Il rinnovo di Vecino diventa la chiave per affrontare il blocco del mercato. Sarri riordina le gerarchie a centrocampo in vista di una stagione da affrontare con risorse ridotte e idee chiare
Ora tutto torna. Non servono congetture né forzature per interpretare la scelta. Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, basta osservare il contesto: mercato bloccato, impossibilità di tesserare nuovi giocatori, svincolati inclusi. Il rinnovo di Matias Vecino non è stato un semplice atto di fiducia: è stato un salvataggio in piena regola.

Un modo per tamponare l’emergenza in mezzo al campo, con soluzioni concrete e immediate. Dal possibile addio al prolungamento improvviso: tutto è cambiato a metà giugno, in piena bufera per il caso Covisoc e i famigerati indicatori di controllo che, dal 26 maggio, hanno messo i sigilli al mercato della Lazio.
Così diventa più chiaro anche un altro passaggio. Quando la Fiorentina ha fatto sapere, dopo l’uscita di scena di Palladino, di non voler riscattare Cataldi, sono tornate le voci sulla sua permanenza. Un segnale chiaro, nonostante la presenza in rosa di Rovella e Belahyane, giocatori dello stesso ruolo.
Lo aveva detto Sarri il 15 giugno a Castiglione della Pescaia: “Siamo cortissimi a centrocampo per giocare a tre”. Un grido d’allarme. L’unica strada, viste le circostanze, era blindare ciò che si aveva. Due operazioni, un unico obiettivo: rimettere insieme i pezzi.
Il rinnovo di Vecino, in scadenza il 30 giugno, e il ritorno di Cataldi dal prestito. Con loro, Sarri potrà contare su sei uomini per il centrocampo: Guendouzi, Rovella, Belahyane, Dele-Bashiru e appunto Vecino e Cataldi. Aggiungiamo Basic, contratto fino al 2026, considerato in uscita ma comunque arruolabile. La Lazio ha bisogno di tutti, nessuno escluso.
Vecino, il jolly tattico di Sarri
Matias Vecino non è solo esperienza. È un pezzo di sistema. Conosce Sarri, lo ha avuto a Empoli, ne sa leggere le richieste. Può fare la mezzala, agire da trequartista, all’occorrenza mettersi davanti alla difesa. Due anni fa, in piena emergenza, lo aveva già fatto. Nell’ultimo campionato ha giocato 20 partite, segnato 2 gol, ne ha aggiunte 9 in Europa League. Dopo un lungo stop muscolare, era rientrato a testa alta, dimostrando di voler restare. E infatti ha firmato fino al 2026, con opzione per un altro anno se toccherà quota 25 presenze.

Il centrocampo adesso ha geometrie più definite. A sinistra si alterneranno Vecino e Dele-Bashiru. In regìa, Belahyane e Rovella. Guendouzi avrà Cataldi come alternativa, ma occhio: Danilo ha più tiro, più inserimento, potrebbe anche reinventarsi da incursore. Una ricchezza per Sarri, che almeno in quella zona del campo potrà contare su qualche soluzione.
Vecino sarà il jolly. L’uomo d’ordine e d’equilibrio. Non è il colpo di mercato che scalda la piazza, ma è il tipo di calciatore che torna sempre utile, soprattutto ora che con cinque cambi a partita servono risorse pronte e affidabili.
Tutto questo, però, ha un prezzo. Il progetto di ringiovanimento è stato rinviato. Sarri chiedeva un titolare nel ruolo di mezzala sinistra, accanto a Dele-Bashiru. Doveva arrivare entro agosto. Invece si riparte da Vecino, che a fine agosto compirà 34 anni. E si va avanti così, tampone dopo tampone, in attesa di gennaio.
Lì, stavolta per davvero, Lotito dovrà fare i conti con la realtà. Serviranno tre o quattro rinforzi veri. Sarri li aspettava già a fine estate. Per ora non resta che stringere i denti, lavorare e tirare fuori il massimo da chi c’è. Fino all’ultima goccia. Utopia? No, sopravvivenza.