Viaggio nel mondo dei tifosi e delle scelte sulla campagna abbonamenti. Tra chi ha deciso di non andare più allo stadio e chi invece non riesce a staccarsi dall’Olimpico. Da oggi inizieremo a raccogliere la voce dei tifosi…
Settemila abbonamenti staccati, con una media superiore a quella della prima fase dello scorso anno. Nonostante i numeri della campagna abbonamenti non siano esaltanti, i tifosi della Lazio stanno dando un piccolo segnale. Ma nel mondo biancoceleste divampa la contestazione al patron Lotito.
Abbonamenti si o no? “Lasciamolo solo”… “L’amore è più forte dell’odio ” – lalazio.com – La Presse foto
Molti, alla luce dell’ultima stagione e dopo le notizie relative allo stop del mercato in entrata, hanno deciso di prendere tempo o di non rinnovare la loro tessera. Altri invece vanno oltre: “L’abbonamento è un atto di fede”, dichiarano e ci confermano la volontà di non lasciare la squadra sola allo stadio Olimpico. Ecco alcune storie raccolte in esclusiva dalla nostra redazione. Racconti di chi ha deciso di abbonarsi e di chi, a malincuore, preferisce abbandonare l’Olimpico, per provare a dare un segnale.
Matteo ha quarant’anni e da circa undici ha deciso di non seguire più la sua Lazio allo stadio. Una scelta sofferta, arrivata dopo venticinque anni vissuti al seguito della sua squadra del cuore. Mezzo secolo di trasferte, incontri, momenti straordinari vissuti in curva, dove sono nate amicizie solide, passioni e amori. I colori biancocelesti lo coinvolgono sin da bambino. Merito del nonno e del padre, che lo portano allo stadio. Una delle prime gare vissute all’Olimpico è il derby del 28 ottobre 1979. Anni difficili, di lotte di piazza, di scontri e manifestazioni. Il derby viene giocato in un clima incandescente. Nel pre partita un razzo che viene sparato dalla sud colpisce in pieno volto il tifoso laziale Vincenzo Paparelli, che con la moglie era seduto in curva nord. La morte piomba sul calcio, scatenando ira, polemiche e immancabili e inutili battaglie politiche. “Avevo quattro anni. Ero allo stadio con papá e ricordo perfettamente il suo stato d’animo. Piangeva a dirotto e io non capivo il perchè”.
Matteo non solo non si abbonerà, ma ha deciso di confermare la diserzione dallo stadio. “Oggi purtroppo vivo la Lazio da casa, non vado allo stadio da circa 11 anni, e sto malissimo, anche perché i miei figli vogliono andare, e per il momento sono riuscito a fargli capire il perché non andiamo. Lotito penso che sia un miracolato della vita, prendendo la Lazio ha salvato le sue aziende, distruggendo la vera Lazialita’, quella dei nostri padri e dei nostri nonni, basti pensare che cacciò via Bob Lovati e poi gli ha dedicato un’Academy che non è mai partita. Deve andare via perché la situazione oramai è all’anarchia più totale. Non vado allo stadio per non dargli soldi in nessun modo, non compro neanche materiale ufficiale, quindi nulla, non ha senso andare allo stadio e contestare, perché tanto a lui non frega nulla di noi, però se lo tocchi nel portafoglio lui s’inca**a. Per migliorare la situazione, credo che o fa un passo indietro e comincia a fare il presidente di una grande squadra con un passato glorioso (dubito) oppure deve andare via e mollarla a chi può farla diventare grande”.
Marco: “L’odio per lui non deve mai superare l’amore per lei”.
“L’odio per lui non deve mai superare l’amore per lei”. Marco lo ripete come fosse un mantra. Ha la Lazio nel cuore, la vive quotidianamente. Non riuscirebbe a staccarsi da una passione che lo accompagna da sempre. Ha 36 anni, la stragrande maggioranza dei quali passati sugli spalti dello stadio Olimpico e negli impianti di tutto il mondo. Al seguito della Lazio ha girato l’Europa e il mondo. È andato a Pechino, a vincere un’inaspettata supercoppa italiana contro l’Inter di Mourinho e a Shangai, dove il miracolo non é riuscito. Come la stragrande maggioranza dei tifosi contesta Lotito (che cerca in ogni modo di non nominare) ma allo stesso tempo non condivide la protesta di chi pensa di batterlo allontanandosi dal mondo Lazio.
Marco: “L’odio per lui non deve mai superare l’amore per lei”. – lalazio.com – La Presse foto
“Di Lotito preferirei non parlare perché non mi piace e sinceramente non vorrei nemmeno né nominarlo né metterlo vicino alla parola Lazio. Purtroppo però tanti tifosi non riescono ad avere il suo distacco e sono arrivati al punto di disinteressassi alle vicende laziali non riuscendo a sopportare l’idea di essere rappresentati da un personaggio come lui. Chi non la segue più ha fatto la sua scelta, sicuramente sofferta, ma come fanno non lo so. Io non ci riuscirei mai, anche se vi assicuro che ci ho provato. Ma poi ho pensato che se non porto i miei figli e nipoti allo stadio, con l’era di pay tv e internet li avrei persi sul campo e sarebbe stato difficile poi far crescere in loro la Lazialitá che è stata trasmessa a me. Mi rendo conto che il momento non è positivo perché colui che è al timone, ogni volta che deve fare il salto di qualità inciampa nelle sue scelte errate e nella sua presunzione di poter gestire una società di calcio come una piccola azienda. Comunque dallo stadio lui non mi porta via perché la Lazio è mia e nessuno può togliere la mia lazialità”.