Lo spagnolo si prepara alla quarta stagione in biancoceleste. L’obiettivo è partire forte contro il Como, con Sarri guida e ispirazione
Gila è pronto. Sta per cominciare la sua quarta stagione in biancoceleste, ancora sotto la guida di Sarri, l’allenatore che lo ha lanciato titolare e che continua a dargli fiducia e minutaggio. È lo stesso tecnico a cui ora viene chiesto di far crescere una squadra che il mercato estivo non ha potuto rinforzare come sperato.

Ci credono tutti, compreso lo spagnolo, che – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – a “El Marcador” di Radio Marca ha raccontato: «Abbiamo qualità e talento, e in più un giocatore come Pedro, che è una forza in campo e un esempio nello spogliatoio. Quest’anno, senza le competizioni europee, potremo preparare meglio le gare di campionato. Il nostro obiettivo è tra Conference ed Europa League. Se arrivassimo in Champions, sarebbe pazzesco».
Il pensiero a lungo termine può aspettare. Ora bisogna ragionare gara dopo gara, a partire dall’esordio contro il Como, tra dieci giorni: «Vincere subito sarebbe fondamentale per iniziare bene e affrontare le sfide successive con più fiducia».
Gila pronto per un nuovo campionato agli ordini di Sarri
Anche perché alla quarta giornata arriverà già il derby: «Qui a Roma il calcio è molto sentito. Quella partita è la più importante d’Italia e può indirizzare la stagione».

Sarà compito di Sarri tenere a bada la tensione: «È un allenatore speciale, tradizionale e con idee chiarissime. Se continuiamo a seguirlo e a capire cosa chiede, possono arrivare grandi risultati». Uno, per Gila, è già arrivato: la convocazione in nazionale con Luis de la Fuente. «È stata una delle giornate più belle della mia carriera».
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Lo spagnolo sogna di collezionarne molte altre e, un giorno, magari tornare a vestire la maglia del Real Madrid, dove ha debuttato nella stagione 2021/22 con Ancelotti in panchina: «È come entrare in un altro pianeta. Ma devo molto anche a Raul, il mio allenatore al Real Madrid Castiglia. Ti fa crescere, ti insegna a fare il calciatore e ti toglie di dosso le sciocchezze della gioventù. Il fatto che il mio nome venga ancora accostato al Real mi fa piacere: significa che sono ancora considerato».