di queste. Il nigeriano proverà a convincerlo.

Nella scorsa stagione è stato protagonista di alti e bassi continui. Prestazioni figlie anche di alcune scelte discutibili. Baroni lo ha testato davanti alla difesa nelle gare con Napoli e Ajax: partite in cui ha sfornato prestazioni più che positive; poi non lo ha più provato in quella posizione, inserendolo quasi esclusivamente sulla trequarti campo. Nonostante non fosse considerato un titolare (scelta giustificata dalle tante panchine consecutive), il tecnico lo ha poi utilizzato (come trequartista) in alcune delle gare più importanti: nella trasferta di Bergamo (dove ha sfoderato un assist), nel derby e contro la Juventus.
Un destino strano: dimenticato per settimane, e poi titolare nei match più importanti. Il centrocampista nigeriano (sette gare e due reti con la sua nazionale), ora sarà chiamato ad una vera e propria prova del nove. Con Sarri può diventare una mezzala completa, o rischiare di finire fuori dal progetto tecnico. Il ritiro e le prime settimane di allenamento, dissiperanno tutti i dubbi.