Proprio nel giorno della finalissima del Mondiale per Club, la Fifa ha annunciato importanti cambiamenti nella gestione della fatica dei calciatori con un calendario adeguato al numero di partite
Il calcio moderno è forse arrivato al punto di non ritorno. La chiusura della stagione agonistica, per alcuni club invitati a partecipare alla prima edizione allargata del Mondiale per Club che ogni quattro anni sostituirà quella classica, già comunque ampiamente rivista, del format che da anni si svolge in Giappone tra i vincitori delle maggiori manifestazioni continentali, ha portato nuove discussioni sull’usura a cui andrebbero incontro i giocatori chiamati a scendere in campo per più di sessanta partite in una stagione che oramai dura fino a undici mesi.

Fu proprio l’allenatore tornato oggi sulla panchina biancoceleste, Maurizio Sarri, a lanciare il grido d’allarme quando nella sua prima avventura a Formello denunciò l’assurdità del calendario, soprattutto per le squadre impegnate nelle competizioni europee infrasettimanali, tipo Europa League e Conference League. Infatti queste due manifestazioni in particolare vengono giocate il giovedì e sistematicamente le squadre impegnate arrivano a disputare la successiva gara di campionato neanche 72 ore dopo.
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Si giocano troppe partite
Il business non si può fermare, anzi c’è la necessità di trovare sempre nuovi modi per fare soldi anche da ridistribuire ai club che alla fine muovono tutto il sistema calcio. Quindi, dopo che la UEFA ha completamente ridisegnato i format delle tre competizioni più importanti per club, con la Champions League, l’Europa League e la Conference League, che hanno aumentato il numero minimo di partite garantite alle varie squadre, subito anche la FIFA ha risposto con la sua proposta per fare spettacolo in giro per il mondo e garantire sempre più introiti. Infatti, ha creato dal nulla il Mondiale per Club, una versione allargata e gonfiata di quella che per anni si è disputata in Giappone come Coppa Intercontinentale tra le vincitrici della competizione più importante di ogni continente.

La prima edizione, che si è conclusa ieri sera con la sorprendente vittoria del Chelsea contro il PSG, si è disputata negli Stati Uniti, una sorte di prova generale della Coppa del Mondo per nazioni che si disputerà da queste parti il prossimo anno, non senza le solite polemiche per gli orari delle gare e per l’eccessivo numero di partite aggiunte a un già ingolfatissimo calendario stagionale. Gli infortuni sono sempre più decisivi nella gestione dei calciatori e anche al Mondiale per Club qualcuno ci ha rimesso l’inizio della prossima stagione, ecco perchè diventa sempre più urgente trovare il giusto compromesso per salvaguardare proprio la salute dei principali attori in campo. Per rispondere alle preoccupazione anche del sindacato calciatori, il presidente della FIFA, Gianni Infantino, a margine della finale del Mondiale per Club, ha diramato la sua ricetta per il futuro prossimo del calcio.
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Ecco perchè aveva ragione Maurizio Sarri
La Fifa ha tenuto a sottolineare che i colloqui di New York “hanno affrontato questioni chiave relative alla salute dei giocatori”, tra cui “questioni critiche relative al calendario delle partite internazionali”. C’è stato un generale consenso sul fatto che ci dovrebbero essere almeno 72 ore di riposo tra una partita e l’altra anche se di manifestazioni diverse e che i giocatori dovrebbero avere un periodo di riposo di almeno 21 giorni obbligatori alla fine di ogni stagione. Cosa di difficile realizzazione per alcune federazioni tipo quella inglese, prendendo spunto proprio dal Chelsea, fresco vincitore del Mondiale, che tra meno di un mese è chiamato a scendere in campo per la prima giornata della nuova stagione della Premier League.

Quello delle 72 ore minimo tra una partita e l’altra durante la stagione è un argomento che ha fatto molto discutere negli ultimi anni anche in Italia. Infatti, l’attuale tecnico della Lazio Sarri era stato molto critico sull’argomento soprattutto quando proprio i biancocelesti erano stati chiamati più volte a disputare la gara di campionato successiva a quella di Europa League a poco più di 60 ore di distanza. Un’evidente anomalia che passò totalmente inosservata per la Lega calcio. “Siamo l’unica squadra in Europa ad aver giocato dopo 61 ore di quelle che hanno fatto l’Europa League. Ho detto ai giocatori prima della partita “Dobbiamo fare una lotta contro la Lega”, disse il tecnico toscano al termine della brutta sconfitta della Lazio a Bologna, scesa in campo alle 12:30 al Dall’Ara, a due giorni e mezzo dalla partita di Europa League contro la Lokomotive Mosca. Ma Sarri all’epoca fu fatto passare soltanto con un lamentoso rompiscatole. Certo è che nel Sarri bis, appena cominciato con il ritiro di Formello oggi, questo problema sicuramente non ci sarà vista la mancata qualificazione alle coppe europee dei biancocelesti nell’ultimo campionato.