Il francese vive una situazione non semplice dal punto di vista contrattuale con quella clausola rescissoria che pesa come un macigno sulle prospettive tecniche del prossimo anno
Un leader, un guerriero, l’ultimo ad arrendersi. Questo è stato Mateo Guendouzi da quando ha indossato la prima volta la maglia della Lazio in quella partita a Napoli vinta con un gol di Kamada e dove il francese segnò anche un bellissimo gol, poi annullato per fuorigioco. Da quella prima volta non c’è stato allenatore, da Sarri a Tudor fino a Baroni, che abbia scelto di rinunciare alla verve e al dinamismo del centrocampista prelevato dal Marsiglia.

Il blocco del mercato operato dalla FIGC su indicazione della Covisoc, per aver superato i tre parametri di riferimento economico finanziari, di fatto impedisce al club di Lotito di acquistare nuovi giocatori in questa sessione estiva di calciomercato. La società potrà effettuare cessioni, ma per portare volti nuovi a Formello dovrà aspettare il mercato di riparazione a gennaio del 2026.
Intoccabile a centrocampo
La società è stata molto chiara. Nei giorni caldissimi, quando si è saputo che la Lazio non avrebbe potuto fare acquisti in questa sessione di calciomercato per aver sforato tre paletti nella gestione finanziaria del club, ha dichiarato: “i big non si toccano”. Una scelta obbligatoria per provare a consegnare a Maurizio Sarri, tornato dopo quindici mesi sulla panchina biancoceleste, almeno la rosa dello scorso anno.

Un gruppo di giocatori che pur fallendo l’obiettivo minimo stagionale della qualificazione europea, mancata dopo otto partecipazioni consecutive, resta pur sempre valido soprattutto per l’esperienza, come in Zaccagni, Romagnoli, Marusic, Pedro, Vecino e il francese Guendouzi. Il centrocampista della nazionale allenata da Deschamps è stato uno dei sempre presenti nello scorso anno, utilizzato praticamente senza soluzione di continuità da Marco Baroni per puntellare quel centrocampo fulcro del gioco del tecnico toscano. Guendo nel Sarri bis sarebbe la mezzala perfetta per quel 433, marchio di fabbrica dell’ex allenatore di Juventus e Napoli.
Situazione contrattuale
Le sirene inglesi non lo hanno mai abbandonato, la precedente esperienza all’Arsenal non era stata del tutto convincente, ma prima il Marsiglia e poi soprattutto le ultime due stagioni nella Lazio hanno di fatto riacceso i riflettori sul centrocampista francese. Anche Mateo ha subito il contraccolpo di una stagione che prometteva tanto, ma che poi alla fine si è rivelata infruttuosa, e al termine del campionato lui stesso aveva lasciato intendere qualche dubbio sul proprio futuro. Ora le sensazioni intorno a Mateo Guendouzi sono cambiate in modo netto, il centrocampista francese sembra sempre più legato alla città e alla Lazio, dove si è profondamente innamorato non solo del calcio, ma anche dell’ambiente che lo circonda.

Nessuno dei presenti allo stadio dimenticherà le lacrime del francese al termine della partita, quella maledetta sequenza dei rigori che hanno infranto il sogno del popolo biancoceleste di approdare dopo tanti anni a una semifinale europea, seguita in disparte come se volesse assaporare fino in fondo. in solitaria. quelle sensazioni, belle o brutte secondo l’esito deciso dal destino. E poi quella corsa decisa dentro lo spogliatoio per sfogare l’amarezza. Quel giorno Guendouzi è diventato ancora più laziale, forse proprio quel giorno ha deciso che il suo percorso a Roma non poteva interrompersi così e il Sarri bis non può che aver alimentato la voglia di rivalsa. Resta quella clausola come una spada di Damocle sul suo destino, ma in ogni caso l’ultima parola spetterà a lui.