La stagione sta per ripartire e il tecnico deve non solo far fronte al mercato bloccato ma anche una situazione di cui forse non si era accorto
Da modello Feyenoord e investire sui giovani a squadra Matusalemme d’Italia. La beffa delle beffe. Non una cosa grave ma di sicuro fa pensare e riflettere anche a chi gestisce la rosa e non è stato in grado di dare seguito alle promesse che sono state fatte da qualche tempo a questa parte sulla voglia di investire sui giovani e di programmare in modo tale da poter avere una Lazio fatta in casa e di giocatori che possono crescere e dare un’identità ancora più marcata alla squadra biancoceleste.

Non è solo una promessa che ha fatto l’attuale direttore sportivo, anche il precedente, Igli Tare, ha tentato di fare una cosa del genere, anche se l’attuale dirigente milanista parlava di modello Ajax, quello attuale, Fabiani, di modello legato al Feyenoord che, da un certo punto di vista, è un po’ diverso perché i giovani non solo li fa crescere in casa, ma li acquista in tutta l’Olanda e anche all’estero, facendoli crescere per poi rivenderli.
La Lazio è la squadra più vecchia d’Italia
In verità la Lazio sono anni che promette di investire sui giovani e se l’avesse fatto come si diceva, a quest’ora, probabilmente, qualche risultato ci sarebbe stato, ma invece sono state solo parole. E a quelle dette negli anni ecco che si sono accavallate quelle di Fabiani che non solo parlava di modello Feyenoord da realizzare “per i prossimi tre-cinque anni”, ma anche di poter contare su un patrimonio giovanile che, sinceramente allo stato attuale, è assai carente. E sono loro stessi ad ammetterlo, quando vanno a prendere un giovane difensore danese del 2004 quando ce ne sono alcuni di buon livello nella Primavera laziale, come Milani, ad esempio.

Qualche attenuante c’è, anche perché se bisogna investire e credere nei giovani, poi gran parte della tifoseria e dell’ambiente biancoceleste è capacissimo che storca il naso perché rinfaccerebbero a Lotito la poca voglia d’investire sui campioni. Insomma, un cane che si morde la coda, non ci sono dubbi. Il problema vero però è perché dirle e darle per assodate determinate cose? L’errore è anche questo, ovvero gestire e portare avanti le cose con quel tipo di superficialità che poi rischia di rovinare le cose. E allora ecco che ti ritrovi ad essere la squadra più vecchia d’Italia, la più matura.