Il tecnico biancoceleste punterà con decisione su uno degli attaccanti a disposizione. Riguardando con attenzione i match dello scorso campionato, è rimasto piacevolmente colpito
Quale calciatore potrebbe migliorare la propria media realizzativa e dare una svolta alle sue prestazioni sotto la guida di Maurizio Sarri? Tra i tifosi biancocelesti, la domanda sta prendendo piede con insistenza negli ultimi giorni. La Lazio dello scorso anno ha segnato con continuità, pur non riuscendo a trovare un bomber in grado di trascinarla. Gli attaccanti si sono divisi il numero di gol, sfiorando o superando (di poco) la doppia cifra.
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Castellanos ha chiuso la stagione con quattordici reti (dieci in campionato e quattro in Europa League), Dia ne ha segnati dodici (nove in campionato e tre in Europa), Zaccagni ha chiuso a quota dieci (otto in campionato e due nella competizione europea), Pedro ne ha segnati addirittura quattordici, facendo registrare il suo record italiano. Tre, invece, gli attaccanti che non si sono avvicinati alla doppia cifra: Tchaouna, Isaksen e Noslin.
Noslin, il destino alla Lazio è deciso
Il francese, appena ceduto al Burnely per una cifra vicina ai quindici milioni di euro, ha realizzato solo due centri. Gli altri due hanno chiuso la stagione mettendo a segno sei reti: Isaksen ne ha segnatI quattro in campionato e due in Europa, mentre l’olandese, nonostante sia stato protagonista di una stagione poco esaltante, è l’unico calciatore della rosa biancoceleste ad aver segnato almeno una rete in tutte e tre le competizioni: due in campionato, tre in Coppa Italia (ma in un unica gara) e uno in Europa League. Nell’economia generale, pesa purtroppo il rigore fallito contro il Bodo Glimt nella lotteria finale.
Noslin verrà valutato da Sarri in ritiro; lo scorso anno ha pagato il continuo cambio di ruolo e un infortunio che lo ha fermato nel momento migliore della sua stagione: a dicembre, dopo aver segnato una tripletta al Napoli ed aver collezionato un assist al Maradona, si infortunò a Lecce: un problema che lo ha condizionato per un mese abbondante e che lo ha costretto a fermarsi proprio sul più bello. Da quel momento in poi, non si è più ripreso. Difficile pensare che per Sarri possa essere una prima scelta. Teoricamente potrebbe entrare in ballottaggio sia con gli esterni, che con gli attaccanti centrali, ma a meno che non riesca a stupire l’allenatore, il suo ruolo è destinato ad essere comprimario.
Isaksen, l’anno della svolta: Sarri ci punta con forza
Discorso diverso invece per Isaksen, che lo scorso anno è stato il protagonista assoluto della Lazio per almeno tre mesi: da novembre a febbraio ha trascinato la squadra a suon di prestazioni e gol: ha deciso le gare di Napoli e Plzen, a Milano ha fatto espellere un calciatore e si è procurato il rigore che Pedro ha trasformato nel recupero; ha segnato un eurogol nel match di ritorno contro il Napoli allo stadio Olimpico. Nel finale di stagione però, si è spento. Colpa anche delle tante (troppe) gare ravvicinate nelle quali è stato schierato.
Cosa sarà in grado di fare Isaksen con Maurizio Sarri. I due si sono sfiorati nella stagione 2023-24: Sarri, nonostante la presenza di Felipe Anderson, Pedro e Zaccagni, gli concesse spazio: soprattutto in Europa. Isaksen fu decisivo contro il Celtic (propiziando due gol di Immobile) e si procurò il rigore contro il Bayern Monaco. Quello di oggi è un calciatore diverso rispetto a quello che Sarri trovò due estati fa. Più esperto e conscio delle proprie possibilità. E, particolare particolarmente apprezzato dal tecnico, molto attento a entrambe le fasi di gioco. È arrivato qui un paio di anni fa dalla Danimarca, con un’altra lingua, un altro modo di mangiare e di allenarsi. Ha avuto i primi mesi di difficoltà come hanno tutti i giocatori che arrivano dall’estero, soprattutti giovani. Nella seconda parte di stagione già si vedeva che era diverso”, ha ribadito recentemente Sarri.
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Isaksen può essere un’arma importante per il tecnico: “Voi avete scritto che con me ha giocato poco, ma bisogna andare a rivedere il numero di presenze perché non mi sembra sia così. Magari può aver avuto meno minutaggio, ma era in un momento di adattamento, già nel finale di stagione ci aveva fatto vedere qualcosa. Quest’anno ha fatto sprazzi ottimi e momenti in cui ha reso molto meno, ma mi sembra abbia intrapreso la direzione giusta”, ha ripetuto due settimane fa a Castiglion della Pescaia. Isaksen sarà un’arma importante. Che il tecnico cercherà di far rendere al massimo.