Tijani Noslin prova a riemergere con una fiammata nel finale contro l’Avellino. Un rigore guadagnato che può cambiare il suo destino alla Lazio
Un guizzo. Un dribbling secco. Un’idea nel momento giusto. Tijani Noslin – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport -si è aggrappato a un frammento per provare a riaccendere la sua storia in maglia biancoceleste. Per 29 minuti contro l’Avellino era rimasto ai margini del gioco, evanescente. Ma poco prima che l’arbitro fischiasse tre volte per decretare i rigori, l’olandese ha disegnato un’azione d’orgoglio: slalom deciso, accelerazione e rigore conquistato, poi realizzato da Guendouzi.
È stato il gol che ha deciso l’amichevole di Frosinone, nato da quel lampo nel buio di un tunnel nel quale Noslin sembrava ormai perso. Eppure, quella fiammata potrebbe bastargli per ottenere un’altra chance. Il suo ruolo resta ancora indefinito. Non è escluso che rientri nell’elenco dei possibili tagli.
Al Benito Stirpe è stato impiegato da centravanti per via dell’assenza di Dia, subentrando a Castellanos al 17’ della ripresa. L’ingresso in campo è stato anonimo: pochi palloni toccati, diversi errori tecnici, sponde imprecise, passaggi sbagliati. Una prestazione che sembrava destinata alla bocciatura, sulla scia dell’opaca uscita contro la Primavera. Poi, però, l’improvvisa fiammata.
Noslin ha rispolverato una delle sue armi migliori: controllo, scatto, e l’istinto giusto per infilarsi tra due avversari, allungare e guadagnarsi il rigore. Una scintilla che potrebbe pesare più di quanto sembri.
Possibile nuova occasione per Noslin
Sarri continua a cercare una collocazione adatta. Lo ha provato esterno destro, sperando in lui come possibile erede di Felipe Anderson in attesa del ritorno di Isaksen, ma per ora senza risposte realmente convincenti. Poi, complice lo stop di Dia, lo ha testato da punta centrale, ma anche lì il rendimento resta insufficiente, sebbene ci sia spazio per crescere.
Il processo di adattamento è ancora in corso, ma il tempo non è infinito. La tournée in Turchia sarà un ulteriore test, forse quello decisivo, per capire se Noslin può far parte del progetto.
Nella passata stagione, la prima in biancoceleste, il copione fu simile: qualche acuto (memorabile la tripletta al Napoli in Coppa Italia), ma anche tanti momenti di silenzio. Un giocatore visto a intermittenza, mai davvero continuo.
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Ecco perché oggi ogni dettaglio conta. Anche un rigore conquistato al 92’, in una semplice amichevole d’estate, può diventare una traccia da seguire. Noslin, per ora, resta un’incognita. Ma almeno ha lasciato un segnale. Un lampo, per non sparire nel buio.
