Quale tra gli allenatori più famosi, apprezzati e longevi della storia della Lazio, ha esaltato i tifosi in estate con un precampionato di livello assoluto? Il risultato è inaspettato
Il precampionato, al pari del mercato, è spesso una sorta di viaggio all’interno dei sogni estivi di una tifoseria. Le prime amichevoli hanno il sapore di una scoperta; di una sorta di anteprima estiva della stagione. La Lazio di Sarri ha fin qui affrontato la Primavera (sconfiggendola 3-0), l’Avellino (1-0 con gol nel finale realizzato da Guendouzi su calcio di rigore), il Fenerbahce (sconfitta di misura) e il Galatasaray, sfida terminata 2-2.

Una serie di risultati altalenanti, all’interno di un’estate ricca di polemiche e delusioni per l’inoperosità del club sul mercato. Per Sarri si tratta del quarto precampionato da quando siede sulla panchina della Lazio. Prima di lui Inzaghi, Pioli, Reja, Petkovic, Delio Rossi e ancora prima Mancini, Eriksson e Zoff erano stati protagonisti di tournèe estive, amichevoli e tornei. Quale è stato il precampionato più esaltante vissuto dai tifosi della Lazio nella loro storia recente?
Il precampionato più esaltante della Lazio: un viaggio all’indietro nel tempo
La squadra di Eriksson dominava in Italia e in Europa e i tornei estivi vinti, rappresentavano una conferma del valore del club: ma quei risultati non potevano considerarsi sorprendenti. Anche gli altri tecnici hanno alternato momenti positivi a sfide internazionali prestigiose, concluse con risultati altalenanti. La vera, grande sorpresa, che ha portato i tifosi a vivere un’estate esaltante, è arrivata circa 35 anni fa: il precampionato del 1990, con Dino Zoff in panchina è stato uno dei più convincenti che i tifosi hanno avuto modo di vivere. E per diversi motivi. Il club aggiunge a Ruben Sosa anche Karl Heinz Riedle (in gol nella foto in basso contro la Juve), fresco vincitore del Mondiale di Italia ’90.

La società, molto attenta a promuovere il nome della Lazio (già molto diffuso dopo gli arrivi di Riedle e Zoff) opta per una serie di amichevoli dal sapore internazionale. Il fiore all’occhiello è il Trofeo Città de la Linea, disputato a Cadice. La Lazio, dopo aver sconfitto in semifinale i padroni di casa per 3-2 (gol di Sosa, Pin e Soldà), affronta nella finalissima il fortissimo Real Madrid di Butragueño e Hugo Sánchez.
La vittoria contro il Real Madrid: il capolavoro di Zoff
Dopo aver chiuso i tempi regolamentari a reti inviolate, gli uomini di Zoff sbloccano il risultato nel primo tempo supplementare grazie al tedesco Riedle. A quattro minuti dalla fine arriva però, inaspettato, il pareggio di Hugo Sánchez. Il trofeo si decide ai calci di rigore: i giocatori biancocelesti pur meno esperti e meno abituati a gestire le emozioni, si dimostrano più precisi degli spagnoli.

I tiratori biancocelesti mantengono il sangue freddo e realizzano tutti e cinque i tiri dagli undici metri. Ad andare a segno sono infatti Sosa, Sclosa, Riedle, Sergio e Soldà, abili a trafiggere il portiere Jaro. Tra gli spagnoli a sbagliare (in modo del tutto inaspettato) è Butragueno. I biancocelesti si impongono e regalano a Zoff un trofeo prestigioso.
Ma il pre campionato regala ai tifosi laziali altre soddisfazioni, certificando il valore della rosa a disposizione di Zoff. Contro il Werder Brema, amichevole organizzata nell’ambito della cessione di Karl Heinz Riedle, la Lazio gioca una bellissima partita, chiudendo sul 2-2 grazie al gol del centravanti tedesco e di Armando Madonna. Ma il capolavoro arriva il 25 agosto. In uno stadio Olimpico quasi gremito, la Lazio di Zoff impone una lezione di calcio al Milan di Arrigo Sacchi.
Zoff e la lezione di calcio al Milan di Arrigo Sacchi
I biancocelesti giocano una partita meravigliosa, fatta di attenzione, velocità e cattiveria e con la doppietta di Sosa e i gol di Riedle e Saurini, sconfiggono i rossoneri con un sonoro 4-1. Il match, trasmesso in diretta televisiva da Italia Uno, viene visto da milioni di italiani, che davanti al televisore si stropicciano gli occhi di fronte alle giocate degli uomini di Zoff.

Tra questi c’è anche Paolo Di Canio, che dal divano della sua nuova casa torinese guarda con ammirazione i suoi ex compagni umiliare i fortissimi rossoneri. Ma la cosa che più colpisce l’ex biancoceleste è un coro, fortissimo, quasi rabbioso che si alza dalla curva nord e che riguarda proprio lui. I tifosi, che si sentono traditi dalla loro bandiera, gli dedicano insulti e cori di scherno. Paolo ci resta male, ha quasi voglia di spegnere la tv. Capisce che il pubblico ormai lo ha apostrofato come traditore e lui, impossibilitato a spiegare le sue ragioni (non esistono profili social ufficiali e difficilmente si programmano conferenze stampa se non in occasioni ufficiali) si chiude in se stesso. Ormai la Lazio è un capitolo chiuso. Almeno per ora.
L’esaltante precampionato biancoceleste si chiude con una vittoria a Cesena (0-1 gol di Saurini) e un pareggio a Cagliari. La Lazio è pronta a partire. Nonostante l’assenza di Troglio e la mancanza di un vero e proprio fantasista in mezzo al campo, la squadra ha regalato segnali importanti e ai nastri di partenza della nuova stagione si candida a ruolo di sorpresa. Ma purtroppo le aspettative non saranno confermate e la verità sarà un’altra.