Un’estate difficilissima dopo la profonda delusione per come è finita la stagione scorsa e le infinite polemiche dopo il blocco del mercato non impediscono al tifoso laziale di rispondere presente
Poteva e doveva essere la stagione del rilancio dopo l’annuncio del ritorno sulla panchina biancoceleste di Maurizio Sarri, invece proprio nei giorni della firma del Comandante è deflagrata la clamorosa notizia dello stop del mercato da parte della Federazione, imposto alla società di Claudio Lotito per aver sforato i tre parametri di controllo economico finanziario, impedendo così di fatto al club di effettuare acquisti fino alla prossima sessione di calciomercato, quella del 1 gennaio 2026.

Dalle ore 16:00 del 26 giugno era possibile rinnovare il proprio abbonamento con la garanzia di poter confermare il posto della stagione 2024/25. Allo stesso tempo, fino al 9 luglio era possibile acquistare il proprio abbonamento scegliendo tra i posti rimasti disponibili nei vari settori. Poi nei giorni 10 e 11 luglio i vecchi abbonati, che non hanno rinnovato, avrebbero potuto sottoscrivere l’abbonamento sui posti rimasti liberi dalla prelazione. Nessuno in società pensava che ci potesse essere una risposta del genere da parte della gente laziale, soprattutto dopo gli ultimi accadimenti.
Una passione infinita
Si è fatto sempre un gran parlare della differenza tra le due tifoserie della Capitale, soprattutto negli ultimi anni, quando la presenza dei cugini giallorossi allo stadio si è fatta massiccia grazie a fondamentali, ma a volte anche discutibili, operazioni di fidelizzazione del tifoso. Ma se i numeri dicono che, soprattutto in città, il tifoso della Roma è in maggioranza rispetto a quello della Lazio, valore che poi si va a ribaltare fuori dai confini cittadini e nella regione, allora in percentuale il tifoso laziale riempie di più lo stadio Olimpico in occasione delle partite della sua squadra del cuore. Ad esempio, lo scorso anno ha fatto registrare oltre 43mila presenze allo stadio in media ogni gara casalinga tra campionato, Europa League e Coppa Italia e senza il consueto circo mediatico che accompagna invece sistematicamente “le gesta” dei dirimpettai dell’altra sponda del Tevere.

Il tutto poi dopo anni di insoddisfazione, sfociata più volte in aperta contestazione con la gestione del presidente Lotito, che non sempre ha fatto il massimo per allestire una squadra in grado di far competere per traguardi davvero importanti la squadra biancoceleste. Ma il tifoso della Lazio non ha mai mollato e, tra un mugugno e una protesta, non ha mai fatto mancare il suo appoggio alla squadra, sia in casa che in trasferta. Ma quest’anno la situazione che si è venuta a creare, proprio negli stessi giorni in cui era stato deciso il lancio della nuova campagna abbonamenti per la stagione 2025-26, non prometteva nulla di positivo e tanti pensavano a un vero bagno di sangue almeno fino ad arrivare a ridosso del campionato ad agosto inoltrato, un modo per aspettare e capire. Invece i dati della prima fase sono addirittura stupefacenti.
La gente crede nel miracolo
“Su c’è er Maestro che ce sta a guardà!”. Questo lo slogan scelto dal settore marketing della società per lanciare la nuova campagna abbonamenti, con un chiaro abbinamento tra Tommaso Maestrelli e il ritorno di Maurizio Sarri che non ha mai fatto mistero dell’ammirazione che ha sempre avuto per l’allenatore del primo indimenticabile scudetto della Lazio. Uno slogan che evidentemente ha fatto breccia nel cuore della gente laziale visto che, in piena baraonda da blocco del mercato, proprio nei giorni in cui la società veniva penalizzata tanto da non poter effettuare nessun acquisto in questa sessione estiva, il tifoso biancoceleste ha deciso di sposare a scatola chiusa la nuova avventura.

Quasi a raccogliere il guanto di sfida causato dagli errori societari, comprendendo che, ancora una volta, come già accaduto in tanti momenti difficili della nostra storia ultracentenaria, bisognava stare vicini alla propria squadra, ai propri colori, alla propria passione. 20mila tessere rinnovate alla chiusura della fase di prelazione sono un segno molto importante che ancora una volta lancia la tifoseria biancoceleste, sicuramente pronta a scendere di nuovo in strada martedì per gridare tutto il proprio disappunto a una gestione che sta diventando quasi scellerata, ma mostrando tutto il proprio amore verso la propria storia.
Nessun colpo sul mercato, nessuna possibilità quindi di migliorare la rosa del prossimo anno, nessuna amichevole che possa aver contribuito a riportare un pizzico d’ottimismo, soltanto l’ennesimo atto di Fede di una tifoseria che meriterebbe di lottare per traguardi più importanti di una qualificazione alla Champions League. 20mila persone già pronte alla battaglia che si annuncia ancora più difficile del solito e alla prima partita di campionato in casa mancano ancora 50 giorni esatti, c’è anche tempo per stupire ancora di più l’Italia.