Il danese fermato dalla mononucleosi: salta Como e Verona, poi il rientro per sfidare la concorrenza di Cancellieri e Pedro
Il suo campionato partirà più tardi del previsto, non per scelta tecnica ma per un colpo di sfortuna. O meglio, per colpa di un virus. Gustav Isaksen – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – dovrà saltare le prime due giornate, fermato dai postumi della mononucleosi che lo hanno bloccato proprio nel momento in cui desiderava convincere Sarri di poter diventare protagonista.

Niente Como, niente Verona: il suo inizio di stagione è rinviato e con esso la necessità di rincorrere i compagni di reparto. Il danese ha già ripreso con un lavoro leggero e personalizzato, ma non rientrerà prima della sosta di settembre. Nel frattempo, i rivali in corsia hanno preso slancio.
Matteo Cancellieri ha dato segnali convincenti durante le amichevoli estive, ritrovando entusiasmo e gol dopo un periodo difficile. Pedro, invece, resta una certezza assoluta: l’età non scalfisce la sua classe, né l’intelligenza tattica che lo rende sempre affidabile. Due concorrenti veri, pronti ad alzare la posta.
Isaksen, la scorsa stagione con Baroni, aveva fatto intravedere lampi da trascinatore: tra febbraio e aprile gol, assist e accelerazioni avevano acceso l’attacco biancoceleste. Poi, d’improvviso, la parabola si era interrotta. La discontinuità resta il suo grande limite.
Isaksen e la partenza in salita
Ora la sfida si ripresenta con sfumature diverse. Sarri lo considera un talento enorme ma ancora da completare. Lo aspetta senza forzare, convinto che il suo calcio possa esaltarlo: ampiezza costante, inserimenti, movimenti verso il centro, attenzione maniacale alle due fasi. Tutto c’è, ma va incanalato con disciplina e continuità.

Non basterà il talento puro: servirà resistere alla concorrenza, dare risposte quotidiane, lavorare con metodo. La Danimarca lo vede già come un titolare indiscusso, con il ct Brian Riemer che gli ha consegnato un ruolo centrale. A Roma, però, la logica è diversa: qui contano soltanto intensità e applicazione. Con Sarri, chi abbassa l’attenzione resta indietro, chi assimila diventa imprescindibile.
Per Isaksen la stagione scatterà davvero solo dalla terza giornata. Da lì non ci sarà più margine di errore. Cancellieri e Pedro hanno già cominciato a muovere le gerarchie, lui dovrà inseguire in fretta, recuperando condizione e soprattutto fiducia.
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Il suo obiettivo non cambia: conquistare la Lazio. Lo deve a se stesso, al club che lo ha scelto, ai tifosi che in quei due mesi dello scorso anno hanno intravisto il profilo di un giocatore capace di decidere le partite. Roma non aspetta troppo a lungo. Sarà lui a dover accelerare, trasformando il rientro nella vera occasione per spiccare il volo verso la maturità.