La decisione di presentare Maurizio Sarri senza la presenza di cronisti ha fatto infuriare l’ordine dei giornalisti e l’Ussi: “Una scelta inaccettabile”
Dopo aver fatto infuriare i tifosi (per i recenti risultati e per il blocco del mercato), i calciatori (in attesa di un rinnovo di contratto che al momento non può essere ratificato) e lo stesso Sarri (che non era stato preventivamente avvisato della gravità della situazione e che oggi, dalle pagine del Corriere dello Sport ha candidamente ammesso di “aver visto mille giocatori, prima di sapere del blocco alle operazioni in entrata”), la Lazio riesce a subire un duro ammonimento anche dalla stampa sportiva.
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La scelta di presentare Maurizio Sarri a porte chiuse, senza la presenza dei cronisti, invitati solo a presentare in anticipo le domande, è stata bocciata sia dall’ordine dei Giornalisti del Lazio, che dall’Unione Stampa Sportiva. Una decisione senza precedenti. Mai, nerlla storia del club, era stata fatta una scelta del genere. Neanche sotto Covid si era scelto di operare in questo modo: gli incontri con la stampa erano organizzati in video conferenza.
“Inaccettabile la scelta della Lazio su Sarri”
Una sorta di censura che non è piaciuta a nessuno. “Ma cosa vuole nascondere la Lazio? Di cosa ha paura?” Si chiedono tifosi e operatori dell’informazione. Domande che si stanno ponendo anche le organizzazioni della stampa romana e nazionale. Che hanno criticato in modo feroce la scelta del club, invitando la Lazio a cambiare idea. E ad aprire (come da consuetudine), la conferenza stampa a tutti gli organi di informazione.

Il Consiglio regionale dei Giornalisti del Lazio ha trovato “inaccettabile” la scelta del club biancoceleste: secondo il presidente Guido D’Ubaldo “non è questo il modo di garantire la libertà di informazione, già da tempo messa a dura prova anche nel mondo dello sport. Purtroppo sono tanti i tentativi che ledono la dignità dei giornalisti e che impediscono di fatto il diritto/dovere di informare. Un sistema che tenta di aggirare l’intermediazione critica dei giornalisti”. L’ordine dei giornalisti invita il club a “rivedere questa assurda decisione. Il presidente Lotito, al quale vanno i nostri auguri di pronta guarigione, iscritto al nostro Ordine, dovrebbe essere sensibile a questa civile forma di protesta. Nei prossimi giorni inviteremo i responsabili dell’ufficio stampa del club per un confronto sulla situazione”.
Presa di posizione simile da parte dell’Unione Stampa Sportiva: “Diciamolo in maniera chiara, questo sistema di lavoro non è ammissibile. Chiediamo quindi alla Società Sportiva Lazio di ripristinare il vecchio metodo e di permettere a tutti i giornalisti accreditati di poter interagire in presenza”, ha scritto il Presidente Jacopo Volpi. “È uno schiaffo all’informazione. Ai giornalisti. Alla libertà di stampa. A questi atti di protervia la reazione dovrebbe essere una protesta civile: non partecipare allo show.
La Lazio non vuole la “stampa in presenza”? E allora la stampa dovrebbe decidere di non essere presente. Ringrazio l’Ussi (Unione Stampa Sportiva) per l’intervento immediato e deciso in difesa della dignità dei giornalisti sportivi”