Il futuro del Flaminio si gioca tra Campidoglio e Parlamento: la legge Abodi sblocca i poteri speciali per Gualtieri. Lotito pronto a presentare il progetto della Lazio
Il destino del Flaminio si gioca nelle prossime settimane. Tra le carte che girano nei corridoi del Campidoglio e i nuovi poteri che presto potrebbero essere affidati al sindaco Roberto Gualtieri, si decide il futuro dell’impianto, sogno mai realmente accantonato dalla Lazio di Lotito.

Entro l’inizio di agosto – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – sarà approvata la legge fortemente voluta dal ministro dello Sport Andrea Abodi. Tra i suoi articoli principali, l’istituzione del Commissario straordinario per gli stadi destinati agli Europei 2032, riconosciuti come opere di “preminente interesse strategico nazionale”.
Un passaggio del testo sembra scritto apposta per il Flaminio: si parla espressamente di “impianti da realizzare o riqualificare”, indicati come “strategici per il futuro del calcio italiano”. Se lo stadio di Roma verrà inserito nella lista ufficiale per Euro 2032 (la scadenza è fissata per l’estate 2026 e ci sono ancora due posti disponibili), gli effetti della legge saranno immediati.
Il sindaco Gualtieri potrà ricevere poteri speciali da commissario con l’obiettivo di sbloccare progetti, velocizzare iter e coordinare tutti i soggetti coinvolti. Il Flaminio – così come lo stadio di Pietralata per la Roma – è uno di questi. Lo è, nonostante le polemiche delle ultime settimane.
Stadio Flaminio, tra polemiche e opportunità
Oltre al ricorso al Tar presentato dalla Roma Nuoto (che accusa il Comune di favoritismi), Federsupporter ha ricevuto una PEC dal Campidoglio in cui si sostiene che la proposta della Lazio per il Flaminio “non si configura come progetto di fattibilità ai sensi della normativa vigente”. Una puntualizzazione che, a detta di chi conosce bene le dinamiche biancocelesti, nasconde una verità diversa.

La proposta è stata volutamente tenuta snella – e quindi non ancora completa – per evitare di finire impantanati nella burocrazia. La richiesta, ora più che mai supportata anche dal nuovo impianto normativo voluto da Abodi, è quella di non restare ostaggi dei veti incrociati e dei cavilli amministrativi. Il Flaminio rappresenta ancora oggi un simbolo delle occasioni mancate. Eppure, la visione è chiara: uno stadio da circa 40mila posti, pensato per ospitare non solo calcio, ma anche concerti, eventi, attività sociali. Un impianto sostenibile, energeticamente autosufficiente, vivo sette giorni su sette.
Gli analisti di OpenEconomics lo hanno ribadito con chiarezza: ogni euro investito negli stadi genera crescita. I 2,9 miliardi previsti per i 14 impianti da ammodernare o costruire in vista di Euro 2032 possono trasformarsi in 4,8 miliardi di PIL, creare 10mila posti di lavoro e attivare nuovi processi di rigenerazione urbana.
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E senza contare il Fondo italiano per lo Sport, che mette a disposizione risorse pubbliche: Lotito potrà accedere ai 24 milioni previsti nel piano. Quando la Lazio presenterà ufficialmente il progetto e si aprirà la conferenza dei servizi, la palla passerà definitivamente alla politica. E se Gualtieri avrà i poteri commissariali, avrà anche in mano la chiave per aprire una porta rimasta chiusa troppo a lungo.