L’affare sarà ratificato l’1 luglio ed entrerà nel nuovo bilancio: la Lazio incasserà 14 milioni, ma la cessione non sblocca gli indici
In mezzo a indici bloccati, divieti di mercato e nubi sempre più fitte, arriva una prima cessione: Tchaouna al Burnley per 14 milioni. Non è ancora un segnale di svolta, ma qualcosa si muove. La base fissa dell’accordo è di 14 milioni, a cui si aggiungeranno bonus e una percentuale sulla futura rivendita: si parla di altri 2-3 milioni complessivi e di un 10% da incassare in caso di nuova cessione.

I dettagli – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – sono ancora in fase di definizione. Si tratta di un’operazione a titolo definitivo, quindi utile – anche se parzialmente – per abbattere il debito che oggi tiene la Lazio bloccata sul mercato in entrata.
Per sbloccare il mercato serve arrivare a zero, pareggiare il debito. E senza un intervento diretto dell’azionista di maggioranza, l’unica strada è quella delle cessioni pesanti. Tchaouna da solo non basta. Non consente neppure di attivare una singola operazione in entrata. In passato, quando l’indice di liquidità era l’unico parametro vincolante, una cessione apriva già le porte a un acquisto.
Stavolta no: tutti e tre gli indici sono fuori dai parametri. L’operazione Tchaouna sarà ufficializzata il 1° luglio: un doppio vantaggio per la Lazio, che potrà iscriverla nel bilancio della nuova stagione e magari – se le regole dovessero cambiare in corsa – tornare a muoversi anche con operazioni a saldo zero.
Cataldi e gli esuberi: le cessioni che servono
Tchaouna era già stato messo sulla lista delle uscite. Ora restano Basic e gli altri esuberi: Cancellieri, Kamenovic e Fares. Cataldi è rientrato a Formello dopo il mancato riscatto della Fiorentina, ma la società, al contrario di quanto sembrava, non sembra intenzionata a trattenerlo, nonostante sia un prodotto del vivaio e non occupi spazio nella lista campionato – un’eccezione in rosa, insieme a Furlanetto.

Floriani Mussolini è tornato dopo il prestito alla Juve Stabia: il controriscatto è stato esercitato dalla Lazio a 400 mila euro. Un’operazione in entrata permessa perché si trattava di un prestito già attivo nella scorsa stagione. Attualmente la rosa è composta da 30 giocatori: l’obiettivo è cederne almeno sette per ridurre il monte ingaggi e alleggerire il numero dei fuori rosa. Sarri vuole lavorare con un gruppo snello: 23 giocatori, 20 di movimento più 3 portieri.
Il tema della lista Serie A complica tutto: Provstgaard, classe 2003 come Tchaouna, non potrà più essere considerato under 22. L’unico rimasto in questa categoria è Belahayne, nato nel 2004. Gli over sono un altro nodo: ogni club ha solo 17 slot disponibili. La Lazio ne ha 20, contando Provedel, Romagnoli, Rovella e Zaccagni tra gli “italiani”. Bisogna liberare tre posti. Il primo uscirà con la cessione di Tchaouna.
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Poi toccherà a Basic, in scadenza nel 2026. Il terzo slot dipenderà da chi sarà sacrificato tra Noslin (nel caso non convinca Sarri), un centrale (Patric o Gigot), un terzino (Hysaj o Lazzari) o Mandas. Se dovesse partire il greco, che ha mercato, non sarà possibile sostituirlo: il secondo di Provedel diventerebbe Furlanetto. Ma senza le coppe europee, Sarri è abituato a puntare su un solo titolare fisso. Resta un bel rebus da risolvere.