Il Comandante apre all’ipotesi di un 4-3-1-2 per sbloccare le punte: Dia e Castellanos come Maccarone e Tavano ai tempi di Empoli. Per ora si resta col 4-3-3, ma l’idea resta sullo sfondo
C’è un’idea che frulla nella testa di Maurizio Sarri. Per ora è solo un’ipotesi lontana. Niente rivoluzioni immediate, ma un pensiero, un appunto, una possibilità da tenere in tasca per il futuro.

Perché il problema della sterilità offensiva è sotto gli occhi di tutti: le punte della Lazio segnano poco, troppo poco per le ambizioni di una squadra che punta in alto. E lo scorso luglio, per la prima volta da quando siede sulla panchina biancoceleste, il Comandante ha aperto all’ipotesi di una deroga al 4-3-3: “Volevamo lavorare su qualche modulo alternativo ma non vogliamo mandare in confusione qualche giocatore. Lavoreremo su altri moduli ma soltanto quando avremo certezze“.
Il riferimento è chiaro: il 4-3-1-2. Con quel sistema Sarri ottenne la promozione in Serie A e, l’anno successivo, la salvezza, prima di spiccare il volo verso Napoli.
Ma soprattutto, costruì una coppia d’attacco devastante: Francesco Tavano e Massimo Maccarone, 37 gol in due nella stagione della scalata (22 per Tavano, 15 per Maccarone), trascinatori di un’idea di calcio verticale, veloce e letale negli ultimi venti metri.
Castellanos e Dia come Tavano e Maccarone? Sarri ci pensa
Oggi, a distanza di anni, Sarri potrebbe pensare di adattare quello schema alla Lazio. La suggestione ha due protagonisti: Boulaye Dia e Taty Castellanos. Una coppia con caratteristiche complementari, che potrebbe aiutare a rompere il blocco realizzativo delle punte.

Dia, attaccante d’area con capacità di attaccare la profondità, e Castellanos, più dinamico e portato al gioco di sponda, potrebbero replicare – almeno nelle intenzioni – l’intesa vista tra Maccarone e Tavano. Con un trequartista alle loro spalle, pronto a innescarli, il fronte offensivo diventerebbe più pesante e difficile da leggere per le difese avversarie.
Per ora, però, resta solo un’ipotesi. Sarri non ci ha ancora lavorato in maniera concreta sul campo e, nel breve periodo, la Lazio continuerà a giocare con il 4-3-3, modulo di riferimento fin dal suo arrivo e che sarà certamente utilizzato nella prossima gara di campionato, domenica a Como. L’allenatore biancoceleste, del resto, crede molto negli automatismi e nella solidità di un sistema rodato, soprattutto in avvio di stagione.
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Ma l’idea resta. E se in futuro i gol continueranno a mancare, quella soluzione “alla Maccarone-Tavano” potrebbe tornare utile. Magari per accendere la scintilla di un attacco che finora si è acceso solo a intermittenza.