Pedro, fuoco dentro: la Lazio e quel conto ancora da saldare

Pedro resta alla Lazio per scrivere un altro finale: 38 anni, 14 gol nell’ultima stagione e la voglia intatta di riportare i biancocelesti in Champions League

C’è un conto da pareggiare, una ferita ancora aperta da rimarginare. No, la sua avventura a Roma – e forse nel calcio – non poteva chiudersi in quel modo. Pedro – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – vuole scrivere un altro finale, e lo merita tutto. La sua ultima stagione, a livello personale, è stata la più brillante da quando è sbarcato in Italia: quattordici gol in totale, 10 in campionato e 4 in Europa League.

Pedro, fuoco dentro: la Lazio e quel conto ancora da saldare (Ansa Foto) – Lalazio.com

È stato un punto di riferimento nella Lazio di Baroni, con la lucidità di chi ha vissuto le notti che contano e la generosità di chi ha scelto, ancora una volta, di restare. Ma non è bastato. Il traguardo vero, quello di spingere la squadra verso i propri obiettivi, è rimasto lontano. Così, quando Sarri ha dato il via libera alla sua conferma, lo spagnolo non ci ha pensato un istante. È rimasto, deciso a lasciare un’impronta ancora più profonda.

In una lunga intervista concessa a El País, Pedro ha raccontato il suo presente, tra stimoli nuovi, battaglie da vivere e la voglia di incidere ancora. Il 28 luglio compirà 38 anni, ma la fame è rimasta quella dei vent’anni. «Non ho più l’energia di allora e non posso giocare quattro partite consecutive per 90 minuti, perché poi arrivano i dolori. Ma quando entro per venticinque minuti mi diverto. Prima lo vivevo con frustrazione, ora mi godo ogni attimo».

Dalla leggenda del Barcellona dei sei trofei al Chelsea d’Inghilterra e d’Europa, poi Roma e Lazio. Una traiettoria che lo ha portato in alto e l’ha messo alla prova. «Ho vissuto momenti splendidi e fallimenti. Ma ho sempre trovato la forza per ripartire. In Inghilterra ho vinto la Premier, in Italia ho riportato la Lazio in Champions. È stato meraviglioso».

Per Pedro una nuova posizione, ma la stessa motivazione di sempre

Con Baroni è rinato. Anche tatticamente. Spesso più arretrato, più dentro il gioco, meno esterno di fascia. Un’evoluzione che ha preso ispirazione da due fuoriclasse che con il pallone hanno danzato: «David Silva e Iniesta mi hanno insegnato a ricevere tra le linee, girarmi, trovare spazi. Alla Lazio mi piace scendere a centrocampo, è stato un bel cambiamento alla mia età. Ho trovato un ruolo nuovo e nuove motivazioni».

Pedro
Per Pedro una nuova posizione, ma la stessa motivazione di sempre (Ansa Foto) – Lalazio.com

E proprio parlando del ruolo, Pedro riflette anche sul cambiamento delle ali nel calcio moderno. Cresciuto nel Barça del tiki-taka, ne ha visti passare tanti di schemi e rivoluzioni. «Le ali non stanno più incollate alla linea laterale. Aiutano, rientrano, si accentrano. Le più forti — da Bernardo Silva a Dembélé, fino a Doue e Lamine Yamal — creano confusione. Vengono incontro, diventano trequartisti, interni, mediani. Ed è proprio questo che gli allenatori cercano per andare in profondità».

Lui, in fondo, è sempre stato così. Un’ala mobile, affilata, decisiva: «Andavo in profondità, cercavo il varco giusto. Mi muovevo tanto, ed è per questo che segnavo. Anche oggi, chi si muove con intelligenza tende a fare gol». Parole limpide, dense di realismo e passione.

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Pedro non cerca gli effetti speciali, ma vuole ancora aiutare la Lazio a tornare dove merita. Non ha più vent’anni, vero. Ma il fuoco dentro brucia ancora. E se c’è un conto in sospeso, Pedro vuole saldarlo sul campo. Per sé stesso. Per la sua carriera. E per una Lazio che, di uno come lui, ha ancora tremendamente bisogno.

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