Come si sarebbe mossa la Lazio sul mercato senza blocchi e imposizioni? QUanti e quali operazioni Sarri sarebbe riuscito a far completare alla dirigenza biancoceleste?
Come cambierà la Lazio alla luce del mercato in entrata bloccato? Cosa riuscirà ad apportare Maurizio Sarri e soprattutto, sarà sufficiente per migliorare il settimo posto dello scorso anno? Il club biancoceleste sta vivendo un momento complicato. La società ha commesso degli errori in sede di realizzazione del bilancio, sforando tre indici: liquidità, indebitamento generale e costo del lavoro. Il club ha subito lo stop alle operazioni in entrata.

L’unica novità, rispetto allo scorso anno (quando la squadra chiuse la stagione al settimo posto in campionato) è rappresentata dal ritorno in panchina di Maurizio Sarri. Il tecnico tecnico toscano è tornato alla guida del club biancoceleste dopo l’addio maturato a marzo del 2024. Sarri è stato richiamato a risollevare la situazione, ma non potrà contare su nessun rinforzo.
Sarri, le (poche) pressioni e le idee andate in fumo
Nei colloqui con la società effettuati nei giorni in cui aveva sottoscritto il contratto con il club, aveva stilato un primo elenco di operazioni che avrebbe voluto completare. Idee che rimarranno però solo nella testa del tecnico. Che sarà chiamato a fare di necessità virtù. Il vantaggio è legato alle minor pressioni alle quali sarà sottoposto. “Per Sarri è l’anno zero. A lui non chiediamo nulla, ma solo la sua professionalità e la bravura che ha sempre messo dovunque è andato, e lo ringraziamo. Può partire in ritiro con una squadra che non è stata toccata, può valutare nel complesso tutti, può vederla all’opera nelle partite che contano”, ha ribadito nei giorni scorsi il direttore sportivo Fabiani.

Come sarebbe cambiata la Lazio se non ci fosse stato il blocco del mercato? Quali erano le operazioni che il tecnico aveva in mente di realizzare per il rafforzamento della squadra? Quali calciatori avrebbero potuto vestire la maglia della Lazio ed iniziare la stagione sotto la guida del tecnico toscano? Al netto delle ataviche difficoltà che il club ha mostrato in passato nel concludere operazioni in entrata, questo mercato sarebbe stato caratterizzato da pochi aggiustamenti. Sarri aveva in mente qualche ritocco per rendere la rosa più adatta alle sue esigenze.
Le prime richieste di Sarri: il terzino sinistro e una mezzala
Il tecnico aveva chiesto, prima di ogni cosa, di acquistare almeno una mezzala, che coprisse il buco (numerico e qualitativo) esistente. Sarri voleva un centrocampista da aggiungere a Guendouzi, Vecino e Dele Bashiru, per formare le due coppie di mezzali. Si dovrà accontentare del ritorno di Danilo Cataldi (che non gioca però in quella posizione da anni, essendosi trasformato a tutti gli effetti in un regista). Il centrocampista romano si dividerà tra il ruolo di centrale (in concorrenza con Rovella e Belahyane) e quello di interno destro (una sorta di vice Guendouzi).

Il secondo ruolo sul quale il tecnico aveva intenzione di lavorare era il terzino sinistro. L’idea dell’allenatore (e della società) era di verificare nel ritiro estivo l’adattabilità di Nuno Tavares ai suoi schemi: “E’ l’unica incognita difensiva. Si tratta di un giocatore fortissimo, ma anarchico. Se verrà disciplinato, può essere ancora più forte”. Nel caso in cui Sarri si fosse arreso di fronte all’incapacità di inquadrarlo nei suoi schemi difensivi, si sarebbe passati al piano B: cessione del portoghese e acquisto di un sostituto, da scegliere tra Emerson Palmieri (il preferito dal tecnico) e Parisi.
Nuno Tavares, che avrà Pellegrini come alternativa, è stata un’arma fondamentale nella prima parte della scorsa stagione: ha collezionato assist (otto nelle prime nove gare), giocate di livello e cross pericolosi. Poi, nel ritorno, si è fermato, bloccato da una lunga serie di infortuni. Gli impegni limitati della Lazio nella prossima stagione (i biancocelesti saranno chiamati a disputare solo campionato e Coppa Italia e non saranno costretti a giocare due volte a settimana), potrebbero evitargli problemi fisici dettati da un utilizzo eccessivo.
Sarri e le scelte in attacco: un esterno e una punta centrale
Il tecnico aveva in mente anche di cambiare qualcosa nel reparto offensivo: anche in questo caso, si sarebbe trattato di operazioni successive ad eventuali cessioni. Dopo la cessione di Tchaouna, Sarri era tentato dall’idea di lasciare partire anche Isaksen, lasciando Pedro come prima alternativa e puntando su un altro esterno (che sarebbe arrivato grazie ai soldi ricavati dalla doppia cessione). Operazioni che resteranno naturalmente congelate.

Nella testa dell’allenatore c’era anche l’idea di portare a Formello un altro centravanti, destinato a prendere il posto di uno tra Castellanos e Dia. Sarri stravedeva per Oyarzabal e Raspadori, ma aveva strizzato l’occhio anche a Pio Esposito: reduce da un’ottima stagione allo Spezia e protagonista di un buon Mondiale per Club con l’Inter. Ma anche in questo caso, tutto è stato bloccato. In attacco Il Comandante ripartirà da Isaksen e Zaccagni come esterni offensivi: Pedro sarà la prima alternativa di entrambi, con Noslin seconda scelta. Davanti Castellanos e Dia si giocheranno una maglia da titolare. Con Baroni si erano trasformati in una coppia gol: con Sarri saranno uno alternativo all’altro.
La Lazio che il Comandante aveva in mente, resterà solo un ricordo. Sarri sarà chiamato a fare di necessità virtù e a cercare di rilanciare alcuni dei calciatori che lo scorso anno non sono riusciti a confermare i buoni propositi che avevano accompagnato il loro approdo a Formello. Che tipo di ruolo reciterà la Lazio nella prossima stagione? Quanto riuscirà ad incidere Maurizio Sarri? Per il tecnico e per la società si annuncia una sorta di anno zero: tra speranze (tante), certezze (poche) e possibilità (tutte da verificare).