Probabilmente alla fine di tutto è stato il reparto che ha funzionato di più, ma gli attaccanti della Lazio nel prossimo anno saranno chiamati a fare ancora meglio sotto la guida del tecnico toscano
Una stagione che deve ancora cominciare, ma che è già tutta in salita per via del blocco del mercato imposto dalla Covisoc ai biancocelesti, rei di aver sforato tre parametri economico finanziari fondamentali. L’esclusione, per la prima volta dopo otto anni, dalle competizioni europee, maturata dopo la clamorosa sconfitta casalinga contro il Lecce nell’ultima giornata del campionato scorso, aveva già lasciato un senso di profonda amarezza nella tifoseria, che neanche l’annuncio del ritorno del Comandante a Formello, soltanto quindici mesi dopo le dimissioni consegnate nelle mani di Lotito nel marzo dello scorso anno, aveva ridato lo stesso entusiasmo che aveva caratterizzato il primo arrivo di Sarri a Roma.

La Lazio ha superato i limiti dei tre parametri imposti dalla FIGC per il controllo dei conti dei club di Serie A che quindi le impediscono di effettuare acquisti in questa sessione di calciomercato. Uno di questi è quello dell’indicatore di liquidità che la Covisoc verifica il 31 marzo per le sessioni estive e il 30 settembre per quelle invernali. Il secondo parametro è quello dell’indebitamento in base al quale vengono rapportati debiti e ricavi e la soglia non deve superare il valore di 1,2. Il terzo e ultimo parametro invece è legato al costo del lavoro allargato.
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Ora è tutto nella mani di Maurizio Sarri
Il Sarri bis doveva rappresentare una spinta ulteriore per cercare di far rendere meglio quanto di buono si era visto lo scorso anno, far entrare meglio nel meccanismo qualche volto nuovo che lo scorso anno aveva faticato e poi scegliere sul mercato quel paio di tasselli giusti scelti in sintonia con l’allenatore per permettergli di far applicare alla squadra in campo quel 433 tanto caro. La mannaia della FIGC, che di fatto impedisce al club di Claudio Lotito di effettuare acquisti se prima non rientra nei tre parametri sforati, regala all’allenatore toscano quasi una missione impossibile, una sorte di miracolo da realizzare con la rosa dello scorso anno sfoltita di qualche esubero.

L’ex tecnico di Juventus e Napoli è indubbiamente un allenatore in grado di valorizzare al meglio il materiale umano che ha disposizione, soprattutto se ha la possibilità di allenare l’intera settimana la squadra come sarà per la Lazio la prossima stagione senza le coppe europee, ma non sarà certo un compito facile. Le parole del direttore sportivo Fabiani in una recente intervista ad esempio mettono in rilievo come lo scorso anno la squadra abbia realizzato ben 86 gol nelle tre manifestazioni che ha disputato. Migliorare un tale bottino senza nuovi innesti e anzi con qualche cessione resta il primo compito che Sarri dovrà assolvere fin dal primo giorno di ritiro il prossimo 14 luglio.
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Migliorare la produzione offensiva
L’eredità di Ciro Immobile non è facile per nessuno. Sostituire un giocatore in grado di realizzare quasi 30 gol tutte le stagioni era francamente impossibile, ma certo da Castellanos ci si poteva attendere qualcosa di più soprattutto dopo aver preso la titolarità dell’attacco biancoceleste, così come per Dia. Il senegalese, pagato abbastanza dalla Salernitana, è arrivato in biancoceleste avendo già fatto quasi 20 gol in un solo campionato, ma anche per lui la stagione con Baroni in panchina è stata più complicata del previsto. Maurizio Sarri forse avrebbe preferito al centro dell’attacco giocatori con caratteristiche diverse, ma adesso deve provare a far rendere al meglio la coppia di attaccanti centrali che ha a disposizione, il rinnovo di Pedro, alla luce della strepitosa stagione passata, deve servire come collante per la squadra. Esperienza, carisma, classe e una ancora intatta voglia di stupire sono le doti che l’attaccante spagnolo metterà ancora a disposizione della Lazio.

Ceduto Tchaouna con l’avallo del mister, sulla stessa strada forse anche Noslin, altro acquisto flop dell’ultima campagna acquisti estiva, il resto dell’attacco biancoceleste Sarri dovrà plasmarlo su Zaccagni che, guarito dal problema che lo ha afflitto nel girone di ritorno dello scorso anno, dovrà tornare ai livelli che gli avevano fatto conquistare la Nazionale, e Isaksen, altro giocatore sul punto sempre di sbocciare definitivamente per poi tornare nell’anonimato di alcune partite dove sembra sparire dal campo. 77 gol il primo anno, 60 il secondo, questi i gol realizzati solo in campionato nei due anni “completi” di Sarri sulla panchina della Lazio, ripetere questi numeri potrebbe bastare per disputare una stagione comunque da protagonisti, ma non sarà davvero impresa facile.