La seconda amichevole stagionale della Lazio contro l’Avellino finisce con una vittoria ottenuta soltanto nei minuti di recupero, grazie a un calcio di rigore realizzato dal francese Guendouzi
Un pieno di entusiasmo, ma anche di aperta contestazione contro il presidente Lotito, da parte dei tifosi biancoceleste, ha accompagnato la seconda uscita stagionale della Lazio di Maurizio Sarri sul neutro di Frosinone. Il weekend prettamente estivo, la vicinanza con la Capitale e la grande voglia di vedere all’opera la propria squadra del cuore, ha portato oltre 8mila laziali allo stadio Benito Stirpe, curiosi di vedere a che punto è il livello della squadra che tra meno di un mese scenderà in campo a Como per la prima giornata di campionato.

L’impegno era sicuramente più probante rispetto alla prima sgambata contro la squadra Primavera di domenica scorsa, l’Avellino, neo promosso in Serie B, ci ha messo sicuramente impegno, organizzazione tattica, entusiasmo e tanta voglia di fare bella figura davanti a un avversario più blasonato e la partita in alcuni frangenti è risultata anche più spigolosa del previsto. Il Sarri bis va avanti nel progetto e, anche se siamo soltanto alla seconda settimana di preparazione, qualcosa si comincia a intravedere del gioco che il tecnico toscano vuole dai propri giocatori, ma si intuisce come ci sia ancora tanto da lavorare.
LEGGI ANCHE. Lazio, al via la fase 2: Sarri alza il ritmo e lavora sulla tattica
Le scelte del mister
Seconda amichevole precampionato della Lazio e seconda vittoria. Dopo il 3-0 contro la Squadra Primavera a Formello di domenica scorsa, ieri sera i biancocelesti hanno avuto la meglio dell’Avellino grazie a un calcio di rigore realizzato a tempo scaduto dal francese Guendouzi. Se Sarri cercava qualche risposta in più in questa seconda gara, possiamo dire che l’ ha avuta, ma è emerso chiaro che molte cose vanno sistemate, vanno migliorate, in attesa anche di recuperare alcuni giocatori in questo momento non disponibili.

Questa volta il tecnico toscano ha mischiato le carte nella formazione di partenza, si sono rivisti dal primo minuto, Mandas in porta, Hysaj a sinistra, Vecino mezzala destra, Rovella in cabina di regia e soprattutto capitan Zaccagni, che quindi ha dimostrato di aver completamente superato i postumi dell’operazione subita per guarire dalla pubalgia che lo ha tartassato nel girone di ritorno della scorsa stagione. Sarri ha insistito sulla coppia Gila e Provstgaard al centro della difesa, su Dele Bashiru a centrocampo e su Pedro e Castellanos a completare il tridente offensivo. In attesa del recupero di Isaksen e Dia che possono regalare opzioni in più al tecnico toscano.
LEGGI ANCHE: Isaksen, il virus frena la rincorsa: Sarri lo aspetta, ma la concorrenza corre
Seconda uscita tra poche luci e alcune ombre
La Lazio ha cercato di fare sempre la partita, ma lo ha fatto con ritmi ancora troppo blandi per mettere in grande difficoltà un avversario schierato bene a protezione della propria area di rigore. Nel primo tempo si è giocato quasi sempre a sinistra dove si è ricostituito l’asse Zaccagni-Nuno Tavares, che tanto bene aveva fatto lo scorso anno soprattutto nel girone d’andata. Il terzino portoghese ha fatto vedere alcune delle sue classiche giocate servendo palloni invitanti una volta arrivato con scambi veloci ai compagni in area di rigore, mentre il capitano biancoceleste, ancora a corto di condizione, ha provato alcune delle sue sgommate per saltare l’avversario di turno. Bene Pedro sempre pronto a farsi dare il pallone per cercare una giocata, mentre Rovella ha cercato di mettere ordine in mezzo al campo. Come nella prima uscita stagionale, poco servito Castellanos al centro dell’attacco, impegnato più in alcuni duelli fisici con i difensori avversari che nel battere a rete palloni invitanti.

Alla prima occasione infatti realizza anche un bel gol di testa annullato però dall’arbitro per una presunta spinta al difensore avversario. E’ sembrato ancora troppo timido Dele Bashiru, soprattutto negli inserimenti senza palla in area di rigore. Ecco, probabilmente questa è la situazione tattica su cui deve lavorare di più Sarri, la squadra prova a fare gioco cercando idee da una parte e dall’altra del campo senza poi riuscire ad arrivare alla conclusione. Nel secondo tempo il tecnico toscano ha rimescolato la squadra e con Cataldi e Guendouzi in mezzo al campo, Lazzari e Cancellieri sulla fascia destra, è sembrata muoversi meglio, soprattutto con più velocità, ma sempre con una grande difficoltà a liberare un uomo al tiro, tanto da non aver mai impegnato seriamente il portiere degli irpini. Citazione finale per Noslin che, entrato a dopo un’ora di gioco per Castellanos, trova nei minuti finali la prima vera giocata decisiva della squadra in fase offensiva tanto da guadagnarsi il calcio di rigore decisivo che regala la vittoria in extremis.